Finalmente. Dopo tante speculazioni senza un fondo di verità e in costante e netto contrasto con quanto dichiarato dalla nostra dirigenza, è arrivato l'atteso intervento necessario per spegnere definitivamente ogni remota ipotesi di cessione dell'Inter al fondo arabo. Amanda Staveley, co-proprietaria del Newcastle e vicina a PIF, ha messo un punto alle voci incontrastate che continuavano a chiamare in casa il fondo sovrano del principe Bin Salman in ottica nerazzurra: "Abbiamo parlato con Inter e Milan, ma il problema è legato alla struttura disastrosa del campionato italiano. C'è stato anche un breve sondaggio per il Bordeaux. Ora, comunque, non siamo più interessati all'Inter", ha detto a The Telegraph. Una doccia gelata per tutti gli insider, moderni pifferai magici in cerca di seguaci o nella migliore delle ipotesi mal informati, che con le loro rivelazioni e i 'sentito dire' continuavano ad alimentare le aspettative dei tifosi interisti, neanche si trattasse di una banale trattativa di mercato e non di un passaggio di proprietà da 1 miliardo di euro. Eppure, a turno, la nostra dirigenza era stata sempre chiara: Piero Ausilio, Beppe Marotta e Alessandro Antonello, i volti più rassicuranti in società (ovvero coloro che si espongono con maggiore frequenza), hanno sempre negato l'ipotesi di una cessione da parte della famiglia Zhang, assicurando, dopo aver ricevuto a loro volta rassicurazioni in merito, sull'intenzione di portare avanti il progetto a medio-lungo termine iniziato nel 2016 e interrotto drasticamente a causa della pandemia. Piaccia o non piaccia, questa è la realtà e se persino una voce ufficiale di PIF ha fatto chiarezza sulla questione, forse è il caso di valutare seriamente che non si tratti di una banale smentita di facciata. Niente pioggia di soldi, niente campagna acquisti faraonica e, va aggiunto, nessun patteggiamento etico con una possibile proprietà che mira al calcio, strumento popolare piuttosto convincente e trainante, per ripulire la propria immagine nel mondo.

L'Inter andrà avanti con l'autofinanziamento, parola che suona malissimo dopo l'ultima estate di mercato ma che riecheggia come un mantra per quasi tutti i club calcistici (esclusi quelli a cui viene concesso un po' di tutto, vero Ceferin?). Il bond verrà rifinanziato e questo darà margine di tempo alla proprietà, nel mentre Antonello e Luca Danovaro stanno raccogliendo l'adesione di molti sponsor, canale fondamentale per ripartire senza dipendere più dalle politiche cinesi. In più, il CFO ha rassicurato anche sul prossimo main che andrà a sostituire Socios.com sulla nuova maglia dell'Inter, altra boccata d'ossigeno (magari sarà proprio arabo, chissà) che si aggiunge ai passi avanti significativi in ottica stadio. Insomma, per quanto la scottatura del ridimensionamento faccia ancora male, nonostante Simone Inzaghi stia facendo un buon lavoro (che deve diventare ottimo per tornare in corsa nella lotta scudetto), bisogna accettare una volta per tutte la realtà, oggettiva, e smettere di credere a ciò che si vuole perché illude o dà speranze. Fino a quando non si renderà necessario, gli Zhang non venderanno l'Inter e se entro due anni non riuscissero più a proseguire il loro progetto iniziale avrebbero già la soluzione alternativa, Oaktree, a cui hanno dato in pegno la società. Chi vuole può continuare a credere alle favole degli insider e degli uccellini parlanti, ignorando persino la dichiarazione stroncante di Amanda Staveley (che ha anche sbattuto in faccia al nostro sistema calcio una dolorosa verità, vero Dal Pino?). Ma di fronte all'evidenza forse è il caso di prendere atto della situazione e dare fiducia alla nostra struttura manageriale affinché, come promesso, pur nelle difficoltà finanziarie mantenga la squadra competitiva.
Sezione: Editoriale / Data: Sab 13 novembre 2021 alle 00:01
Autore: Fabio Costantino
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