Sono trascorse due settimane esatte dalla festa scudetto in piazza del Duomo del 2 maggio, quando trentamila tifosi interisti si sono radunati a celebrare il 19esimo titolo della storia del club. Distanza temporale che corrisponde a quello che la medicina ha finora definito il tempo verifica per i contagi da Covid. E come conferma Cesare Cislaghi, ex docente della Statale ed ex presidente dell’Associazione italiana di epidemiologi, il maxi-assembramento all'aperto non ha avuto impatti sulla curva dei casi: "Finora non c’è stato alcun segnale di aumento, non è detta l’ultima parola, ma negli ultimi giorni vediamo la stessa tendenza nell’andamento dei nuovi positivi, un trend di lenta ma continua decrescita. Di certo non s’è vista alcuna inversione, e questo è un bene".

E se gli interisti invece che in piazza si fossero radunati in un palazzetto dello sport? "Difficile dire cosa sarebbe accaduto - risponde Cislaghi al Corriere della Sera -. La concentrazione nell’aria però ha di certo un ruolo nel contagio, pur se inferiore e con un peso residuo rispetto a quello interumano. In un ristorante al chiuso però di certo non basta il metro di distanza, pur se non c’è ancora una misurazione precisa del rischio". Quali altri elementi sono da tener presente in questa fase? "Il segnale forse più positivo - conclude il professore - è la diminuzione della letalità, dunque del numero di morti rispetto ai contagiati. Noi lavoriamo sul rapporto tra decessi e contagi delle due settimane precedenti, che ora si sta assestando su una percentuale di 1,5, molto bassa rispetto a qualche mese fa, quando era al 4. È l’effetto del fatto che la maggior parte dei più anziani è coperta dal vaccino".

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Sezione: News / Data: Dom 16 maggio 2021 alle 13:42 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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