Diverse ma uguali. Juventus-Inter è la partita in cui due destini apparentemente simili si incrociano, la sfida che a un terzo del campionato mette di fronte la settima e la sesta in classifica. Come si è arrivati a questo punto è noto a tutti, specie a Simone Inzaghi e a Massimiliano Allegri che spesso sono stati messi erroneamente nella stessa frase per parlare di un avvio di stagione al di sotto degli standard. I punti di contatto, però, terminano con la differenza di appena due lunghezze in graduatoria che non misurano, ad esempio, gli opposti percorsi europei: se da una parte i nerazzurri hanno conquistato gli ottavi di Champions con una giornata d'anticipo nel ribattezzato 'girone della morte' con Barcellona e Bayern Monaco, i bianconeri hanno acciuffato lo spareggio di Europa League solo per la differenza reti migliore del modesto Maccabi Haifa, totalizzando appena tre punti. Prospettive opposte che sono figlie di scelte che non sono state prese per forza ieri. Sembra passata un'eternità da quando Giuseppe Marotta ha cambiato giacca puntando forte su Antonio Conte, colui il quale si è appuntato al petto con orgoglio la medaglia del regicida dopo aver detronizzato il suo ex club reduce da nove scudetti consecutivi. In realtà, il racconto del tecnico leccese, anche per le note questioni personali che l'hanno portato lontano da Torino, è vero solo in parte visto che, dopo aver abiurato la scelta di Maurizio Sarri, con Andrea Pirlo in panchina la Vecchia Signora non ha mai realmente avuto pensieri tricolori. Il 2-0 netto nel primo derby d'Italia giocato in un San Siro svuotato dalla pandemia fu il passaggio di testimone solo simbolico tra l'era vecchia e quella nuova, destinata teoricamente a durare nel tempo visto lo slancio con cui Lukaku e compagni superarono il Milan a febbraio 2021 tagliando il traguardo a 91 punti, +12 rispetto a Stefano Pioli. Campione d'Italia non così a sorpresa un anno dopo, al termine di un triello a cui hanno partecipato la Beneamata (senza Lukaku, Hakimi e... Conte) e per gran parte del torneo anche il Napoli. Attualmente al comando grazie al lavoro fatto sulla rosa, migliorata dopo aver detto addio ad alcuni senatori che molti reputavano insostituibili.

Altro che diarchia, la geografia della Serie A è cambiata velocemente, spinta dalla rivoluzione delle idee più che dal peso del fatturato. E così Juve-Inter di domenica diventa con cinque mesi d'anticipo rispetto a quella del 3 aprile scorso la seconda sfida ad eliminazione diretta in due campionati per stabilire chi può tenere il passo delle squadre che stanno stabilendo il ritmo di marcia. Un derby d'Italia alla 13esima giornata non può essere la Cassazione, ma sono gli stessi protagonisti a cercare le risposte definitive agli sgoccioli del primo atto di una stagione più che mai anomala. Il Mondiale ormai imminente non potrà azzerare i valori o i punti in classifica quando le ostilità ricominceranno a gennaio, sarà al massimo l'alibi dietro cui si nasconderanno quelli che  sono rimasti indietro facendo troppi passi falsi. Meglio essere a posto con la matematica già a novembre per affrontare al meglio il rush finale, ormai lo hanno capito tutti. "Non possiamo più sbagliare o perdere punti" è la dichiarazione che sentiremo più spesso nell'avvicinamento alla gara dell'Allianz Stadium. Niente di più vero, i bonus sono già finiti e la sensazione che 90 minuti possano spostare i giudizi a livello mediatico è forte: non è una novità, si predilige spesso il sensazionalismo all'analisi, non solo quando si parla di mercato. In poche settimane, le regine dell'estate che avevano messo a segno i colpi da copertina prendendo Romelu Lukaku e Paul Pogba, per poi essere automaticamente indicate nelle famose griglie come favorite, si ritrovano a fare all in anche in campo per reclamare la loro candidatura al titolo paradossalmente con i loro top player bloccati in infermeria. Juve-Inter, in definitiva, sarà l'ennesima occasione per entrambe di definire la loro diversità. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 03 novembre 2022 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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