Il futuro di Walter Mazzarri, l'addio al calcio giocato di Javier Zanetti, il mercato ormai prossimo e gli obiettivi della squadra in vista della prossima stagione, senza dimenticare la gara di questa sera contro la Lazio, un match decisivo e fondamentale per la qualificazione all'Europa League, obiettivo dichiarato da squadra e società, con il presidente Erick Thohir in primis. Tantissimi temi 'caldi' che riguardano una squadra chiamata a tornare immediatamente protagonista con un presente che dev'essere conquistato, perché il domani passa da oggi.

Per approndire tutte queste tematiche FcInterNews.it ha intervistato in esclusiva una delle bandiere della storia del calcio, una vera e propria leggenda nerazzurra che anche in Nazionale ha lasciato la propria firma, indelebile. Ecco le parole del grande Giuseppe Bergomi, attuale allenatore della Berretti del Calcio Como e commentatore per SkySport.

Bergomi, cosa pensa della stagione dell'Inter? E' soddisfatto del rendimento della squadra e di Walter Mazzarri?
"Per rispondere a questa domanda bisognerebbe fare una premessa: tornando all'inizio della stagione nessuno avrebbe ipotizzato di vedere l'Inter chiudere il campionato tra le prime tre, quindi l'attuale posizione della squadra è in linea con le aspettative della vigilia. Mazzarri nelle piazze in cui ha allenato è sempre stato un valore aggiunto e penso che lui stesso volesse, comunque, ottenere qualcosa in più al primo anno di Inter. Il rendimento di squadra e tecnico, per concludere, mi sembra in linea con quello che era il progetto iniziale".

In base alle sue parole deduciamo che lei sarebbe favorevole alla conferma del mister.
"Assolutamente, senza problemi. Nel calcio bisogna avere pazienza e stare tranquilli. Da quando è andato via Mourinho abbiamo cambiato due allenatori a stagione e questo non è giusto. Ripeto, bisogna avere pazienza".

Passando a parlare di mercato, quale reparto andrebbe rinforzato e quali giocatori servirebbero veramente per il salto di qualità della squadra?
"Fare dei nomi è difficilissimo perché bisogna capire in che modo si vorrà giocare nella prossima stagione. Giocando con il 3-5-2 non è facile migliorare. La difesa dell'Inter è la quarta del campionato e i difensori sono tutti giocatori importanti, come Rolando, Samuel, Juan Jesus e Ranocchia. Potrebbe servire qualcuno come esterno, ma deve essere gente che copre tutta la fascia, ma solo in Italia si gioca quel tipo di calcio, all'estero non è così. Con la difesa a quattro servirebbero due terzini, uno per fascia, anche se Nagatomo potrebbe adattarsi. Poi direi un regista davanti alla difesa, con Cambiasso come alternativa, e anche un attaccante. Diciamo un inserimento per reparto".

In vista della prossima stagione, quale dovrebbe essere l'obiettivo reale della squadra?
"Dipende da tante cose. La Juventus, ad esempio, ha vinto lo Scudetto dopo campionati deludenti, la Roma quest'anno ha fatto un torneo importante dopo la scorsa stagione. Dipenderà molto dal mercato e da come le società decideranno di comporre le proprie squadre, quindi è presto per esprimersi su questo tema".

Inter-Lazio decisiva. Può essere la partita più importante dell'intera stagione?
"Per l'Inter, purtroppo, sono state tutte partite importanti e stasera ci giocheremo la qualificazione contro la Lazio. Rispondo così: con 6 punti in due partite la squadra può agganciare anche il quarto posto".

Javier Zanetti e l'ultima gara al Meazza. Lei, al posto di Mazzarri, farebbe giocare il capitano contro i biancocelesti?
"E' un considerazione difficilissima e molto particolare. Anche io sono un allenatore e ritengo che ogni tecnico debba decidere con la propria testa andando incontro, magari, anche ad errori. Se Mazzarri pensasse che l'utilizzo di Zanetti sarebbe la cosa giusta da fare la farà, altrimenti sceglierà di non schierarlo. Ogni allenatore deve sbagliare con la propria testa, senza ascoltare l''esterno'. Perché dopo può rimanere sempre il rammarico, quindi non dovrà farsi condizionare da niente e nessuno. Stasera sarà una situazione diversa, ad esempio, rispetto agli ingressi di Materazzi e Cordoba contro il Bayern nella finale di Madrid e nell'ultimo derby del colombiano: in entrambe le gare i risultati erano già al sicuro e maturati, quindi per Mourinho prima e Stramaccioni poi non è cambiato niente optando per quei cambi. E' tutto dettato dal momento, quindi è difficile esprimere il proprio parere su questa cosa".

Sezione: Esclusive / Data: Sab 10 maggio 2014 alle 14:38
Autore: Francesco Fontana
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