Ospite di un evento del Corriere della Sera ambientato anche nel metaverso, Steven Zhang, presidente dell'Inter, ha spiegato, tra le altre cose, come il digitale possa impattare positivamente su un club di calcio. Prima, però, spazio alla storia: "Quando io e un qualche ospite veniamo a vedere questi trofei qui è impressionante, mostrano la storia e una grande responsabilità", dice parlando delle coppe vinte dalla Beneamata che oggi sono in una sala speciale dell'headquarter. 

Perché l'Inter sta mettendo molte energie nella strategia digitale?
"Io sono nato negli anni '90, mentre crescevamo il mondo ha cominciato a cambiare radicalmente. Fino a quando avevo 10 anni non avevamo molto a che fare con i computer e Internet, non c'erano videogiochi o auricolari, la vita era diversa. Poi tutte queste tecnologie si sono riversati nelle nostre vite e hanno preso possesso del nostro tempo libero. Da adolescenti trascorriamo il nostro tempo a cercare di scoprire tutte le novità del settore che prima erano inimmaginabili. Ci siamo resi conto che in quest'epoca Internet è ovunque, i media digitali sono ovunque. Ogni azienda deve usarli allo scopo di interagire con le nuove generazioni: è l'unico modo per far sì che le persone si interessino alla nostra azienda e che i nostri contenuti siano conosciuti in tutto il mondo".

Come coinvolgi le nuove generazioni col calcio?
"Spero che il fatto di essere diventato il presidente più giovane del calcio italiano sia interessante come aspetto, perché posso apportare novità nel mio club e nel settore e possiamo avere un impatto positivo con le persone che ci circondano e interagire con i più giovani. Abbiamo intrapreso alcune iniziative lanciando Inter Media House, il cui obiettivo è quello di produrre più contenuti digitali per interagire con i tifosi sulle piattaforme digitali. L'anno scorso abbiamo presentato un nuovo logo per il club e modificato tutte le immagini legate al marchio del club perché riteniamo che il nostro logo non verrà usato solo allo stadio ma in tutto il mondo digitale. Deve essere facile da usare in scenari e ambienti diversi, con una forma più piatta e colori vivaci in modo tale che sia più semplice da presentare nel merchandising o nelle immagini digitali. I tifosi hanno potuto usare pure TikTok per usufruire di contenuti che non eravamo riusciti a presentare prima. Ogni anno, ogni piccolo dettaglio ci serve per cercare di imparare e di cambiare una parte di noi stessi e del club per assicurarci di diventare più digitali e innovativi".

Parliamo di sostenibilità, quali sono le nuove fonti di ricavo per i club moderni?
"Vale per tutte le aziende, non importa in che ambito: usare le piattaforme digitali, i media e i contenuti digitali o coinvolgere chi ci circonda tramite le tecnologie, è uno dei modi per assicurarsi che l'azienda possa interagire con chi non lo ha ancora fatto. Come club ci siamo sempre concentrati sui diritti tv, ricavi da stadio e vendita di magliette, ma adesso siamo in grado di presentare le nostre informazioni digitali non solo alle persone di Milano ma anche in tutto il mondo in fusi orari diversi. Magari qualcuno sta dormendo durante la partita, ma quando si sveglia le immagini o le interazioni continuano anche dopo. Questo è il punto: arrivare ai consumatori in scenari più ampi e con maggiori competenze che in passato, negli anni '60 e '70, non avremmo mai immaginato. Sono sicuro che tra vent'anni, quando parleremo dei ricavi di un club, la vendita di biglietti o i diritti tv non saranno più le categorie principali. Lo saranno i social media, metaverso e merchandising, che sono tutti completamente digitali. Questo è quello che sta già accadendo: il 10-20% dei ricavi di un club arriva da qui e cresceranno sempre di più". 

Sezione: Focus / Data: Lun 04 luglio 2022 alle 21:53
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
vedi letture
Print