Quando è stato acquistato dall’Inter, il solito turbinio di voci e dubbi si è abbattuto sulle qualità di Alessandro Bastoni. A bilancio per 31 milioni di euro, ha rappresentato fin da subito una delle più grosse scommesse degli ultimi anni, sulla scia di Milan Skriniar - arrivato due anni prima grazie ad uno scambio simile (soldi più contropartite) dalla Sampdoria. Il sistema di Conte ha privilegiato il suo inserimento, perché fin da subito si è pensato di inserirlo nella batteria di sei centrali: durante la pre-season il difensore bergamasco ha continuato a impressionare il tecnico salentino, tanto che lo stesso Conte è arrivato a dire: “Bastoni è il futuro dell’Inter, ma anche il presente. Rimane qui”.
I PRIMI STEP - L’esordio dal primo minuto arriva in una delle partite più scintillanti dell’Inter: a Genova, contro la Sampdoria. Bastoni, al netto di un cartellino giallo rimediato nei primi minuti di gioco, dà un’applicazione totale dei dogmi di Conte e si fa trovare a condurre palla a testa alta, o a cambiare campo per sfruttare la superiorità numerica. Il primo tempo contro la Samp rappresenta uno dei picchi più alti del gioco di Conte, con la difesa dell’allora coach doriano Di Francesco messa a ferro e fuoco: Bastoni sa sempre cosa fare, accorcia e scala con i tempi giusti, non teme nessuno. Nella ripresa l’equilibrio si spezza e, dopo l’espulsione di Sanchez, bisogna difendere. Conte lo tiene dentro e Bastoni regala una prestazione compatta, lucida impreziosita, a pochi minuti dalla fine, da una spizzata decisiva in area di rigore che allontana il pallone da Quagliarella, il miglior attaccante dello scorso campionato. Segnali, evidenti, di un futuro luminoso. Dopo l’esordio, Conte gli dà fiducia e lo schiera titolare in diverse occasioni. Bastoni continua a produrre prestazioni solide, condite da alcune giocate da highlights. L’attenzione su di lui si moltiplica, anche perché - rispetto al suo primo anno da titolare al Parma - il difensore classe ’99 amplia il suo bagaglio tecnico e mostra una continuità di rendimento inattesa, in una squadra che a poco a poco si issa sulle vette del campionato.
LA SVOLTA - Dopo la pausa invernale, Bastoni scala definitivamente le marce alte: il palcoscenico principe è il San Paolo di Napoli, dove l’Inter torna a vincere con una prestazione magistrale vent’anni dopo l’ultima volta. Bastoni è scelto da Conte nell’undici titolare, preferito alla leggenda Godin: c’è bisogno di giocare la palla, muovere le linee di Gattuso velocemente e il numero 98 è il prescelto, insieme a Skriniar e De Vrij. Il risultato è una partita gigante da parte di Bastoni, insieme a tutta la squadra: poche settimane dopo, nel momento più complicato della stagione interista, entra a Lecce e dopo una manciata di minuti trova la rete che potrebbe dare alla squadra di Conte l’ossigeno dei tre punti. Tutto verrà rovinato da una serie di incomprensioni in area di rigore, qualche giro d’orologio più avanti, perché la difesa dell’Inter si farà trovare impreparata e proprio a Bastoni sfuggirà Mancosu, per il pari dei padroni di casa. E questo è il monito di Conte, la più grande area di miglioramento di Bastoni: “Deve diventare un difensore più cattivo. Se farà questo step in avanti, diventerà un grandissimo giocatore”.
LISTE - Al netto degli errori di sistema, è inevitabile che su Bastoni si sia acceso un riflettore importante, nel calcio europeo. La UEFA l’ha inserito nella lista dei 50 giovani da tenere d’occhio, unico italiano in lizza. Ci sono spifferi di interessamenti di diverse squadre, dal Manchester City di Guardiola al Liverpool di Klopp. Due allenatori che praticano calcio ad altissimo livello, dove si pensa possa arrivare Bastoni. Il contratto con l’Inter è fino al 2023, quindi non c’è da farsi prendere dall’ansia. Anche perché purtroppo il mondo del calcio è pieno di giocatori la cui parabola di crescita non ha rispettato l’hype di inizio carriera. Bastoni ha percorso i primi passi della sua carriera in modo discreto, com’è il suo carattere. Apprezzato dai compagni, stimato da tutto lo spogliatoio interista, ha tutto per diventare una delle colonne silenziose di una squadra che vuole riscrivere le gerarchie del calcio italiano. E c’è un obiettivo, chiamato Nazionale, lì alla portata: fino a qualche mese fa era imponderabile, ma con il fatto che si è di fatto aggiunta una stagione in più, è così irrealizzabile l’idea di Bastoni all’Europeo? Ci sarà tempo, ci saranno altri ostacoli da superare, ma la strada è tracciata.
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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