Aldo Serena è stato uno dei protagonisti dell'Inter dei record. Non quella di Mourinho ma quella che in uno solo anno, quando i punti in palio erano due, ne fece ben 58. Era l'anno di grazia 1989, San Siro un cantiere per i Mondiali, Trapattoni in panchina e tanti campioni in campo. Ora l'ex torre di Montebelluna, commentatore televisivo, in esclusiva per Udineseblog parla della sfida di domenica, più che mai aperta: "Io ho visto l'Inter mercoledì con Eto'o che è favoloso. Nel secondo tempo ha avuto però un calo fisico importante. C'è da capire il perché. Ho notato paura nel gestire il pallone. L'Udinese l'ho vista domenica scorsa e ha trovato un modo di giocare perfetto. Guidolin è stato bravo a valorizzare tutti, anche Denis che sta affermandosi. Sta dimostrando che anche gli scampoli di gara possono esser utili. Penso a una gara spettacolare ma incerta: entrambe sono forti, e davanti possono essere pericolosissime".

Quali i punti deboli dell'Inter? "Eto'o è una conferma e sinonimo di garanzia. Il dubbio sull'Inter è la retroguardia. Materazzi senza il compagno giusto non rende bene. Fanno sempre degli errori e Di Natale-Sanchez non regalano nulla. L'Udinese se ha una occasione la butta dentro".

Anche l'Udinese però dietro ha problemi: 8 gol nelle ultime tre gare non sono pochi e soprattutto dà l'impresssione di non essere matura per saper gestire il risultato: "Non direi che non sa gestire le gare: contro il Milan, per esempio, aveva davanti giocatori che sanno invertire ogni situazione, sono temibili e campioni. Certo c'era mezzo fallo di Ibra nel quarto gol, ma il loro valore è tale da saper ribaltare anche i risultati che sembrano acquisiti. Quella contro il Milan la reputo una partita particolare".

L'Inter dei record, la sua inter, però costruì le sue fortune con una difesa impenetrabile: "I tempi sono cambiati però: le regole cambiano. Ovvio che quando ti difendi bene hai già fatto un passo avanti. Credo che si debba infondere ai campioni davanti la mentalità di far capire che difendere è obbligatorio. Purtroppo molte punte non si sacrificano abbastanza: la difesa nasce dall'attacco. Noi nel 1989 avevamo Berti e Matthaus, e difensori arcigni. Quando ci chiudevamo eravamo davvero forti sul gioco aereo ma tornavamo dietro anche in 9. Io e Nicola eravamo alti ed è stata una squadra forte proprio sulle palle ferme. In difesa spizzicavamo sempre il pallone".

Era un'Inter da inserire tra le 10 squadre del secolo probabilmente. però vinse solo un campionato: "Sicuramente doveva vincere un altro scudetto scudetto almeno. Il cilo doveva essere più lungo. Poi c'è il rammarico di quella gara col Malmoe i Coppa Campioni".

Inter e Udinese: sinonimo di pazzia. Squadre accomunate da lo strano destino di saper essere anche molto autolesioniste. Dal 5 maggio alla partita col Barecellona dell'Udinese gli episodi non si contano: "Pazze è il termine giusto, forse è vero. Incompiute su certi lati che le fanno diventare intriganti per certi versi. L'Udinese ha sfiorato con Mazza e Zico lo scudetto: almeno per le potenzialità. Con Pozzo però sta facendo le cose per bene e in maniera ragionata. L'idea di rifare lo stadio da solo è una cosa ottima che traccia la strada per l'Italia. Il modello tedesco ha insegnato e Pozzo mi pare che voglia porre un tassello importante per far cambiare il calcio in Italia. Poi sa vendere, guadagnare e reinvestire: credo sia la politica migliore. Anche se i tifosi perdono qualche campione devono capire che stanno facendo grandi cose. Si ha una proposta di calcio bello, giocato bene, con soddisfazioni e non ostruzionistico. Gli episodi poi fanno la differenza è vero, ma le soddisfazioni non credo manchino".

Una soddisfazione sarebbe trattenere ancora un anno Sanchez: "Dipende da lui: dallo spirito in cui si cala. La vicenda Di Natale è emblematica, è nella maturità piena, può fare da esempio. Rifiuta la Juve per Udine non è cosa da poco. Un giovane in rampa di lancio voluto da grandi squadre nel momento in cui si concretizza un'offerta è chiaro venga ammaliato. Se lui vuole deve andare. Se dovesse rimanere contro voglia sarebbe forse deleterio. Certo se lo convincono sarebbe un grande acquisto: ma prima deve convincersi lui a voler rimanere a Udine per acquisire ancora maggiore autorevolezza. Gli manca poco per essere un numero uno. Gli manca la capacità di essere leader. A Udine può imparare ancora questo. Poi sarebbe perfetto per il salto in una grande squadra".

Che effetto fa Leonardo all'Inter? "Gli striscioni dei milanisti hanno fatto una cortesia a Leonardo favorendo l'inserimento nell'Inter. Poi si è mosso bene legando con Mourinho. Se al contrario i milanisti avessero fatto petizioni per tenerlo forse il tifoso dell'Inter si potrebbe risentire. Hanno fatto il suo gioco e ora lo spirito di rivalsa è tanto e si riversa sulla squadra".

Quanto vale la gara di domenica? "Per l'Inter vale tanto, anche per il Milan perché viene giocata prima. Se l'Inter dovesse passare su un campo difficilissimo, i rossoneri avrebbero i nerazzurri a -3. Conta tanto per questo. L'Udinese è l'ago della bilancia per la lotta scudetto. Dipende quando la trovi. Udinese, Palermo, Genoa, se le incontri al top rischi di prenderle. Per l'Udinese è importante ma non decisiva: i friulani comunque sono da alta classifica".

Sezione: News / Data: Ven 21 gennaio 2011 alle 11:42 / Fonte: Il Friuli/Udineseblog
Autore: Redazione FcInterNews
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