"In capo al mondo che ci vado a fare se tu vai via / Tanto l'unica destinazione è ovunque tu sia". Sembrerebbe quasi il classico coro ultrà da stadio, se non fosse che parliamo della canzone "Playa" dell'artista italiana Baby K, rivisitata e "dimezzata in tempo di ballad" da Francesco Bianconi, già leader dei Baustelle, per il suo nuovo album da solista di cover Accade, pubblicato lo scorso venerdì come una sorta di lato B al primo album di inediti Forever (2020). La maggior parte dei testi sono stati scritti dallo stesso Bianconi per altri interpreti, altri sono veri e propri omaggi a storici cantautori. L'uscita, voluta o forse no, a quattro giorni dalla prima puntata del Festival di Amadeus, noto anche come Festival di Sanremo, nonché in prossimità del mai-come-quest'anno sentitissimo derby di Milano Inter-Milan.

1. "Io sono" (scritta per Paola Turci)
"Tu che parti dall'idea / Che mai niente cambierà / Come foglie sopra gli alberi /Noi due cambiamo già". Un incipit da cui potrebbero avere tratto ispirazione Robin Gosens e Felipe Caicedo, neo acquisti interisti che hanno scelto di dire addio senza troppi fronzoli ad Atalanta e Genoa dicendo sì al richiamo della società nerazzurra, con un'emozione palesata già in sede di presentazione. Due innesti quasi impronosticabili sino a qualche settimana fa, sebbene l'attaccante sia notoriamente un pallino di Inzaghi. Ma l'idea dell'imprevedibilità è da sempre attributo specifico dell'Inter, ultimamente in campo quando stravince o strappa i tre punti al 90', fuori con i colpi 'alla Marotta': "Mentre il tempo vola via / Sai qual è la novità / Io non sono solo acqua / Solo fuoco tutto qua. / Se non l'hai capito già / Sono il sonno e la follia / La dolcezza e l'inquietudine / Ma tu l'hai visto mai / Chi sono io?".

2. "Playa" (cover di Baby K e cantata in duetto)
"La musica, la playa / L'estate, la festa", stessa atmosfera elettrizzante in inverno per il derby. Non è "la spiaggia che salta", ma lo stadio con i tifosi nerazzurri e i cugini rossoneri. Capienza del Meazza ridotta (o aumentata, a seconda dei punti di vista) al 50% e alla fine anche la Curva Nord interista si è convinta a incitare i propri idoli in campo, nonostante quel piccolo malinteso sulla gestione della vendita dei biglietti. Il calcio d'inizio insolito sarà sabato alle 18, ma poi i festeggiamenti del vincitore andranno avanti "tutta la notte". Meno cinque alla stracittadina che anche per quest'anno diventa tappa decisiva nel cammino verso lo scudetto. Per la squadra di Pioli una sconfitta significherebbe venir tagliati fuori dalla lotta, mentre l'Inter potrebbe accontentarsi di un pareggio. Ma non è ciò a cui siamo stati abituati dai ruggiti di Inzaghi e dei suoi uomini, non per nulla il tecnico nerazzurro ha dominato pure la sua partita contro il Covid, negativizzandosi in tempi record e, per una volta, evitando di chiudere la pratica all'ultimo minuto. Un derby che, nell'attesa, inevitabilmente per ogni tifoso è "già nella testa", sperando che al triplice fischio la festa sia solo nerazzurra.

3. "La cometa di Halley" (scritta per Irene Grandi)
Chiamata in onore di Edmond Halley, che per primo ne predisse il ritorno al perielio, la cometa di Halley è il prototipo di comete caratterizzate da periodi orbitali compresi tra i 20 ed i 200 anni ed orbite che possono presentare inclinazioni elevate rispetto al piano dell'eclittica. Mettendo da parte i calcoli d'astronomia e chiudendo Wikipedia, il suo moto irrefrenabile ricorda l'andirivieni in campo, pur nei tempi più ristretti dei 90 minuti a partita, di Ivan Perisic e Denzel Dumfries, le due comete nerazzurre sulle corsie di sinistra e di destra nei cieli della squadra di Inzaghi. "E la cometa di Halley ferì il velo nero", mentre nel mirino delle due ali dell'Inter c'è stavolta il "velo" rossonero. "Che immaginiamo nasconda la felicità".

4. "Ti ricordi quei giorni" (cover di Francesco Guccini)
"Ti ricordi quei giorni? / I tuoi occhi si incupivano / Il tuo viso si arrossava". Lo stesso Inzaghi ha sottolineato come l'Inter non accedesse agli ottavi di finale di Champions League da dieci anni, stesso lasso di tempo che separava il club dall'ultima Supercoppa Italiana disputata e persa a Pechino contro il Milan, mentre il trionfo più recente prima del 2-1 contro la Juve risaliva addirittura a undici anni fa. Siamo nella stagione 2011-2012, vengono esonerati in serie Gasperini (sì, tutta colpa dei contrasti con la società per la difesa a tre) e Ranieri prima dell'arrivo di Stramaccioni, l'Inter finisce il campionato da sesta declassandosi con l'entrata in Europa League. Nel mercato di gennaio arrivavano Guarin (infortunato fino ad aprile), Juan Jesus (farà il suo esordio a maggio) e Palombo in prestito dalla Sampdoria. Oggi ci ritroviamo con una squadra campione d'Italia e di nuovo prima in classifica, vincitrice in Supercoppa, prontissima per gli ottavi di Champions e con Sensi che fa il percorso inverso di Palombo. Anche acquisti e nomi che circolano in ottica futura non sono niente male: "Ti ricordi quei giorni? / Quasi io non ricordo più / Ma nemmeno tu ricordi niente".

5. "I capolavori di Beethoven" (scritta per Mario Venuti)
Conte, Hakimi e Lukaku salutano l'Inter in estate, tra questi ci sarà poi chi si pentirà amaramente e chi farà finta di nulla. Il tifo nerazzurro piomba nello sconforto per "Il ritorno inatteso della povertà", ma non aveva fatto i conti con "I capolavori di Beethoven", alias Beppe Marotta, l'ad nerazzurro che, pur nel mezzo di un "mercato demente" a causa della crisi post-pandemica, ha in mano le "Istruzioni per l'uso di questo presente". Basti vedere cifre spese e risultati di chi ha preso il posto dei tre esuli, senza dimenticare gli altri colpi a sorpresa e le trattative per il futuro: alla fine è proprio Marotta con i suoi capolavori a insegnarci "che nel buio c'è il senso della luce".

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Sezione: Editoriale / Data: Lun 31 gennaio 2022 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri
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