Il presupposto alla base è sacrosanto: di Divin Codino ce n'è e ce ne sarà sempre uno solo. E la maglia dell'Inter la ha vestita, tra il '98 e il 2000, lasciando ricordi positivi all'impatto. Roberto Baggio e Massimo Moratti hanno un rapporto eccezionale, ma non si è mai andati alla ricerca di un contatto concreto per un ritorno in altre vesti. Perché il Baggio che è stato proposto all'Inter è un altro. E di divino, per il momento, ha solo il cognome. Parliamo di Douglas Baggio, gioiellino classe 1995. Brasiliano purosangue nativo di Jaboatão dos Guararapes, in Sudamerica è considerato uno dei talenti in assoluto più promettenti del panorama continentale. Baggio gioca nel Flamengo, è un attaccante di piede destro e qualità incredibili. Sul web spopola la sua bicicletta, il ragazzo sa far gol e giocare di qualità.

Per lui, si sono mossi gli emissari del Real Madrid e di tante altre società europee. Lo hanno seguito con attenzione, studiato, monitorato. Con un cognome così, impossibile non puntarci gli occhi. Tra le tante società che lo hanno monitorato c'è anche l'Inter. Gli emissari nerazzurri in Sudamerica osservano tanti ragazzi, Baggio è sicuramente tra i più interessanti. In campo il ragazzo convince, il contratto a breve scadenza (2014) con il Flamengo è un assist al suo entourage brasiliano. E infatti, proprio i suoi procuratori sudamericani lo stanno proponendo alle maggiori società europee. Un documento è arrivato anche all'Inter. Il costo rispetto ai mesi scorsi è leggermente salito, ma Baggio può essere un'occasione. Dalla società nerazzurra però, in questo momento, è arrivato un no: Douglas non ha ancora completato le pratiche per il passaporto comunitario e l'Inter naturalmente non si sente di riempire così uno slot, al di là del costo dell'operazione. Magari più avanti, chissà. Ma con le società europee che lo monitorano in continuazione, la sensazione è che Douglas Baggio non resterà in Brasile ancora a lungo. Ne sentiremo parlare.

Non c'è neanche bisogno di sottolineare, invece, quanto sentiamo parlare attualmente di Fair Play Finanziario. Tra stipendi alleggeriti, investimenti intelligenti, plusvalenze varie (vedi Pandev, per citarne una) e un vivaio che si può tradurre in miniera, l'Inter vede la strada in discesa. Per un bilancio pulito bisognerà ritrovare gli introiti della Champions, quindi anche il prossimo bilancio - nonostante l'ingresso dei soci cinesi, dal 29 ottobre - renderà verosimilmente necessaria una ricapitalizzazione. Strada in discesa dunque, ma non ancora del tutto. Il processo è quello giusto. Intanto, però, da ambienti Uefa filtrano indiscrezioni che vanno in senso decisamente positivo. Perché il trucchetto degli sceicchi presto potrebbe trovare una fine. Il giochino era semplice: da Al Thani a Al Mubarak, i grandi gestori dei vari Paris Saint-Germain o Manchester City sfruttavano il trucco dello sponsor. Ovvero, con le proprie aziende - autentici colossi mondiali - finanziano gli investimenti della società sportiva tramite sponsorship sulle maglie e/o in altri 'settori', come il nome dello stadio (vedi l'esempio dell'Etihad per il City).

I prossimi bilanci saranno presi in esame dall'Uefa (non questo attuale, per il PSG, perché lo scorso anno non era in Europa). A questo punto, inizierà una prima analisi. Ma la vera svolta sta nell'intenzione di porre un tetto a questi investimenti tramite sponsor che falsano la competitività sul mercato. Se una società 'coperta' da sceicchi si ritrova investimenti ritenuti leciti da 150-200 milioni di euro e gli altri club non arrivano neanche alla metà, è naturale considerare il sistema errato. Per questo, l'Uefa sta lavorando per un tetto massimo consentito da non sforare, così da irrigidire il Fair Play Finanziario e dare una prima botta di serietà a questa norma che - fino a oggi - fa quasi sbellicare dalle risate, visti solo gli ultimi acquisti parigini e non solo. La conferma di questa idea dell'Uefa è arrivata anche da Ernesto Paolillo, prossimo consulente dell'Eca. Non resta che attendere, Platini non può più tirarsi indietro. Altrimenti la farsa andrebbe avanti, mentre c'è chi i giovani se li fa in casa e arriva a incassare oltre 70 milioni dal vivaio in pochi anni. Così si può anche dire no a Baggio. Douglas, s'intende...

Sezione: Editoriale / Data: Dom 14 ottobre 2012 alle 00:01
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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