Magari lo dice solo per rasserenare gli animi, magari ne è convinto lui. Oppure, è semplicemente la verità. Ma quando Erick Thohir si espone sottolineando, in barba agli esperti last minute di finanza in ambito calcistico, che il destino dell'FC Internazionale non dipende dal piazzamento Champions, di certo va controcorrente. Ultimamente ne abbiamo sentite di ogni sulla situazione finanziaria del club, che non naviga ovviamente in dolci acque. Non è un caso se l'occhio dell'UEFA sia ormai fisso sulle attività societarie dell'Inter. Ci sta, si paga il dazio di tanti anni generosi di investimenti e per nulla preoccupati dal domani.

Chiarisco subito. Non mi ritengo un esperto di calcio e finanza, né ho intenzione di diventarlo. Lascio che siano i professionisti, quelli veri, a dirmi come stiano realmente le cose. Né mi voglio improvvisare professorone in materia economica. Però so cosa vuol dire pagare un mutuo ogni mese e sono consapevole di quanto pesi un tasso d'interesse, soprattutto se elevato. E mi rendo conto del fatto che la nuova gestione della società fondata nel 1908 debba fare molta attenzione a ogni mossa in ambito pecuniario.

Per forza di cose e per ignoranza della materia, devo fidarmi delle capacità manageriali di Thohir e dei suoi collaboratori, che non sono certo novellini gettati nella mischia. Da questo punto di vista, l'indonesiano non ha badato a spese e ho la vaga impressione che sappia cosa stia facendo. Controcorrente, dicevo prima. Già, perché gli esperti, o presunti tali, di FFP e affini, già predicono una catastrofe per il club nerazzurro in caso di mancato terzo posto. A furia di leggerlo e sentirlo dire, ce ne siamo convinti un po' tutti.

Poi arriva ET, che dopo aver regalato ai tifosi Podolski, Shaqiri e Brozovic (stay tuned, non è finita), li tranquillizza sul futuro della sua società: "È interessante, tutto si basa sempre sul 'si dice'… Ricordiamoci che l’Inter è tuttora il decimo brand più forte al mondo, e i nostri ricavi viaggiano allo stesso ritmo. I nostri ricavi in caso di mancata partecipazione alla Champions League resterebbero intorno ai 180/200 milioni di euro, in caso di qualificazione alla Champions aumenterebbero di circa 20/30 milioni. In sostanza, no Champions League, no problem per l’Inter. E anche la mancata qualificazione in Europa League non rappresenterebbe un problema. Ovviamente, essendo noi uno dei dieci brand più importanti del calcio globale, con una tifoseria ben consolidata, dobbiamo pensare in grande. Finire noni o decimi non è da Inter, gli obiettivi devono essere Europa League o Champions League".

Ne fa una questione di prestigio, non economica, Thohir. E dal modo in cui esplicita il concetto, è persino convincente. Quindi nessun assillo o ansia, il piano pluriennale presentato all'UEFA prevede anche un piccolo rallentamento. Ma questo non significa che l'Inter possa scendere in campo come fatto a Empoli o domenica pomeriggio contro il Torino. Mancini ha tutte le scusanti di questo mondo: i nuovi arrivati sono fuori forma, chi c'era prima o non è all'altezza o deve ancora metabolizzare i nuovi metodi. Con i granata, poi, alla voce sfiga non ci si è fatti mancare nulla.

Però i problemi sono ancora evidenti, se in materia finanziaria i numeri sono inequivocabili sul campo non è così. E se davanti si tende ad aspettare il pallone e non si detta mai il passaggio, a poco serve presentarsi con quattro calciatori con spiccate doti offensive. Senza movimenti (intelligenti, aggiungo io), alla lunga la strategia si rivela un bluff e l'avversario mangia la foglia in breve tempo. Problema già vissuto anche in passato: in attacco si crea poco e tutto casualmente, di trame che diano l'idea di essere frutto di schemi offensivi neanche l'ombra. Mancini avrà ancora molto da lavorare, proprio lui che preferisce il gioco offensivo all'equilibrio tattico a volte troppo prudente.

Se fuori dal campo ci si può dunque tranquillizzare, dentro è il caso di darsi una mossa. Non avere l'obbligo di frequenza della Champions League non significa che ci si possa rilassare. Uno dei dieci brand più importanti a livello di calcio internazionale non può permetterselo. Thohir dixit.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 27 gennaio 2015 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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