È tornato Romelu Lukaku, un ritorno atteso dalla tifoseria interista prima ancora che dai compagni e dal nuovo allenatore nerazzurro Simone Inzaghi quasi quanto quello di un eroe che torna in patria dopo aver vinto la più grande e importante delle battaglie. Un’attesa ulteriormente alimentata dai suoi post sociale dove si faceva riprendere mentre sacrificava qualche attimo delle sue vacanze dandosi da fare per farsi trovare nella miglior forma possibile al ritiro di Appiano Gentile. Dove ha voluto recarsi praticamente subito dopo essere atterrato a Milano, curandosi poco di voli e jet-lag: troppo grande la voglia di rivedere quella che ormai è diventata la sua casa e conoscere di persona il suo nuovo allenatore, col quale si è fatto immortalare una volta varcato il cancello della Pinetina.
Romelu Lukaku è tornato, rinfrancato nello spirito dopo le tante fatiche di quest’annata lunga e abbastanza ricca di soddisfazioni. Ed è tornato con tutta la voglia di confermarsi nel ruolo che si è saputo ritagliare in questi due anni all’interno del gruppo nerazzurro: quello del leader, del trascinatore senza fare la primadonna, del faro che sa portare dietro di sé tutti i compagni tirando il carro insieme a loro, del perno del gioco senza per questo esserne un accentratore. L’innesto che ha segnato, insomma, un cambio epocale non solo nella tecnica ma anche e soprattutto nella mentalità di un’intera squadra. È un Lukaku che non intende lasciare nulla al caso, visto che è bastato poco al nuovo staff tecnico nerazzurro per essere rimasto colpito dalla condizione con la quale il belga si è presentato al loro cospetto: fisico marmoreo e tenuta atletica invidiabile, roba da lasciare a bocca aperta tutti i preparatori.
Soprattutto, Lukaku è tornato con le idee ben chiare: la sua voglia è quella di continuare il cammino intrapreso all’Inter, con tutta l’intenzione di proseguire nel ciclo vincente in nerazzurro. Non c’è partenza di Antonio Conte che tenga: d’accordo, l’ex tecnico nerazzurro è stato colui che, da sua ammissione esplicita, si è speso in prima persona con i dirigenti, non sempre usando toni diplomatici, al fine di far arrivare a Milano il gigante di Anversa che tanto aveva apprezzato nel corso della sua esperienza in Premier League. Ma chi ha pensato o anche provato a cavalcare anche il semplice pensiero di un Lukaku deluso e senza più motivazioni per l’addio del suo mentore italiano, si sbaglia e anche di grosso: già nei giorni scorsi, specie sui social, Big Rom ha fatto capire che tutti i suoi pensieri sono esclusivamente rivolti all’Inter. E una volta arrivato in Italia, dichiara apertamente di voler lavorare per realizzare tutti i sogni dei tifosi interisti. Insomma, parole piuttosto chiare e intenzioni ancora di più: l’Inter non pensa minimamente a privarsi del suo pezzo da novanta e lui non pensa minimamente a lasciare Milano e l’Inter. Discussione chiusa sul nascere? Possiamo dire di sì.
Questo pomeriggio, l’Inter sosterrà una nuova amichevole dopo il test di domenica contro la Pergolettese; dopo l’8-0 di tre giorni fa, si alza leggermente il livello dell’avversaria visto che i nerazzurri affronteranno il Crotone reduce dalla retrocessione in Serie B e soprattutto club che con l’Inter ha costruito una solida partnership specie in chiave mercato, visti anche i recenti passaggi di giocatori sul binario tra il capoluogo lombardo e la città ionica calabrese (Alex Cordaz da una parte, Samuele Mulattieri dall’altra). Un ulteriore step di avvicinamento in vista della prossima Serie A, aspettando l’impegno col Parma prima e la prova generale del 14 agosto contro la Dinamo Kiev a Monza. Probabilmente, a Romelu Lukaku sarà concesso solo uno spezzone di partita considerato l’inevitabile ritardo di condizione e di assimilazione dei dettami tattici di Inzaghi. Inzaghi che comunque sta praticamente ritrovando tutto il suo gruppo, al di là dei possibili sviluppi futuri del mercato, tra arrivi dati da tempo per imminenti e partenze per le quali ancora non si riesce a stampare il biglietto. Al netto di tutto questo, mancano all’appello soprattutto tre giocatori, non tre giocatori qualunque.
