Anche la seconda parte della pre season 2014 è archivio: dopo i chilometri e le due sgambate contro Trentino Team e Prato in quel di Pinzolo, negli States la banda Mazzarri si è misurata nell'ormai classico appuntamento a stelle e strisce con una Guinness International Champions Cup che ha detto, prima di ogni altra considerazione, che l'Inter c'è. Tre gare, 270 minuti giocati, 3 punti nei 90' regolamentari, una sconfitta e un'altra vittoria, entrambe terminate ai calci di rigori, per un totale di 6 punti conquistati. Numeri, solo numeri. Forse quello che meno contava per squadra, tecnico e pres Thohir, desiderosi invece di vedere all'opera la propria creatura contro tre big del calcio europeo quali Roma, Real Madrid e Manchester United.
Ma cosa ha detto questa tournée americana? FcInterNews ha stilato un'analisi di ciò che questo soggiorno negli States ha portato in dote ai colori nerazzurri, constatandone aspetti positivi e non per poi riservare, al termine, uno spazio per i tifosi nerazzurri che saranno liberi di comunicare le proprie opinioni, idee, critiche e consigli circa squadra e prospettive, con la possibilità di sbilanciarsi circa i reali obiettivi dell'Inter nelle tre competizioni a cui prenderà parte nella stagione targata 2014-2015: campionato, Coppa Italia ed Europa League.
REAL MADRID - Doveroso e corretto ammettere che la prima gara contro il Real Madrid può trarre in inganno. I Blancos di Carlo Ancelotti si sono presentati con una squadra atipica, ricca di giovani e con il solo Gareth Bale come star assoluta. Ciò nonostante l'impatto con la partita non è stato tra i più incoraggianti per gli uomini di Mazzarri, che però con il prosieguo dei 90' si sono rialzati, hanno raggiunto il pareggio dopo l'iniziale vantaggio del gallese e hanno avuto la meglio dagli 11 metri con un Carrizo che per l'occasione è stato super. In sintesi: Real Madrid, pequeño paso adelante.
MANCHESTER UNITED - Se quello contro il Real Madrid è stato piccolo, quello contro i Red Devils è stato il primo grande passo. Match forse un po' contratto, con gli inglesi che probabilmente hanno osato qualcosa in più, ma la difesa nerazzurra (vero motivo di vanto di questa tournée come sottolineeremo tra poco) ha retto benissimo. Poco importa se la traversa di Andreolli ai calci di rigore non ha permesso ai nerazzurri di vincere perché questa è stata solo una piccola nota stonata, praticamente insignificante, in un libretto d'appunti in cui i segni positivi hanno surclassato quelli negativi. Fondamentale, ed è il vero motivo di questo grande passo in avanti, la formazione dello United, schieratasi praticamente al gran completo con il solo forfait di Van Persie. Anche conto i Red Devils l'Inter ha risposto presente. Work in progress and trust.
ROMA - La gara più bella e convincente, forse ancora più importante perché arrivata con una diretta concorrente in Serie A, almeno per le zone alte della classifica. Ancora presto per parlare di scudetto contro un'avversaria che, è bene ricordarlo, è reduce da un campionato importantissimo e che si è ulteriormente rinforzata in questa sessione di mercato, accorciando le distanze dalla Juventus. Al Lincoln Financial Field di Philadelphia altra gara intelligente, ben impostata da Mazzarri tatticamente e con una difesa che si conferma solida, con WM che ha riservato spazio ad Andreolli, preferito inizialmente a Ranocchia. Roma limitata da un'Inter schierata molto bene in campo. Praticamente, solo sorrisi nell'atto conclusivo della tournée USA. Happy end.
LA NOTA POSITIVA - Scontato dire Nemanja Vidic. L'ex baluardo del Manchester United dimostra che la carta d'identità non conta al cospetto di un fisico ancora integro e una carriera magistrale. Ma parlare individualmente del serbo sarebbe limitante al cospetto non solo di un reparto - quello difensivo, ovviamente - ma di un intero assetto che ha coinvolto anche centrocampo e attacco. Benissimo, quindi, a fronte dell'unico gol subito in queste tre partite, quello di Bale contro il Madrid (Handanovic sorpreso?) con un centrocampo che ha fatto schermo in modo encomiabile, pressando per gran parte dei 270'. Muro e... muri.
