Parole da leader vero, quelle rilasciate da Samir Handanovic ai microfoni del Corriere dello Sport. Eccone una parte.
Samir Handanovic, dopo Marassi, ha fatto il fenomeno pure al Tardini, si sente comodo nei panni dell’eroe?
"E’ vero che nelle ultime due gare ho avuto più lavoro del solito, ma non mi sento certo il salvatore della patria. Ho fatto semplicemente il mio dovere. Semmai sono contento perché sono state due vittorie importanti".
Al di là del doppio successo, contro Sampdoria e Parma non si è vista un’Inter scintillante e lei è stato il primo a riconoscerlo...
"Ho detto quello che pensavo. Erano trasferte difficili, ma una volta in superiorità numerica le partite bisogna chiuderle. Occorre essere più aggressivi e non permettere agli avversari di giocare il pallone. Forse ha inciso un pizzico di ansia dovuta alle gare precedenti".
Esiste una spiegazione per tutti questi alti e bassi nerazzurri?
"E’ tutta la stagione che andiamo avanti così ed esiste sicuramente una ragione. Mi sono fatto la mia idea, ma non sta a me comunicarla. Tocca a chi ha il ruolo di studiare la situazione e di intervenire".
L’Inter occupa la posizione che si merita?
"Dopo trenta giornate, la classifica non può mentire, solo raccontare la realtà. Certo non mancano i rimpianti, ma non è un caso se dopo aver vinto due partite, poi pareggi le altre due o magari perdi. Tutti avremmo voluto lottare per lo scudetto o l'ingresso in Champions, invece facciamo la corsa per l’Europa League e corrisponde al nostro valore".
E’ giusto andare avanti con Mazzarri?
"Non sta a me dirlo. Io mi preoccupo solo di me stesso. Ognuno poi risponde dei propri errori. In ogni caso, siamo tutti professionisti e ascoltiamo ciò che dice l’allenatore".
Contro il Napoli, per squalifica, mancheranno sia Samuel sia Rolando, preoccupato?
"Sono convinto che chi andrà in campo si giocherà al meglio questa opportunità. Sarebbe stata comunque una sfida insidiosa, perché l’attacco di Benitez è tra i più forti e veloci del campionato".
E’ l’ultima occasione per battere una delle prime 3 in classifica...
"Per me non cambia tanto vincere contro il Napoli o il Parma, l’importante sono i tre punti. Andiamo sempre in campo per ottenere il massimo, poi capita di non farcela. La classifica dice che chi ci precede è più forte. Perciò va bene guardare avanti, perché serve sempre un obiettivo, ma occhio pure a chi sta dietro".
Insomma, per l’Europa League ci sarà ancora da soffrire?
"Assolutamente, anche perché il nostro calendario è complicato. Le sfide con Napoli e Milan possono stravolgere ogni scenario. Ora tutti si aspettano che l’Europa League sia una passeggiata, ma non è affatto così".
Tornando a Samuel, l’ha sorpresa il suo rendimento?
"E’ un campione che ha vinto tutto, ma il suo atteggiamento è straordinario. Si fa sempre trovare pronto, come a inizio stagione, quando non giocava e ha continuato ad allenarsi al meglio. Dovrebbe essere un modello per i giovani, sia quelli che sono all’Inter sia quelli che lo guardano in tv".
Kovacic e Icardi compresi, quindi...
"Sono entrambi fortissimi. E io dico che se l’Inter vuole costruire una grande squadra deve partire da loro due. Poi, è chiaro che sono giovani e capita che commettano errori, ma fa parte del processo di crescita. Sono certo che con il passare degli anni entrambi diventeranno ancora più forti".
E Handanovic cosa risponderebbe a Thohir se le dicesse 'Caro Samir è arrivata un’offerta irrinunciabile e devo venderti'?
Premesso che, se uno non può rinunciare, può sempre farlo l’altro, io ho un contratto con l’Inter e, per me, il presente è l’Inter. Poi si vedrà, parleremo, discuteremo. Non guardo così avanti. E finché nessuno viene da me, il mio pensiero è di rimanere qua".
Per Handanovic, l’Inter è il top?
"Al momento, nel mondo, ci sono squadre più forti, ma io spero che l’Inter torni il prima possibile a lottare per vincere. Questo è il mio obiettivo, è la mia speranza".
Il progetto Thohir ispira fiducia?
"Il progetto si comprenderà veramente in estate. Sono in Italia da dieci anni e tante cose ormai le capisco al volo...".
Ultimamente ha incassato parecchi complimenti dal presidente...
"Fa sempre piacere, ma non è capitato soltanto a me. E comunque io preferisco quando viene elogiata l’intera squadra, perché tutti danno un contributo".
Le dà fastidio l’etichetta di para-rigori?
"Sì, perché è riduttiva. Non è il metro di valutazione corretto, semmai un valore aggiunto".
Autore: Redazione FcInterNews.it
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