Mancano infatti i trionfatori dell’estate, i giocatori che hanno avuto diritto alle vacanze più lunghe perché impegnati più di altri e soprattutto meritori di giusto riposo dopo le vittorie negli Europei e in Copa America. Torneranno a inizio agosto Alessandro Bastoni e Nicolò Barella, gli alfieri nerazzurri dell’Italia di Roberto Mancini, col secondo che giusto ieri si è goduto una visita speciale in uno dei luoghi simbolo della sua passione per i vini, il Domain du Comte Liger-Belair in Borgogna. Ma soprattutto, deve ancora rientrare l’anima gemella di Lukaku, quel Lautaro Martinez intorno al quale, probabilmente, si stanno alimentando alcune ansie nell’animo degli interisti. Al di là di quella che è l’oggettiva situazione economica travagliata dell’Inter come della stragrande maggioranza dei club europei, e tralasciando discorsi dai piedi d’argilla di potenziali cessioni che poi stringi stringi di concreto sembrano avere poco a partire dai presupposti, il nome dell’attaccante argentino dà inevitabilmente adito a qualche considerazione.
Perché no, il futuro di Lautaro Martinez da Bahia Blanca è ancora lontano dall’essere definito. Giustamente, si può predicare tutta la calma del caso visto e considerato che il contratto del Toro scadrà nel 2023. Ma quella data che sembra ancora lontana nel tempo rischia di non essere poi così remota. Perché questa situazione genera indubbiamente qualche pressione intorno a Lautaro e anche intorno alla stessa dirigenza interista. Perché lo spettro dell’ennesima cessione pesante dopo quella di Achraf Hakimi continua ad essere agitato, perché tante squadre all’estero starebbero studiando la situazione pronte a sferrare un assalto, mentre le varie parti in causa sono impegnate in una sostanziale melina.
Dopo l’addio del marocchino, risulterebbe sicuramente altrettanto dolorosa la partenza, anche nel lungo termine, di un altro big come Lautaro, il ragazzo arrivato dal Racing Avellaneda e descritto inizialmente come un buon prospetto e poco più, e che dopo qualche alto e basso ha trovato la sua dimensione all’Inter dove è esploso nel momento in cui si è rivelato essere il ‘compagno di giochi’ perfetto per Lukaku, che lo ha cercato, coccolato e istruito fin da subito su come avrebbero giocato insieme. Vedere smantellarsi una coppia d’attacco universalmente riconosciuta tra le più belle da vedere ed efficaci sul campo dell’intero globo, specie adesso che sembra poter davvero iniziare il bello per entrambi, sarebbe davvero una pugnalata di quelle profonde. Andando oltre le dichiarazioni di circostanza, pertanto, forse è bene cominciare a mettere quanto prima le cose in chiaro, più o meno come ha fatto Lukaku stesso: che vuol fare l’Inter con Lautaro? Che vuol fare Lautaro con l’Inter?
Nessuno, viste le tempistiche, ostenta preoccupazione palese, né la società né l’agente né tantomeno il giocatore stesso, che dall’Argentina si espone sì ma più che altro per fare un bilancio consuntivo della sua annata memorabile e per sottolineare quanto gli anni in Italia lo abbiano cambiato anche e soprattutto sul piano mentale. Lodevole, certo, ma ora deve arrivare il momento di decidere il da farsi: Lauti potenzialmente ha ancora tantissimo da dare all’Inter ma dall’altro lato dell’arena rischiano di presentarsi tante società pronte a sventolare offerte ammalianti come quelle muletas che i toreri sventolano in corrida per ipnotizzare i tori e portarli nella loro trappola. Certo, di fronte alla classica proposta indecente sarà dura far valere i sentimenti, ma anche cercare di mettere al sicuro la propria posizione in fase di trattative sarebbe un punto di partenza importante.
