Seconda finale di Champions League in tre stagioni conquistata dall'Inter, eroica nella notte di San Siro in cui elimina il Barcellona 4-3 dopo i tempi supplementari dopo una partita ancor più epica di quella di otto giorni fa. Un traguardo reso possibile soprattutto grazie dal demiurgo di questa squadra, Simone Inzaghi, che prende posto nella sala conferenze dello stadio per rispondere alle domande dei cronisti: "La notte più felice della mia carriera? Sono molto felice - esordisce il tecnico piacentino -. Specifico che Frattesi non ha fatto la rifinitura e aveva qualche problemino. Ha preso un antidolorifico, ha giocato ed è stato determinante. E' un esempio tra tanti, potrei citare Lautaro, Dumfries e Thuram. Giocatori che hanno avuto infortuni negli ultimi tempi, che ci sono mancati come il pane. Lautaro poteva stare fuori 15 giorni e ha recuperato in sei. Abbiamo stretto i denti, è una serata strepitosa da condividere con la società, i tifosi e le nostre famiglie che ci stanno sempre accanto. Siamo stati a casa poco, avendo giocato a Natale, a Capodanno e a Pasqua. Ci siamo goduti poco la nostra famiglia, ma possiamo sempre andare a casa felici nel vederli". 

Quello che le sta succedendo va oltre i sogni?
"Il mio sogno da piccolino era fare il calciatore, l'ho fatto in Serie A e in Nazionale ho giocato con mio fratello: non potevo chiedere di più. Da allenatore ho fatto questo grande percorso, ma devo ringraziare i giocatori della Lazio e dell'Inter che mi hanno dato tutto quello che hanno. Siamo stati straordinari stasera, in una partita di difficoltà estrema, contro un avversario di livello mondiale come lo era stato il Bayern Monaco. Abbiamo fatto quattro partite una meglio dell'altra, non ci pronosticavano in tanti. Abbiamo ascoltato tutto, chi più e chi meno, oggi siamo orgogliosi per la nostra gente. Si sono meritato il giro di campo, non hanno mai lasciato un seggiolino vuoto in questa stagione. Faccio i complimenti anche al Barcellona che ha fatto due grandi partite".

Alla fine, le top europee che vi affrontano sembrano capirci poco a livello tattico.
"Non posso dire cosa abbiamo in più, posso dire che mettiamo in campo tutto quello che abbiamo, sia i titolari che quelli che sono entrati. Penso a De Vrij che, dal suo ingresso in campo, le ha respinte tutte; è un giocatore che giocherebbe in tutte le squadre d'Europa, ma con Acerbi è dovuto rimanere fuori. Si allena sempre a duemila all'ora, nei 14' giocati più recupero è stato determinate, esattamente come quelli che sono entrati dalla panchina: bravissimi tutti". 

Nella finale di Istanbul arrivavate da sfavoriti, ora è diverso: cosa è cambiato?
"Siamo cresciuti, non vorrei che qualcuno che conosco bene dicesse che mi prendo i complimenti. I complimenti volevo farli ai giocatori e alla società, quando parlavo di ranking: da 24esimi con la finale saremo primi o secondi. Il percorso dei ragazzi è stato straordinario. La finale sarà contro una grandissima squadra, che sia l'Arsenal o il PSG. Poi capisco la domanda perché abbiamo affrontato le due migliori in Europa in questo momento".

Cosa stavi pensando prima del gol di Acerbi? Gli hai detto tu di salire in attacco?
"E' stata una intuizione di Francesco, nessuno gli ha detto di tornare indietro perché mancavano gli ultimi minuti. Il mio giudizio sarebbe stato estremamente positivo lo stesso, abbiamo fatto una cavalcata commovente". 

La partita è cambiata grazie alle seconde linee...
"Ne avevo parlato prima del match d'andata a Barcellona, quando arrivavamo da una brutta settimana. Dissi che se eravamo arrivati a giocarci tutto era per merito del gruppo intero. Eravamo qui per loro, i minutaggi sono stati suddivisi nelle varie competizioni. L'Inter non ha mai scelto scudetto o Champions, noi siamo l'Inter e l'Inter deve giocare su tutti i fronti. Dice una fesseria chi sostiene il contrario. In Coppa Italia siamo stati battuti, ora nelle ultime giornate di campionato dovremo giocare con grandissimo orgoglio e con le ultime gocce di sudore. Poi in finale di Champions vedremo cosa succederà".

Oggi è stata la vittoria della sofferenza?
"Sì, abbiamo sofferto ma costruendo tantissime occasioni. In due partite abbiamo creato tantissime situazioni da gol, giocando un ottimo calcio. Non c'è vittoria, non c'è nessuna finale senza sofferenza. Sono d'accordo con lei". 

Saresti più curioso di affrontare PSG o Arsenal?
"Sono due grandi squadre, allenate da grandi tecnici. L'Arsenal l'abbiamo sfidato in un girone tosto, non ho preferenze". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 07 maggio 2025 alle 00:51 / Fonte: dall'inviato a San Siro
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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