Ci siamo. Giovedì sera sono stati sei, tutti molto belli. Da palato fine con firme d'autore. Mateo Kovacic, Mauro Icardi e Pablo Daniel Osvaldo hanno strappato applausi dimostrando di poter essere, ancora di più, tre pedine fondamentali per questa Inter. Chiamali pure botti, botti da campo. Perché ora il popolo nerazzurro attende quello più rumoroso, luminoso e, con il tempo, si spera anche decisivo. Quello di mercato. Nomi, come sempre, se ne fanno tanti. Ma quale potrebbe essere il profilo ideale per questa creatura targata coach WM, considerando aspetti tecnico-tattici ed economici?
Facile pensare al preferito, usando una frase tanto banale quanto chiara: "Lui è il più forte". Ma di questi tempi la Serie A non può permettersi il lusso di scegliere, senza badare a spese. A maggior ragione con un giudice quale il Financial Fair Play. In Premier League, Liga, Bundesliga e Ligue 1 non è così e anche questo mercato ha detto che le super ricche d'Europa non hanno badato a spese. In Italia no, non funziona proprio in questo modo. Bisogna tutelare il bilancio, proteggere le proprie star ma avere allo stesso tempo il coraggio di venderle qualora arrivasse l'offerta importante per poi dimostrare di essere club vero e attenti osservatori investendo una cifra minore per un potenziale nuovo crack (la Roma negli ultimi anni è stata da esempio in questo senso). Anche per l'Inter dovrebbe essere un po' così e proprio per questo per l'attacco di Walter Mazzarri potrebbe anche non essere utilizzata la frase "Il più forte". E quindi si parte: Erick Thohir, Piero Ausilio, Marco Fassone, coach WM e - perché no - Massimo Moratti al tavolo delle trattative con una 'margherita da sfogliare'.
Alessio Cerci. Difficile il suo arrivo in nerazzurro anche se sarebbe stato il vero valore aggiunto. Improbabile strapparlo al Torino usando qualche formula tanto di moda in questo mercato perché Urbano Cairo per il proprio gioiello chiede cash: 20 milioni, prendere o lasciare. Troppi per questa Inter che forse avrebbe potuto utilizzare la carta Rubén Botta, profilo gradito agli ambienti granata ma, ormai, nuovo giocatore del Chievo Verona. Dall''Olimpico' sponda granata facciamo un giro molto attuale che nelle ultimissime ore ha animato i rumors nerazzurri. Un giro atipico probabilmente, ma nel mercato - si sa - vale tutto. Da Londra a Bergamo passando per Monaco di Baviera ed ecco Adel Taarabt, Giacomo Bonaventura e Xherdan Shaqiri.
Il nazionale svizzero costa, forse più di tutti e il club della coppia del presidente Karl Hopfner e dell'onorario Franz Beckenbauer chiede tantissimo, che si parli di prestito oneroso, cessione definitiva o diritto-obbligo di riscatto. L'agente ha aperto all'Italia, ma difficile che l'Italia apra il portafogli per il potente classe '91. Il Jack atalantino nerazzurro, sinceramente, non lo reputo un nome da boom. Da botto, insomma. Buon giocatore, l'Atalanta non si opporrebbe di certo a una sua cessione e lui stesso correrebbe ad Appiano Gentile per la prima grande occasione della sua carriera, ma per un'Inter in pieno rilancio occorrerebbe qualcosa di diverso. E poi c'è lui, il fresco ex Milan ritornato malvolentieri al Queens Park Rangers per quella che potrebbe essere una scommessa intrigante. Ma qualità, un pizzico di pepe per - chissà - consacrare un ex rossonero e un prezzo che non sarebbe tra i più esorbitanti potrebbero spingere l'Inter a scegliere il nazionale marocchino.
Altro giro, altra corsa e via a Parma, dove a Collecchio si allena e pensa al proprio futuro Jonathan Ludovic Biabiany, francese campione del mondo con l'Inter nel 2010 accostato anche a Milan e Juventus negli ultimi giorni. Può essere il nome 'caldo', vuoi perché con una contropartita gradita (Hugo Armando Campagnaro?) l'ad Pietro Leonardi potrebbe abbassare le proprie richieste vuoi per l'utilità per le liste Uefa il parigino sembra oggi non il favorito, ma il più probabile. Almeno ad oggi. Parigi, quindi. E Parigi vuol dire Paris Saint-Germain, proprio dove gioca lui.
Ezequiel Iván Lavezzi, il migliore, il più ambito, il più desiderato e acclamato. E l'unità d'intenti dei tifosi fuori dai cancelli dell''Angelo Moratti' e una maglietta già pronta con il 21 predisposta sulle bancherelle all'esterno dei cancelli non sono sicuramente casuali. Mister T dice che non è facile trattare con il PSG, ma aggiungo anche che non lo è altrettanto dire no alla possibilità di passare da prima riserva a star assoluta di una squadra. Ma costa. Sì, anche il Pocho ha un prezzo alto, soprattutto di ingaggio perché non mi stupirei se Nasser Al-Khelaïfi si accontasse di una quindicina di milioni o magari di un prestito oneroso con diritto-obbligo di riscatto per un giocatore che 'vede i trenta'. Non nascondo che di fronte alla scelta azzurra-albiceleste con Cerci e Lavezzi sul piatto non saprei chi scegliere, perché l'Alessio ex Roma e Fiorentina ha dalla sua un'età che oggi lo vede nel pieno della maturazione calcistica, ma come non esaltarsi in caso di arrivo del fulmine che ancora oggi a Napoli acclamano e rimpiangono. E poi con Mazzarri... beh, che coppia.
E quindi, Erick, sparalo. Che si 'sfogli la margherita' al tavolo del mercato per poi scendere in campo e prepararlo. Perché il popolo, quello nerazzurro, ora attende solo questo. Il botto di fine mercato.
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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