È la domanda che tutti si stanno facendo e uno dei temi più discussi nei salotti calcistici. Il caos attorno a Nainggolan è solo l’ultima nota storta di un dicembre infernale, che ha visto l’Inter incepparsi sul più bello: come spesso è successo in queste ultime stagioni, ai nerazzurri è mancato di compiere il passo decisivo per affermarsi come squadra resiliente e potenziale outsider, in Serie A come in Champions League. L’importantissima vittoria contro il Napoli Cosa è mancato alla squadra di Spalletti?
Ad una prima analisi, non c’è da chiedersi tanto cosa sia mancato all’Inter, quanto piuttosto chi sia venuto meno. E il nome è presto detto: il problema è stato principalmente è uno, infatti. L’Inter 2018/19 è stata pensata, costruita e modellata sulla figura di Nainggolan, fortemente voluto da Spalletti e coccolato dall’ambiente e dalla società come se fosse esattamente quello che mancava all’Inter per assestarsi sullo stesso gradino del Napoli, in scia alla Juventus. In un primo momento, lo scambio di Zaniolo e Santon più 20 milioni per il Ninja ha accontento tutti: la Roma sistemava il bilancio e si assicurava un terzino e una giovane promessa, in linea con il percorso di Monchi. L’Inter continuava la caccia ai top player. Con la prima parte di stagione, è lecito riproporre questo discorso: chi ci ha guadagnato, tra Roma e Inter?
L'ESORDIENTE - Molti, assistendo alle prestazione di Zaniolo, sono convinti che la Roma abbia fatto l’affare poiché si è assicurata uno dei giovani italiani più promettenti, nonché una futura plusvalenza visto che il suo cartellino è costato appena quattro milioni di euro. Nel disastroso inizio di stagione della Roma, il numero 22 ha impressionato grazie alla sua grinta e al suo istinto che hanno portato Di Francesco a preferirlo a gran parte dei titolari. Ma Zaniolo era quello che serviva all’Inter? Probabilmente no. Non dimentichiamoci che il tecnico della Roma l’ha utilizzato per la prima volta a Madrid contro il Real, per mandare un segnale ai senatori della squadra. Poi, tra infortuni e buone prestazioni, DiFra ha confermato spesso Zaniolo nell’undici titolare, ma non vi erano certezze sul suo impiego, solo sulla sua futuribilità. Ma come spesso capita ai canterani nerazzurri, per una piena maturazione possono volerci anni. E l’Inter questo tempo non ce l’ha: Zhang e Spalletti hanno preferito un profilo diverso, decisivo fin da subito. Ecco il Ninja, l’uomo della Rinascita. Cosa manca per poterlo considerare tale?
IL PESO SPECIFICO - La considerazione principale è che l’Inter non ha mai avuto a disposizione il vero Nainggolan, quel giocatore capace di unire entrambe le fasi di gioco e cucire il gioco con strappi e accelerazioni nello stretto. Si è infortunato in allenamento a inizio stagione ed è iniziato il calvario. Quello che sembrava un piccolo fastidio si è tramutato in un problema che gli ha fatto saltare le prime gare della stagione, per poi rientrare con il Parma: pochi minuti nelle gambe per prepararsi alla gara di Champions League con il Tottenham, anch’essa giocata al piccolo trotto.
