Qualche settimana fa ha chiesto a Rafa Benitez di portarlo più verso la porta, perché lui è un attaccante, che fa gol, ha sempre fatto e vuole ancora fare gol. Qualche giorno fa, invece, ha detto che lo scorso anno è stata la sua migliore stagione, visto che ha vinto tutto in un ruolo non suo, e soprattutto di non aver contato i 16 gol segnati con la maglia nerazzurra, spalmati nelle 4 competizioni. A suo dire troppo pochi. Samuel Eto’o è pronto e carico come una molla alla nuova stagione, una stagione in cui promette almeno 25 gol, per portare l’Inter ad altri traguardi e magari fare un duello interno con Diego Milito per quanto concerne il titolo di capocannoniere delle Serie A. Il sacrificio e l’abnegazione per la squadra quelle restano, le lunghe rincorse saranno più brevi e la presenza e la pericolosità in area avversaria saranno determinanti per la nuova Inter. Rafa Benitez lavora, studia la situazione e cerca di mettere la sua saggia mano. Eto’o ieri ha messo lo zampino nel gol dell’1-2 nerazzurro, segno che il vecchio vizio del gol non l’ha mai perso. Ieri però, e bene dire, che non vi era in campo insieme a Diego Milito, che sarà ancora il terminale offensivo nerazzurro, ma notando i movimenti di Eto’o si può capire che anche l’ex Barça vorrà dire la sua in fatto di conclusioni verso la porta avversaria.
Benitez dunque valuta varie soluzioni: ieri ha proposto l’Inter con un 4-4-2, o se vogliamo dirla meglio, un 4-2-4, con Obi e Obinna molto alti che hanno lasciato in affanno il centrocampo nerazzurro. Eto’o e Pandev hanno giocato in coppia in avanti. Il camerunese è stato terminale offensivo e 45 minuti sono bastati per infilare il portiere greco Tzorvas. Benitez dovrebbe lavorare in questa maniera, modificando l’assetto del centrocampo, portandolo a rombo. E’ questa una delle prime soluzioni, un centrocampo con un vertice basso, Cambiasso, ed uno alto, ovvero Sneijder, pronto a fornire palloni alle due punte, Eto’o-Milito, che dovrebbero giocare con la stessa importanza offensiva.
L’altra soluzione che Benitez ha proposto è il 4-3-3 che prevede Eto’o più defilato, ma che non fungerà da ala pura, ma farà il movimento in diagonale verso il centro dell’area di rigore. Niente più ripiegamenti difensivi profondi, ma solo tagli verso la porta. Il lavoro difensivo lo fornirà il centrocampo, molto più aggressivo, supportato inoltre da una difesa molto alta. Se si va a riguardare la gara di sabato scorso contro il City, si può notare un’Inter, nel momento massimo della pressione, tutta schierata dal centrocampo in su, con una differenza di ben 50-60 metri tra Castellazzi e la linea di difesa.
Discorso analogo si può fare per il 4-2-3-1; squadra corta ed aggressiva con Eto’o che parte sempre da una posizione più defilata, salvo poi andare verso il centro dell’area di rigore, creando spazi importanti per le avanzate del terzino destro o sinistro. Più tagli verso il centro e meno ‘up & down’ dunque per il massimo bomber del Camerun. Benitez lo conosce, sa dove può essere e sarà decisivo per questa sua nuova Inter. Il cacciatore di gol è pronto, il fucile e le munizioni sono sul tavolo, pronte ad essere sparate nella giungla delle Serie A, una giungla dalla quale Samuel vuol portare nuovi trofei di caccia, che tradotto nel gergo calcistico stanno a significare vittorie.
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