Una delusione come quella di Livorno può fare bene se l'Inter è ancora viva. Lo afferma la Gazzetta dello Sport, che però stenta a trovare risposte al momento cupo dei nerazzurri. E le domande sono tante. "Perché, pur se ad inizio aprile, Mazzarri non è riuscito a costruire l’Inter non infallibile ma almeno affidabile che ci si aspettava da lui? Perché questa squadra non sembra una squadra di Mazzarri, nel senso che si sono solo intraviste le caratteristiche invece diventate marchio di fabbrica di un po’ tutti i club allenati in precedenza? Il gioco, anzitutto: Mazzarri accenna spesso al giocare bene dell’Inter, ma è il primo a sapere che farlo con discontinuità, solo a tratti, finisce per determinare l’impressione contraria. Che i meccanismi sempre dati alle sue squadre erano magari fin troppo collaudati, ma lineari, affidabili, al di là della qualità dei giocatori; quelli dell’Inter, dove la qualità è merce più rara, non si specchiano ancora in un’identità di gioco assoluta e sono tuttora condizionati da troppi alti e bassi: trovata una buona espressione della fase offensiva è venuta a mancare solidità difensiva e viceversa e il paradosso è che la squadra mostrò il suo volto migliore quando Mazzarri aveva avuto meno tempo per darle i suoi codici". Domande lecite, anche perché - come si legge sulal rosea - quest'Inter appare davvero una lontana parente a livello caratteriale e di stimoli di una tipica squadra di Mazzarri. "E poi giocatori tesi, troppo tesi: spesso emerge una scarsa serenità che non può essere solo questione di poca esperienza", si legge ancora.   


 

Sezione: Focus / Data: Mer 02 aprile 2014 alle 09:10 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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