Karl-Heinz Rummenigge, grande ex giocatore dell’Inter, è protagonista a Trento di un convegno a lui dedicato, dal titolo: “Kalle, voce del verbo vincere”, organizzato nell’ambito del Festival dello Sport di Trento, alla presenza anche dell’ex presidente nerazzurro Ernesto Pellegrini. Rummenigge che ricorda in primo luogo quello che è stato il rapporto con il tifo: “I tifosi interisti venivano da anni non facili. Quando Ernesto Pellegrini mi ha preso come primo giocatore della sua presidenza è stato uno stimolo per loro. È nata anche una grande amicizia, e anche quando ho dovuto lasciare l’Inter per gli infortuni ho sempre sentito l’amore del primo giorno. Pellegrini ha sempre gestito l’Inter in modo umano, dando una mano ai calciatori nei momenti difficili; questo aiuta. Mi sono sempre sentito in debito con lui e con l'Inter per non aver vinto il campionato, era questo ciò che avrei voluto offrirgli”.

Una battuta Rummenigge la riserva a Ivan Perisic, nuovo giocatore dei bavaresi: “Lo abbiamo preso, gioca quando viene utilizzato da Niko Kovac. Sta facendo bene, ha anche segnato. Abbiamo due laterali come Kingsley Coman e Serge Gnabry, lui è un altro degli esterni. Quando gioca fa bene, siamo contenti”. Si torna anche sulla finale di Champions League persa nel 2010 dal Bayern contro l'Inter: "Il discorso che ho fatto? Eravamo già felici di essere giunti in finale, per noi fu una sorpresa dopo anni in cui in Champions non ottenemmo grandi risultati. L'Inter ha meritato di vincere perché aveva una marcia in più, come meritò l'Italia di vincere il Mondiale del 1982 contro la Germania Ovest. Sono sempre stato dell'idea che bisogna rispettare chi gioca meglio. Quella sera a Madrid ho fatto gli auguri a Massimo Moratti". Si torna anche sul celeberrimo gol in rovesciata, annullato ingiustamente dall'arbitro, nel corso del match di Coppa Uefa col Glasgow Rangers: "Dopo la partita quel direttore di gara venne a chiedermi la maglia, Alessandro Altobelli lo mandò a quel paese...".

Ma l'Inter è davvero una squadra particolare, quasi artistica? "L'Inter è senza dubbio una squadra speciale. Anche il Bayern Monaco è diverso dal resto della Germania, l'Inter però è particolare. L'ho capito subito dopo qualche giorno dal mio arrivo, durante il ritiro di Bressanone: ogni sera tantissima gente veniva a salutarci e a festeggiare. L'Inter è qualcosa di speciale, da me hanno detto subito che si nasce interisti e si muore interisti". 

Sezione: Focus / Data: Gio 10 ottobre 2019 alle 15:19
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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