Quindi adesso Milan e Napoli sono in crisi? Per capire, eh. Perché qui si è fatta una gran cagnara sugli ormai famigerati "due mesi" dell'Inter, nei quali la formazione nerazzurra ha raccolto poco. Un ciclo nero concluso con i due pareggi con Torino a Torino e Fiorentina a Milano, prima del successo rigenerante in casa della Juventus. Casualità del calendario: nel weekend, Milan e Napoli hanno frenato esattamente con gli stessi avversari. I rossoneri pareggiando in trasferta con i granata e i partenopei perdendo in casa contro i viola. Pesante il ko di Spalletti, che pareva lanciatissimo verso la vetta, con gli azzurri che per molti erano la squadra nettamente più in forma e più in fiducia. Forse meno appariscente lo 0-0 di Pioli, che però era già reduce da un altro 0-0 deludente, quello casalingo contro il Bologna: una cura dimagrante che ha intristito tutta Milanello.

Ad approfittarne l'Inter, che aveva già battuto il Verona nell'anticipo di sabato. Prestazione di livello dei campioni d'Italia, tornati a giocare su livelli eccellenti per almeno 45 minuti contro un avversario pericolosissimo. Inzaghi sorride perché, senza Lautaro squalificato, ha potuto ammirare un Correa finalmente convincente: il Tucu è stato l'utilissimo apriscatole in grado di scardinare la difesa di Juric con la sua conduzione palla e attacco della profondità, proprio le qualità che erano mancate nell'ultimo periodo. La felice conseguenza è stata rivedere anche uno Dzeko più spigliato al pari dei vari Barella, Brozovic, Calhanoglu e Perisic. Ivan, in particolare, ha giganteggiato sulla fascia sinistra da par suo, confermandosi in stato di grazia. Ma adesso si sorprende solo chi in queste ultime settimane non era stato capace di andare oltre il risultato, fermandosi al tabellino che chiunque può leggere sul giornale il giorno dopo la partita.

Un fine settimana stuzzicante, che ci ha regalato anche una polemica degna di finire nel libro leggendario del 'Rumore dei Nemici'. Mario Sconcerti, sul Corriere della Sera, si era lamentato per la mancata contemporaneità tra Inter, Napoli e Milan. "Parliamo tutti di campionato equilibrato, ma non si vedono mai rispettate le condizioni base dell’equilibrio: che tutte le squadre coinvolte giochino allo stesso orario. Non è un fattore decisivo, ma è un fattore - aveva scritto Sconcerti domenica mattina -. Il Milan per la seconda volta dovrà giocare sotto l’obbligo di vincere, cioè un giudizio preventivo a posteriori, una contraddizione in termini. Non si perdono forse campionati per questo, ma il dovere è dare a tutti le stesse regole e le stesse possibilità, di orario, di meteo, di coscienza del risultato. Per capire Inter-Verona bisogna aspettare questo pomeriggio e il dopo cena. Non ne conosco la logica. Solo una tiepida ingiustizia di fondo che qualcuno dovrebbe finalmente lamentare".

Evidente la volatilità dei dati portati a supporto della tesi. Come si può affermare con assoluta certezza che giocare dopo dei rivali sia sconveniente? Si può avere maggior pressione in caso di risultato positivo del tuo diretto avversario, ma non è detto che la pressione sia un male così come non è detto che la rilassatezza sia un bene. Senza contare la variabile dell'avversario da affrontare e via discorrendo. Insomma, una polemica totalmente strampalata, tirata fuori in modo oggettivamente inappropriato. Un po' come la polemica sui 5 cambi (dopo Inter-Fiorentina 4-3), i troppi stranieri (dopo il Triplete) eccetera...

La verità che viene a galla e che rivela è che occorre competenza. Parlare in modo ipercritico di "7 punti in 7 partite", senza guardare il quadro generale, non aveva senso. La storia va sempre raccontata tutta, non solo la parte che ci fa comodo. Possibilmente con onestà e lucidità. Ci sarà un motivo se le giornate sono 38 e in un campionato si giocano due partite contro ogni avversario. Il calendario non è un inutile orpello. Ve ne siete accorti adesso?

Sezione: Editoriale / Data: Mar 12 aprile 2022 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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