Il periodo di forma migliore di Nainggolan, quello che va dalla vittoria contro gli Spurs a San Siro al derby deciso al 90’ da Icardi, coincide con il massimo rendimento della squadra, sintomo di come il suo innesto abbia portato solo ed esclusivamente benefici ad un gruppo che aveva bisogno dell’enzima giusto per rendere la miscela di talento esplosiva. Quando è in campo, Nainggolan è un fattore: la partita più matura di questa squadra arriva a Eindhoven, dove l’Inter va sotto di un gol nonostante una buona frazione. Non si scompone, attacca con coraggio e trova il pari proprio con una magia del Ninja. Icardi nel secondo tempo sistemerà le cose e proietterà la squadra al primo posto del girone di Champions League, appaiati al Barcelona. Sembra andare tutto bene, anche perché Nainggolan è sempre tra i migliori in campo e sta finalmente tornando in condizione. Contro il Milan, il patatrac: Biglia fa un intervento scomposto e il Ninja per proteggersi allarga il piede, poggiando male la caviglia. È un infortunio serio che lo costringe a dare forfait nella trasferta di Barcelona e contro la Lazio: Spalletti è costretto a cambiare e adotta il 4-3-3 che anche grazie a Joao Mario diventa il modulo più affidabile e preferibile rispetto al 4-2-3-1.
Nessuno si aspetta di vedere Nainggolan di ritorno prima di dicembre, ma Spalletti dopo appena una settimana lo prova negli ultimi minuti della gara contro il Genoa, per averlo a disposizione nella partita di ritorno contro il Barcelona. Il Ninja segna e tutto sembra essere tornato a posto, non fosse che contro i blaugrana gioca una partita incolore, in cui è evidente che ha difficoltà ad appoggiare il piede e a forzare la corsa. Viene sostituito dopo un’ora di gioco e Borja Valero ravviva la manovra interista, fin lì sterile e confusionaria.
RECIDIVO - È ovvio che Nainggolan per rendere deve essere in una condizione di forma accettabile, cosa che negli ultimi due mesi non è mai successa. Dopo il pareggio contro la squadra di Valverde, non gioca contro l’Atalanta. Grazie alla pausa ha due settimane per rientrare in condizione e il peggio sembra alle spalle, anche se i 70’ contro il Frosinone sono indicativi di un giocatore ancora lontano dall’essere il guerriero visto a Roma. La sostituzione dopo nemmeno 45’ contro il Tottenham a Wembley è l’ennesima riprova di una gestione difficile: un campo disastrato che ha ulteriormente peggiorato i fastidi di Nainggolan, costretto ancora una volta a lasciare il campo a Borja.
Dopo quest’ennesimo stop, Spalletti si convince ad accantonare Nainggolan per permettergli di rientrare in forma, anche se il belga sembra non gradire questa fase di passaggio. Le sue parole nell’intervista a Rivista Undici lo confermano: “Questo non è calcio. Il calcio è la palla”. Insomma, se da una parte c’è insofferenza per non poter giocare, dall’altra ci si arrabatta per sistemarsi in attesa del suo ritorno.
Di fatto, l’Inter nel girone di Champions League ha potuto contare su Nainggolan solo nella prima partita contro il PSV, per il resto l’ha sempre avuto in condizioni pessime o ha dovuto farne a meno. Quando si valuta l’uscita prematura dal girone bisogna parlare anche di questo, oltre che delle colpe per non aver vinto in casa contro gli olandesi.
MESSAGGI - Gli audio usciti sono passati in secondo piano negli ultimi giorni, a causa delle vicende extra calcistiche che hanno investito la società Inter, che si è vista chiudere San Siro per due turni (più uno solo per la Curva Nord) e che ha dovuto districarsi da un tema delicato. Ora c’è l’Empoli, per chiudere l’anno con un sorriso prima di dedicarsi per una ventina di giorni al mercato. Nainggolan tornerà a disposizione ed è probabile vederlo in un centrocampo a tre insieme a Joao Mario e Borja Valero, vista l’assenza di Brozovic. Poi, un’altra pausa, questa volta di calendario. L’Inter si augura che sia l’ultima occasione in cui Nainggolan starà lontano dai campi: da metà gennaio ricomincia la corsa ai primi posti della Serie A e al fantomatico trofeo invocato da Marotta. Per ora ci si può giocare la Coppa Italia e l’Europa League. È difficile, perché da una parte devi battere il Napoli e la Juve, dall’altra potresti avere a che fare con squadre come Chelsea o Arsenal. Ma con un Ninja in più, tutto è possibile.
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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