I SINGOLI - Benissimo Vidic, come detto, altrettanto si può dire di Dodô. È lui - il buon Nemanja ci perdonerà - la grande sorpresa della pre season 2014. Sorpresa che potrà diventare certezza, ma occorrerrà aspettare l'inizio della gare ufficiali per sbilanciarsi con più decisione. Ma il rendimento del classe '92 di Campinas è stato alto fin dall'inizio del ritiro di Pinzolo e le premesse ci sono tutte. Corsa, grinta, tecnica, personalità, corsa e costanza nell'arco della partita, con una fase difensiva già migliorata rispetto alle stagioni di Roma. Mazzarri può aver trovato un grande padrone per l'out di sinistra. Da sottolineare anche Yann M'Vila, arrivato all'Inter in netto ritardo di preparazione e con qualche chilo da smaltire. La voglia dimostrata per vestire la maglia nerazzurra si è vista anche in campo e nonostante le difficoltà legate al ritardo di condizione, si è capito che il francese ex Rubin e Rennes potrà essere un insostituibile per la mediana nerazzurra. 'Taglio nuovo per ricominciare una nuova vita calcistica', sembra voler dire Yann con il nuovissimo look firmato USA. Applausi per l'impegno. Buone nuove dai nuovi.
ATTACCO... IN ATTESA - Mazzarri aspetta anche loro, gli attaccanti. Non solo quelli che devono ancora arrivare, ma anche i presenti. Il baby Bonazzoli è un sicuro prospetto e già la possibilità di esser salito sull'aereo con destinazione USA rappresenta una grande tappa di crescita per un giocatore che si candida a essere il top player della nuova Primavera di mister Stefano Vecchi, magari incrementando anche il numero di 'gettoni' con la Prima Squadra. Per Ruben Botta, invece, la tournée States doveva essere la grande occasione per mostrare a WM di poter contare su di lui per questa stagione, magari facendo risparmiare alla società i soldi che, probabilmente, saranno destinati per il nuovo esterno offensivo-jolly d'attacco. Prestazione ottima contro la Roma, un po' in ombra contro il Manchester United e sufficienza strappata contro il Madrid. Non male, quindi, ma ora starà a Mazzarri e società decidere il futuro del classe '90 argentino di San Juan. Capitolo Mauro Icardi: difficile giudicarlo considerando posizione e supporto che la manovra offensiva gli ha riservato. Cecchino infallibile contro il Real con il doppio rigore messo a segno, ma pochi palloni giocabili, anche nel match contro la Roma. La sensazione, comunque, è che Walter Mazzarri punterà con ancor maggior decisione sull'argentino, preferendolo inizialmente - gerarchicamente parlando, indipendentemente dal modulo - a Pablo Daniel Osvaldo, che aspetta solo di posare con la nuova maglia nerazzurra, in arrivo a Milano nelle prossime ore. Attacco 'in attesa', quindi. Ma con il nuovo innesto il reparto offensivo sarà praticamente al completo. Potenziale in crescita.
PROSPETTIVE STAGIONALI - Nessuna analisi in questo spazio, l'ultimo della disamina del viaggio americano dell'Inter. Nessun commento, ma solo alcune domande riservate a voi tifosi circa gli obiettivi a cui, alla luce di quanto mostrato, sia in positivo che in negativo, negli States, la squadra potrà ambire.
Campionato
1) Obiettivo massimo con la lotta per la conquista dello scudetto.
2) Qualificazione alla prossima Champions League.
3) Conferma della posizione raggiunta nello scorso campionato.
Coppa Italia, 'impiccio' o reale traguardo. Puntereste con decisione alla vittoria finale o considerate la competizione nazionale solamente come una possibilità per Mazzarri di giostrare gli uomini a disposizione con un ampio turnover?
Europa League, una via per la Champions League. Domanda simile rispetto a quella per la Coppa Italia, considerando però che la vittoria nella finale del Narodowy (Polonia) garantirà l'accesso alla massima competizione europea per la stagione successiva. Titolari o riserve in EL? Per vincere o per far rifiatare gli uomini più importanti?
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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