Javier Zanetti, capitano dell'Inter, si racconta negli studi della trasmissione di Fabio Fazio, Che tempo che fa, su Rai Tre. L'argentino, ospite dell'ultima puntata, comincia commentando le immagini della sua festa d'addio e spiegando il suo stato d'animo attuale: "Credo che prima di prendere questa decisione ci ho pensato molto. Perché ho lasciato? Sinceramente dopo l'infortunio di aprile, mi ero promesso di tornare e dimostrare che potevo giocare ancora e così è stato. Dopo la partita col Livorno, dove ho giocato dieci minuti sentendo finalmente l'amore dei tifosi, ho iniziato a pensare che quella era la mia ultima stagione. La cosa è stata difficile perché mi sentivo sempre meglio, poi è arrivato il momento di dire basta dopo aver dato tutto all'Inter. Ho dato tutto quello che avevo, fino alla fine. Oggi vivo tante sensazioni, soprattutto perché sono arrivate tante dimostrazioni di affetto degli interisti, coi quali ho un legame immenso, ma anche di persone di altri sport che hanno voluto starmi vicino. Sono molto tranquillo, cerco di pensare cosa sarà del mio futuro; c'è questa possibilità di legare a questa società, per me era un sogno. Me lo auguro".

Fazio scherza sulla sua pettinatura immacolata con tanto di figurine Panini a testimoniarlo: "Tanti pensano ad un segreto, ma io uso solo acqua", ribadisce il capitano, che aggiunge: "Da piccolo ho la fissa dei capelli in ordine, i miei genitori mi dicevano di essere sempre preciso, coi capelli in ordine e le scarpe pulite". Cosa ha pensato Zanetti all'ultima partita giocata? "C'è la sensazione di vivere diversamente la partita, il preparare l'ultima gara, il fare riscaldamento per l'ultima volta. Ricordo che guardavo l'orologio e pensavo che erano gli ultimi minuti della mia carriera. Ma al calcio non posso chiedere di più, la mia carriera è stata bellissima". Fazio parla di carriera senza trasgressioni: "Non amo i tatuaggi, però qualcosa magari ho fatto...", precisa, ritornando poi sugli allenamenti nel giorno del matrimonio: "Dovevo stemperare la tensione... Io mi sono sposato a dicembre, avevo una pausa in pieno campionato, e quel giorno mi dovevo allenare, guardavo l'orologio e ad un certo punto ho salutato tutti; c'è tempo per tutto... Mia moglie mi ha accettato così". 

Zanetti è famoso per le sue sgroppate sul campo; di media, rivela Fabio Fazio, ha corso per 11.154 chilometri durante la sua carriera in nerazzurro, quasi come da Milano a Buenos Aires. Ma altre 18 partite per raggiungere la capitale? "Non lo sapevo, prendo il pullman...", spiega ridendo Zanetti. Che prosegue: "In un calciatore prima viene la testa, poi cuore e piedi sono entrambi importantissimi, se uno fa le cose che gli piacciono mettendo il cuore è tutto più facile. Vengono poi passate le parole di tre personaggi come Fiorello, Michele Serra e Roberto Baggio, che ricorda: "Si vedeva che aveva qualcosa in più rispetto agli altri, ma era uno diverso, pulito in tutti i sensi; non entrava mai per fare male". Chi sono i colleghi più importanti mai incontrati? "Ho giocato con tantissimi campioni, Baggio è un grande amico e uno dal quale ho imparato tantissimo; rispetto Paolo Maldini, Zamorano, Simeone, Cordoba, tutti amici dell'Inter; ho rivisto con molto piacere Batistuta a Firenze". Zanetti ha basato la sua carriera sulla parola 'sacrificio', conosciuta da piccolo quando aiutava il padre muratore: "Io ho visto cosa hanno fatto i miei genitori cosa facevano per me e mio fratello. Disneylandia? E' un campetto di calcio costruito nel mio quartiere nativo per far giocare i bambini; in ogni stadio per me c'era sempre un po' di Disneylandia, rivivevo ricordi molto toccanti perché li porto sempre dentro".

Secondo Antonio Cassano, episodio narrato nell'autobiografia, Zanetti fa molti scherzi, di cui uno a Yuto Nagatomo: "Arrivato alla Pinetina, a cena, mi sono alzato e gli ho detto che i nuovi ad Appiano dovevano ballare. Lui mi guardava un po' così, poi ha iniziato a scatenarsi. Siamo scoppiati tutti a ridere". Uno più eccentrico di Taribo West l'ha mai visto? "No, lui era unico. Una volta è sparito un mese, non sapevamo dove fosse. Poi arrivò con una tunica e ci disse che si era sposato e che nel suo Paese chi si sposa è libero per un mese". Il prossimo 1° settembre giocherà una partita inter-religiosa su desiderio di Papa Francesco: "Sarà un evento molto importante, un messaggio molto forte, una grandissima possibilità per unire tutte le religioni".

Prima dei saluti, un ultimo messaggio ai tifosi: "Grazie per il tanto amore e il tanto affetto, il nostro legame non finirà mai. Forza Inter". 

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 25 maggio 2014 alle 21:18
Autore: Christian Liotta
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