C'è una cosa, una più di tutte le altre, che rimane dopo Juve-Inter di International Champions Cup. Quasi mai una semplice amichevole estiva. Quella cosa che rimane non è la prestazione, non sono le trame che si iniziano a intravedere, i cambi di gioco, il pressing che si alza, Sensi davanti a Brozovic in un sistema da doppio play, i progressi di Perisic o un generale miglioramento collettivo rispetto alla partita precedente contro lo United. Quella cosa che rimane, e che soprattutto deve rimanere ben impressa, è una frase di Antonio Conte a fine gara: "Questa sconfitta ci deve far rosicare".

Sta tutto qui il cambiamento che l'Inter cerca di attuare. Starà in questo, eventualmente, il vero capolavoro dell'allenatore. Perché è stato questo, nel passato anche recente, il vero limite dei nerazzurri: accontentarsi, finire per gioire per il solo fatto di esserci andati vicini, di essersela giocata alla pari. E invece l'esserci andati vicini, e l'essersela giocata alla pari, devono far aumentare i rimpianti per un risultato che, d'accordo, non conta nulla a luglio, ma deve imprimersi nella testa dei giocatori come una cosa da non accettare. Nemmeno in estate. Perché la mentalità è tutto, soprattutto se sulla carta, come si può prevedere, l'Inter non sarà la favorita del campionato. E la mentalità la inizi ad allenare in estate, esattamente come i muscoli e la tenuta fisica. Non la si può improvvisare a settembre quando arrivano le partite che valgono tre punti. 

L'Inter della scorsa stagione cercava giustificazioni, come è stato scritto più volte in questi editoriali. E' stato fatto dopo il ko di Torino in campionato (quando in molto esultavano, appunto, per aver visto una sfida alla pari) o dopo l'eliminazione dalla Champions ("Eh ma con quel girone è stato tanto giocarsela fino all'ultimo", recitava la teoria di chi si voleva accontentare). Questo crea sempre, anche in modo indiretto, l'alibi nella testa dei giocatori. Non a caso l'Inter ha terminato la stagione mettendo a rischio anche l'obiettivo minimo che, per altro, era ampiamente nelle sue mani prima di sperperare punti e certezze.  

Non è più tempo di accontentarsi: è tempo di provarci per davvero. E' tempo di rosicare, di arrabbiarsi e di correre forte. Contro una Juve ancora aggrappata alla mentalità allegriana più che già orientata verso il nuovo corso del calcio sarriano, l'Inter ha risollevato il suo morale e si è riscoperta forse un po' meno fragile di quanto si potesse temere.

Per questo il cambio di mentalità permette sì di porre delle ottime fondamenta ma la casa poi va costruita come si deve. Antonio Conte merita di avere quei due-tre giocatori che chiede e che devono andare a completare la rosa. Perché altrimenti resta inutile il suo stesso arrivo: avere un allenatore in grado di cambiare testa e pensieri e farli correre di pari passo con le gambe comporta poi anche il dovere di mettergli a disposizione quanto chiede. Per smettere di accontentarsi e far rosicare un po' gli altri. 

VIDEO - JUVE-INTER A NANCHINO, TENSIONE TRA TIFOSI FUORI DALLO STADIO 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 27 luglio 2019 alle 00:00
Autore: Giulia Bassi / Twitter: @giulay85
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