Conferenza stampa dal sapore di derby quella di Mourinho ad Appiano Gentile. La partita contro la Lazio è passata in secondo piano per far posto alle polemiche accese nei giorni scorsi sul derby di ritorno (e sul gol di mano di Adriano) e all'augurio di Ambrosini sul pentimento del portoghese riguardo il concetto di 'zeru tituli': "Non solo per il gol di Adriano, senza tante cose accadute sul campo i numeri potevano essere diversi. Allenatori, giocatori e arbitri sbagliano e si deve parlare di tutto, non solo di ciò che conviene. Non voglio usare gli stessi vocabili di qualche mese fa, quando pensai che la bomba atomica stesse cadendo sull'Italia. Ma loro devono ammettere anche i punti che hanno preso con rigori npon regolari e che quel derby, se il Milan fosse rimasto in dieci, poteva finire tre o quattro a zero. Devono anche dire che hanno vinto il derby d'andata con un rigore viziato da fuorigioco e che hanno avuto quasi un rigore a partita. Se parlo poi devo dire tante cose ma non ne vale la pena, perché alla fine vince sempre chi è migliore, se il campionato è regolare con errori umani. Ormai dobbiamo solo aspettare un po', manca poco".

Non manca poi la replica ad Ambrosini: "Se sbaglio e se il Milan arriverà a fine stagione con un titlo chiederò scusa. Ma io ricordo bene che Ambrosini insultò 10 milioni di interisti, sono passati anni e non gli ho ancora sentito chiedere scusa (riferimento allo striscione offensivo nei festeggiamenti per la Champions del 2007. Mou però non ricorda che dopo i giocatore chiese scusa con una lettera pubblica). Resta nella mia memoria quando Eto'o chiese scusa ai tifosi del Real Madrid, comportandosi da uomo. Ambrosini invece vive a Milano e non lo ha mai fatto, non ha grande autorità morale per parlare così. Ma se il Milan vince lo scudetto, che è un'ipotes teorica e pratica, sarò il primo a fare i complimenti ai miei avversari. L'ho fatto quando ho perso in Inghilterra e vinse il Manchester United".

Sul fronte Lazio e rimonta scudetto, a Mourinho viene chiesto se teme la replica del famoso 5 maggio, ma il portoghese risponde, come sempre, in modo sorprendente: "Io mi ricordo il 1° maggio, il 25 aprile che per noi portoghesi ha un altro significato rispetto agli italiani, il 25 dicembre, il 26 gennaio, il 4 novembre, il 2 febbraio. Il 5 maggio per me non è niente, anche perché non sono esperto in date. L'Inter, se deve ricordare qualche data, ha quelle dei 16 scudetti che ha conquistato. Il 18 maggio è più importante del 5 maggio, quella data sarà importante per la Juve, caso mai. Io ricordo le persone che ho perso nella mia vita, ma non mi ricordo il giorno in cui le ho perse, voglio ricordare solo le cose belle. E così deve fare l'Inter. Ricorderò per sempre il giorno che vinceremo questo scudetto".

Per quanto concerne la sfida di domani, il tecnico portoghese ha una sola aspettativa: "Mi aspetto la normalità. E per l'Inter la normalità è vincere. Anche dalla Lazio mi aspetto la normalità, ovvero una squadra di qualità che, dopo un periodo difficile, ha raccolto ottimi risultati sia in campionato che in Coppa Italia". Non manca, infine, una battuta su Zlatan Ibrahimovic: "Quando non riesce a vincere si arrabbia, anche in allenamento, però mi piace tanto così; chi non si arrabbia non ha ambizioni".

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 30 aprile 2009 alle 14:22
Autore: Fabio Costantino
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