Andato in archivio questo campionataccio 24/25, c'è qualcuno che ancora deve giocarsi qualcosa di discretamente importante. Eh già, è l'Inter di Inzaghi, alla facciazza di chi ha criticato e continua a farlo senza soluzione di continuità. Ma non si rendono minimamente conto di quello che questi ragazzi hanno raggiunto: o sono ubriachi o in malafede. Non c'è altra strada (per dirla alla Spalletti, che intanto torna sui suoi passi e convoca Acerbi...).

Il mister è stato sontuoso in conferenza stampa ieri nell'Open Media Day organizzato dalla Uefa in vista della finalissima di sabato prossimo. Ha risposto punto su punto su scudetto, finale, percorso, Conte, futuro e rumors vari. Inzaghi è stato netto come mai prima, denotando una grande consapevolezza raggiunta ormai a livelli top. Ha trasmesso carica e chiarezza: l'obiettivo è enorme, sebbene sempre quei "qualcuno" provino ad annacquarlo. Eppure si parla dell'evento sportivo più importante dell'anno a livello europeo. Sportivo e non solo calcistico: la finale di Champions è esattamente questa roba qui.

Simone avrebbe voluto parlare anche delle tante schifezze arbitrali perpetrate ai danni della sua Inter da gennaio in poi, ma ha evitato per eleganza. Eppure prima o poi qualcuno dovrà parlarne e certamente quanto sta emergendo nelle ultime settimane non depone a favore di un'Aia sempre più allo sbando, come dimostra anche il rendimento dei fischietti mal guidati dal designatore Rocchi. Audio spariti, altri tagliati, commenti democristiani e mai domande scomode. Conte li chiamerebbe "redrobenzieri". Inzaghi evita, ma il messaggio è stato chiarissimo.

Argomenti toccati, ma non troppo. Ora va scansato tutto, c'è da giocare "la partita". Piaccia o meno, a Monaco di Baviera ci sarà l'Inter.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 27 maggio 2025 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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