Jonathan è una delle rivelazioni della stagione nerazzurra. Il brasiliano alla vigilia della gara con il Napoli ha parlato a Il Giorno. Ecco le sue parole: 

Lei e Alvarez siete l'immagine del riscatto nerazzurro. Passata la bufera?
"Sì, sono molto soddisfatto e carico. Stiamo facendo bene entrambi. Anche lui ha avuto un momento in cui le cose non andavano. Ma non mi sento i simbolo di questa squadra, siamo un gruppo compatto".

E' la sua stagione migliore?
"Può diventarla, ma manca ancora molto. Io cerco sempre di dare il meglio per ripagare il mister della fiducia che mi ha dato".

Quanto è merito di Mazzarri?
"Almeno al 90 per cento. Ho sempre pensato di poter fare bene. Mi mancava la fiducia, la tranquillità e il minutaggio nelle gambe. Mazzarri mi dice sempre: 'Jonathan vai tranquillo, fai quello che sai davanti, stai concentrato dietro le cose andranno bene'".

Le è pesato di dover essere l'erede di Maicon?
"Sì, ho sempre detto che siamo due calciatori diversi, ma tutti facevano paragoni. Maicon aveva vinto tutto e nei miei confronti c'era una aspettativa enorme. Ma io non parlavo la lingua, non capiv il modo di giocare e avevo la pressione dei tifosi. Non sono solo Jonathan calciatore, ho anche la vita privata. Ci si dimentica che siamo umani".

Qual è stato il momento più difficile?
"Quando contro la Samp sono scivolar due volte. Lì ho pensato che fosse meglio tornare a casa".

Quindi vuole rimanere in nerazzurro?
"Ho parlatocon il mio procuratore e ho detto che voglio restare fino alla fine della carriera. Ma so che dipende dalla società".

In Brasile però la cercano?
"Sì…"

Manca il calcio carioca?
"Lo guardo, ma non mi manca. E anche per la nazionale sono deluso: gioco bene, ma non basta. Sogno la convocazione ma ci sono altri davanti. Perciò voglio restare cinque, sei, sette anni".

Ha instaurato un forte legame con Mazzarri…
"Il mister lavora molto sul campo psicologico. Ci chiama nella sua saletta e s informa su come stiamo. Analizza i particolari, anche i singoli passaggi. Carica moltissimo. Nel calcio la testa è la cosa più importante e lui lo sa". 

Ed è cambiata l'Inter.
"C'è più voglia di vincere, siamo organizzati, c'è motivazione. Chi scende in campo deve mangiare l'erba".

Manca qualcosa a questa squadra?
"Sì, ma non so dire cosa. Sono dettagli dobbiamo essere più svegli".

Iniziando con il Napoli?
"Speriamo di fare una buona partita. Ultimamente non abbiamo giocato bene, con la Samp e con il Parma i primi minuti. Abbiamo perso troppi punti per colpa degli episodi, per disattenzione ed eccesso di fiducia. Ora dobbiamo recuperare". 

Al San Paolo non sarà facile…
"Sarà una partita durissima. Loro son carichi perché giocano contro il loro ex allenatore. Sono sicuro che ci sarà spettacolo".

Cercheranno riscatto dopo l'eliminazione europea?
"Probabile, saranno assatanati. Si concentreranno di più sul campionato, am noi possiamo far male".

L'Inter invece è distratta dal cambio di proprietà?
"Può essere. E' arrivata un'altra persona a capo del club e non è sempre qua. Ma sappiamo che guarda ogni partita. C'è tensione vogliamo dimostrare il nostro valore perché tutti vogliono restare". 

Thohir vuole rinforzi sugli esterni. Preoccupato?
"No, sono fiducioso delle mie qualità. In tutti i club con il mercato arrivano rinforzi. poi giocherà chi sarà meglio".

Il terzo posto è un obiettivo concreto?
"Ci credo, sicuramente. Mancano ancora tante partite. Abbiamo tempo e modo di toglierci soddisfazioni. Gli ultimi pari saranno vittorie nel girone di ritorno". 
 

Sezione: Focus / Data: Sab 14 dicembre 2013 alle 13:02
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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