Riuscirà insomma il Toro argentino, e insieme a lui l’Inter, a non cadere in tentazione e a far urlare ancora ai tifosi nerazzurri un bell’’olé’ dopo un’incornata vincente? E per quanto tempo?
Romelu Lukaku è tornato, rinfrancato nello spirito dopo le tante fatiche di quest’annata lunga e abbastanza ricca di soddisfazioni. Ed è tornato con tutta la voglia di confermarsi nel ruolo che si è saputo ritagliare in questi due anni all’interno del gruppo nerazzurro: quello del leader, del trascinatore senza fare la primadonna, del faro che sa portare dietro di sé tutti i compagni tirando il carro insieme a loro, del perno del gioco senza per questo esserne un accentratore. L’innesto che ha segnato, insomma, un cambio epocale non solo nella tecnica ma anche e soprattutto nella mentalità di un’intera squadra. È un Lukaku che non intende lasciare nulla al caso, visto che è bastato poco al nuovo staff tecnico nerazzurro per essere rimasto colpito dalla condizione con la quale il belga si è presentato al loro cospetto: fisico marmoreo e tenuta atletica invidiabile, roba da lasciare a bocca aperta tutti i preparatori.
Soprattutto, Lukaku è tornato con le idee ben chiare: la sua voglia è quella di continuare il cammino intrapreso all’Inter, con tutta l’intenzione di proseguire nel ciclo vincente in nerazzurro. Non c’è partenza di Antonio Conte che tenga: d’accordo, l’ex tecnico nerazzurro è stato colui che, da sua ammissione esplicita, si è speso in prima persona con i dirigenti, non sempre usando toni diplomatici, al fine di far arrivare a Milano il gigante di Anversa che tanto aveva apprezzato nel corso della sua esperienza in Premier League. Ma chi ha pensato o anche provato a cavalcare anche il semplice pensiero di un Lukaku deluso e senza più motivazioni per l’addio del suo mentore italiano, si sbaglia e anche di grosso: già nei giorni scorsi, specie sui social, Big Rom ha fatto capire che tutti i suoi pensieri sono esclusivamente rivolti all’Inter. E una volta arrivato in Italia, dichiara apertamente di voler lavorare per realizzare tutti i sogni dei tifosi interisti. Insomma, parole piuttosto chiare e intenzioni ancora di più: l’Inter non pensa minimamente a privarsi del suo pezzo da novanta e lui non pensa minimamente a lasciare Milano e l’Inter. Discussione chiusa sul nascere? Possiamo dire di sì.
Questo pomeriggio, l’Inter sosterrà una nuova amichevole dopo il test di domenica contro la Pergolettese; dopo l’8-0 di tre giorni fa, si alza leggermente il livello dell’avversaria visto che i nerazzurri affronteranno il Crotone reduce dalla retrocessione in Serie B e soprattutto club che con l’Inter ha costruito una solida partnership specie in chiave mercato, visti anche i recenti passaggi di giocatori sul binario tra il capoluogo lombardo e la città ionica calabrese (Alex Cordaz da una parte, Samuele Mulattieri dall’altra). Un ulteriore step di avvicinamento in vista della prossima Serie A, aspettando l’impegno col Parma prima e la prova generale del 14 agosto contro la Dinamo Kiev a Monza. Probabilmente, a Romelu Lukaku sarà concesso solo uno spezzone di partita considerato l’inevitabile ritardo di condizione e di assimilazione dei dettami tattici di Inzaghi. Inzaghi che comunque sta praticamente ritrovando tutto il suo gruppo, al di là dei possibili sviluppi futuri del mercato, tra arrivi dati da tempo per imminenti e partenze per le quali ancora non si riesce a stampare il biglietto. Al netto di tutto questo, mancano all’appello soprattutto tre giocatori, non tre giocatori qualunque.
