Umberto Calcagno, neo presidente dell'Aic, ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport. Ecco alcuni passaggi.

Qual è la questione più urgente da affrontare? 
"Riformare il calcio, dando un significato alla parola sostenibilità. La crescita del settore dev’essere sostenibile e negli ultimi 15 anni non lo è stata. Le società non sono patrimonializzate, vivono costantemente in una situazione di instabilità economico-finanziaria. La priorità è gestire le risorse in ottica solidaristica, come la Premier League che sta parlando di redistribuire il 25% dei diritti televisivi verso il basso per aiutare le categorie inferiori. Affronteremo anche il tema della riforma dei campionati". 
 
Si dice che durante il lockdown alcuni calciatori non volessero tornare a giocare.  
"C'erano esigenze e sentimenti diversi, com'è normale che sia. Fidatevi, sulla ripartenza litigavano di più i club con i loro interessi di classifica. Penso non si valorizzi mai abbastanza il ruolo svolto dai calciatori da marzo a oggi: disponibilità a parlare di tagli, tamponi, partite ravvicinate, condizioni climatiche proibitive, impegni internazionali in abbondanza. Gli atleti stanno dando prova di grandissima collaborazione". 
 
Gravina e Dal Pino parlano di 600 milioni di perdite a causa del Covid. Un nuovo taglio degli stipendi è la soluzione? 
"No, è lo specchietto per le allodole. Uno slogan utile solo a riempire le pagine dei giornali, ma povero di contenuti. Se non creiamo gli strumenti per una nuova sostenibilità del sistema, tutto quello che faremo porterà a benefici di basso respiro. Ricordo che durante il primo lockdown tutti i calciatori hanno fatto la loro parte rinunciando a qualcosa". 
 
Ci sono club di Serie A che non stanno pagando gli stipendi? 
"A me non risulta. Più della metà delle squadre di Serie A, Serie B e Serie C stanno pagando mese per mese i loro tesserati". 

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Sezione: News / Data: Mar 01 dicembre 2020 alle 13:59 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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