Alzi la mano chi, ieri, non ha avuto un gesto di stizza quando è venuto a conoscenza del fatto che Wesley Sneijder non ce l'avrebbe fatta per via di un infortunio (una situazione che si ripeterà visto lo stiramento di secondo grado che lo terrà fermo per quattro settimane) oppure quando Claudio Ranieri ha sostituito Mauro Zarate, forse l’uomo più in palla e più pericoloso dell’intero primo tempo? Chi ne ha preso il posto, di certo non li ha fatti rimpiangere. Stiamo parlando di Philippe Coutinho e Ricardo Alvarez che, schierati nel 4-3-3 della ripresa, hanno condotto l’Inter alla vittoria, scardinando i meccanismi difensivi di un Cagliari molto coperto. Magari la squadra avrà sì perso in rapidità e imprevedibilità con l’uscita dell’ex Lazio, ma ha guadagnato in tecnica e soprattutto nel cosiddetto ‘ultimo passaggio’, quello che Ricky è riuscito a mettere nei piedi di Cou, nell’azione del 2-0.

I due, uno sulla sinistra e uno sulla destra, come già detto, hanno messo in crisi la difesa cagliaritana, con la loro tecnica (Alvarez ha messo a segno ben cinque dribbling su sei, Coutinho ha subito ben quattro falli) e con la loro intraprendenza. Infatti, palla al piede, hanno sempre cercato di saltare l’uomo, creando la superiorità numerica, cercando inoltre di mettere Giampaolo Pazzini e i centrocampisti che accompagnavano l’azione, in condizione di andare al tiro. Ha stupito inoltre come i due si siano calati da subito nell’atmosfera di San Siro, un San Siro che mugugnava per il gol che non arrivava.

Di certo non hanno fatto rimpiangere Sneijder e mostrato una certa personalità. Coutinho, schierato sull’esterno, ha reso meglio rispetto alla prima frazione laddove ha giocato da trequartista puro, perché meno coinvolto nella bagarre della trequarti e meno chiuso dai ripiegamenti dei centrocampisti in raddoppio. Sull’esterno, il brasiliano gioca in maniera atipica: infatti non punta l’esterno ma rientra verso il centro per dialogare con i centrocampisti. Stesso discorso per Ricardo Alvarez: l’argentino, col passare delle partite, acquista sempre più sicurezza e cerca le cosiddette giocate che spaccano il match (verticalizzazioni, assist, dribbling), senza limitarsi più al compitino del pallone in orizzontale.

I ragazzi sentono la fiducia e la stima di Ranieri che in loro crede ciecamente. Il tecnico romano potrebbe nuovamente affidarsi al loro in quel di Trebisonda, laddove l’Inter cercherà l’accesso agli Ottavi di finale di Champions da prima e chissà se, viste le premesse di ieri, torneranno utili anche nel 4-2-3-1 che il tecnico ha in mente per il futuro, per fare in modo che i tifosi che ieri avranno avuto un gesto di stizza per l’assenza di Sneijder non rimangano delusi. Magari vedendo i tre assieme dietro a unica punta, ipotesi tutt'altro che fantascientifica, che consentirebbe all'Inter di mettere in cambio tecnica, fantasia e concretezza, un mix letale per risalire in campionato e per meglio costruire il futuro. Il tutto sarà però attuabile nel momento in cui tornerà l'olandese.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 20 novembre 2011 alle 17:30
Autore: Alberto Casavecchia
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