Va bene, errare è umano. Chi non lo fa? Ogni giorno sbagliamo comportamento, commettiamo errori, a volte perdiamo la pazienza e spesso facciamo scelte sbagliate. Fa parte della natura umana, l’uomo non può essere perfetto. Anzi, diciamo che non deve esserlo perché altrimenti perderebbe il suo mistero e annullerebbe il suo fascino. Quindi possiamo giungere alla conclusione paradossale che sbagliare è giusto, fa anche bene alla salute e, soprattutto, serve a capire, a imparare dall’errore stesso. E’ questo il bene dello sbagliare: imparare, crescere e capire che quell’errore non deve essere più commesso. Ecco perché si dice che errare è umano... ma perseverare nell’errore? Ecco la cosa grave: sbagliare e non cogliere l’insegnamento che quello sbaglio ci ha dato. Quando sei da solo poi fai i conti con la tua coscienza e, se ripeti l’errore, ovvero perseveri in esso, alla fine paghi quasi sempre solo tu.

Ma se sei su un prato verde, hai intorno 10 compagni e lì vicino il tuo allenatore, indossi una maglia da calcio che in più ha loghi e colori prestigiosi e leggendari, e addosso hai gli occhi di milioni di tifosi, allora le conseguenze e le responsabilità diventano enormi. Non puoi quindi essere “leggero” nell’errore e non puoi permetterti di ripeterlo all’infinito. Chi mi segue da tempo sa che ho consigliato a Guarin di cambiare atteggiamento, di giocare di più con la squadra e di rendersi disponibile ai compagni senza pensare di essere il nuovo Maradona. Eppure non sono stato accontentato e con me milioni di tifosi nerazzurri. Sarebbe troppo facile parlare solo dell’imperdonabile episodio di Livorno, perciò parlo di tutto quello che ha preceduto quel 'fantastico' assist per Emeghara. Troppi assoli inutili con il pallone tra i piedi e la testa bassa a guardare il prato verde, troppi tiri a capocchia dai 40 metri finiti in curva, troppi egoismi e troppe leziosità. Insomma, Guarin ha avuto tante chance mai purtroppo sfruttate.

Un periodo mediolungo fuori squadra non sarebbe una cattiva idea. Chiedo al mister il perché di questo incaponirsi su alcune scelte: perchè sul 2-1 di una partita tanto in bilico quanto fondamentale si è fidato così ciecamente di un giocatore che al posto di dare ordine e sicurezza fa dell’anarchia calcistica il suo credo principale? Perché ostinarsi a sprecare il talento acerbo quanto cristallino di uno come Kovacic costretto ad assistere dalla panchina agli stop dei fenomeni Kuzmanovic e Guarin? Mister, il tempo scorre e le occasioni saranno sempre meno. Errare è umano lo sappiamo... ma perseverare nell’errore è diabolico e il diavolo ha sembianze che, soprattutto a noi interisti, proprio non piacciono.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 03 aprile 2014 alle 00:00
Autore: Filippo Tramontana / Twitter: @filotramo
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