Una maglietta nerazzurra con un numero mai banale quando lo si accosta a questi colori. Il numero 3, quello che fu di Giacinto Facchetti. Erick Thohir ha donato una maglia proprio con il numero 3 ad Allen Iverson, ex stella dell'Nba che ha militato nelle fila dei Philadelphia 76ers, la franchigia di proprietà del magnate indonesiano (anche se in fase di dismissione delle quote). Apriti cielo. Attacchi da ogni dove contro il magnate asiatico reo, a detta dei detrattori, di aver profanato una maglia ritirata dal club proprio in onore del grande capitano. Sacrilegio.

Il più gentile, si è limitato a sottolineare non senza un pizzico di malizia come Thohir evidentemente non sia a conoscenza di chi fosse stato Facchetti e di cosa avesse rappresentato per l'Inter.

Quindi, il nuovo azionista di maggioranza – secondo loro – sarebbe uno che conosce vita, morte e miracoli di Nicola Ventola, ma poi dimentica di documentarsi (o di chiedere lumi) su una delle pagine più importanti e vincenti dell'intera storia della società di cui si accinge ad acquistare il pacchetto di maggioranza. C'è da piangere la notte.

Forse, quello che Erick Thohir davvero non sa è questa propensione di noi italiani a sembrare aperti alle novità per poi restare piuttosto provinciali e credere che esista ancora l'Impero romano, che qui sia ancora il centro del mondo. Si fa presto a sputare in faccia al lavoro di Moratti, ma poi ci si indigna quando questi cede la maggioranza a uno che “cosa vuoi che ne capisca di calcio se è indonesiano?”.

Quello che Thohir non sa è che qui in Italia si fa un gran parlare di giovani del vivaio da lanciare, di gioco all'attacco, ma poi – non appena la classifica si mette male – riecco spuntare concetti come “è colpa della mancanza di maturità” oppure “prima non prenderle”.

Quello che Thohir non sa è che l'Inter, tra le big e non solo, è quella con meno potere mediatico. E' la società che più di altre soffre attacchi gratuiti dai media, da cui è praticamente impossibile difendersi: come fai a rispondere ad argomentazioni messe su solo come pretesto?

Quello che Thohir non sa è che in Serie A c'è chi di stile parla e chi di stile vive. Chi se ne fa delle medagliette da appendere al petto e chi una ragion d'essere.

Quello che Thohir non sa è che, evidentemente, comincia a dare fastidio. E già questo gli consegna la patente di interista. E' sulla strada giusta, continui così.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 29 ottobre 2013 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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