E adesso provate a dividerli. Ci penserà forse Inzaghi nella finale di Istanbul, l'unico che alla fine dovrà scegliere se affiancare a Lautaro il 9 nerazzurro Dzeko, come da tradizione europea, o se aggiungergli uno 0, quello della maglia numero 90 di Big Rom Lukaku. E se il City e Guardiola una volta avevano paura persino di andare dal dentista, sicuramente oggi da campioni d'Inghilterra per il terzo anno consecutivo si presenteranno alla sfida del prossimo 10 giugno con qualche gettone d'esperienza e sicurezza in più, sebbene la stessa Inter dall'appuntamento con l'Atalanta ne sia uscita con i denti bianchissimi.

Fedina pulita, nonostante i vari processi e il delitto delle 12 sconfitte, una Coppa Italia aggiunta alla propria bacheca dopo la Supercoppa già vinta a Riyad, il Milan di Pioli e la Juventus di Allegri spedite a lezione di Inzaghi-style nelle semifinali delle due coppe. Ribaltata pure la spumeggiante Fiorentina di Italiano, nonostante la spinta mediatica di chi come Totti si augurava di vedere il trofeo in mano ai viola, l'attesa dell'Inter e di tutti i suoi tifosi ora è tutta per la gara contro i Citizens. In pochi ci credevano, solo la squadra sin dai tempi dei sorteggi e Salvini da prima dell'euroderby.

Nel frattempo, i nerazzurri trascinati dalla LuLa hanno brindato alla Champions, quella della prossima stagione, in attesa di giocarsi da "sfavorita ma non battuta" quella del presente con i marziani di Pep. Da una parte i numeri stratosferici di Haaland e compagni, dall'altra ad alimentare le speranze degli Inzaghiani ci sono il video delle uova e il finale di Space Jam. E poi quei due lì, tornati a imbracciare le armi di Call of Duty, giocando in coppia dal primo minuto ed esultando uno di fronte all'altro dopo appena 39 secondi dal calcio d'inizio della gara di San Siro, giusto per fare capire a tutti quanta fretta avevano di mettere al tappeto la Dea. Alla fine Inzaghi ha dovuto stracciare il piano del suo turnover, ma la sensazione è che nessuno dagli spalti del Meazza avesse rimpianti per Correa.

Prima della partita il tecnico aveva promesso che con la qualificazione in Champions archiviata avrebbe concesso due giorni e mezzo di riposo dopo il match, regalo recepito e accettato pure da Barella, che al 3' ha spiegato a Dimarco come si tira in porta senza far gasare Sportiello, a completamento di un'azione ancora una volta illuminata dalle giocate di Big Rom e del Toro. Gasperini e la sua Atalanta speravano forse di trovare un avversario stanco e appagato dopo il trionfo in coppa, competizione dalla quale erano usciti proprio per la sconfitta rimediata ai quarti contro l'Inter di Inzaghi, al termine di una partita giocata dai bergamaschi con un atteggiamento ben più cauto e decisa da Darmian al 57'. Che il problema di Gasp con l'Inter sia davvero la difesa a tre?

Nella ripresa, sul 2-1, gli Inzaghiani hanno prima sfiorato varie volte il gol e infine chiuso la pratica con la masterclass di Lukaku per Brozovic e il gol numero 21 in questa stagione in Serie A di Lautaro, che già mercoledì contro la Viola aveva fatto 100 e 101 reti con l'Inter. La carica dell'argentino campione del mondo ora può proiettarsi sulla finale di Istanbul, la quarta per lui quest'anno, dove in attesa di aggiornamenti sul fronte Mkhitaryan Inzaghi dovrà sciogliere il vero dubbio amletico per l'attacco: Lauti e un Lukaku più in forma che mai oppure Dzeko che nei grandi appuntamenti sa sempre come far male, perdipiù finalmente riposato e motivato dalla sfida contro la sua ex. Parafrasando un antico proverbio cinese, quando il saggio indica la LuLa, lo stolto guarda il dito.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 29 maggio 2023 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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