Mancano infatti i trionfatori dell’estate, i giocatori che hanno avuto diritto alle vacanze più lunghe perché impegnati più di altri e soprattutto meritori di giusto riposo dopo le vittorie negli Europei e in Copa America. Torneranno a inizio agosto Alessandro Bastoni e Nicolò Barella, gli alfieri nerazzurri dell’Italia di Roberto Mancini, col secondo che giusto ieri si è goduto una visita speciale in uno dei luoghi simbolo della sua passione per i vini, il Domain du Comte Liger-Belair in Borgogna. Ma soprattutto, deve ancora rientrare l’anima gemella di Lukaku, quel Lautaro Martinez intorno al quale, probabilmente, si stanno alimentando alcune ansie nell’animo degli interisti. Al di là di quella che è l’oggettiva situazione economica travagliata dell’Inter come della stragrande maggioranza dei club europei, e tralasciando discorsi dai piedi d’argilla di potenziali cessioni che poi stringi stringi di concreto sembrano avere poco a partire dai presupposti, il nome dell’attaccante argentino dà inevitabilmente adito a qualche considerazione.
Perché no, il futuro di Lautaro Martinez da Bahia Blanca è ancora lontano dall’essere definito. Giustamente, si può predicare tutta la calma del caso visto e considerato che il contratto del Toro scadrà nel 2023. Ma quella data che sembra ancora lontana nel tempo rischia di non essere poi così remota. Perché questa situazione genera indubbiamente qualche pressione intorno a Lautaro e anche intorno alla stessa dirigenza interista. Perché lo spettro dell’ennesima cessione pesante dopo quella di Achraf Hakimi continua ad essere agitato, perché tante squadre all’estero starebbero studiando la situazione pronte a sferrare un assalto, mentre le varie parti in causa sono impegnate in una sostanziale melina.
Dopo l’addio del marocchino, risulterebbe sicuramente altrettanto dolorosa la partenza, anche nel lungo termine, di un altro big come Lautaro, il ragazzo arrivato dal Racing Avellaneda e descritto inizialmente come un buon prospetto e poco più, e che dopo qualche alto e basso ha trovato la sua dimensione all’Inter dove è esploso nel momento in cui si è rivelato essere il ‘compagno di giochi’ perfetto per Lukaku, che lo ha cercato, coccolato e istruito fin da subito su come avrebbero giocato insieme. Vedere smantellarsi una coppia d’attacco universalmente riconosciuta tra le più belle da vedere ed efficaci sul campo dell’intero globo, specie adesso che sembra poter davvero iniziare il bello per entrambi, sarebbe davvero una pugnalata di quelle profonde. Andando oltre le dichiarazioni di circostanza, pertanto, forse è bene cominciare a mettere quanto prima le cose in chiaro, più o meno come ha fatto Lukaku stesso: che vuol fare l’Inter con Lautaro? Che vuol fare Lautaro con l’Inter?
Nessuno, viste le tempistiche, ostenta preoccupazione palese, né la società né l’agente né tantomeno il giocatore stesso, che dall’Argentina si espone sì ma più che altro per fare un bilancio consuntivo della sua annata memorabile e per sottolineare quanto gli anni in Italia lo abbiano cambiato anche e soprattutto sul piano mentale. Lodevole, certo, ma ora deve arrivare il momento di decidere il da farsi: Lauti potenzialmente ha ancora tantissimo da dare all’Inter ma dall’altro lato dell’arena rischiano di presentarsi tante società pronte a sventolare offerte ammalianti come quelle muletas che i toreri sventolano in corrida per ipnotizzare i tori e portarli nella loro trappola. Certo, di fronte alla classica proposta indecente sarà dura far valere i sentimenti, ma anche cercare di mettere al sicuro la propria posizione in fase di trattative sarebbe un punto di partenza importante.
Riuscirà insomma il Toro argentino, e insieme a lui l’Inter, a non cadere in tentazione e a far urlare ancora ai tifosi nerazzurri un bell’’olé’ dopo un’incornata vincente? E per quanto tempo?
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Sabato 01 mar
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