Non sarà semplice riconfermarsi. In questo periodo si ragiona molto dell'Inter sul piano societario, io preferisco concentrarmi sul campo, ovviamente consapevole che dal primo dipenderà poi il secondo secondo un rapporto di consequenzialità diretta. La seconda stella è realtà e i nerazzurri hanno festeggiato nel giorno più bello, quello della stracittadina. Inzaghi ha attivato automatismi pregiati, modificando gli errori in fieri senza mai farsi condizionare dall'esterno. Il lavoro non ha segreti: le qualità delle pedine interiste sono note a tutti (anche in campo europeo) e le trame di gioco, verticali e imprevedibili, hanno messo in difficoltà anche Guardiola nella finale di Champions dell'anno scorso. Tassello dopo tassello: i miglioramenti richiedono tanto lavoro, moltissima conoscenza e altrettanta consapevolezza. Ai giocatori dell'Inter non è mai mancata e non deve mancare nemmeno nel prossimo futuro. Essere sicuri di sé stessi, avendo doti tecniche invidiabili, rappresenta un'accoppiata vincente.

PER LA CONTINUITÀ. Puro automatismo psichico, un mosaico delle sicurezze (una dietro l'altra, molto spesso incatenate), una costruzione energica di bel gioco ed entusiasmo, un'autentica liberazione di bellezza nello spirito e nell'interpretazione. È stata realista e surrealista, razionale e impulsiva, cinica e composta, logica e pazza, calcolatrice e spregiudicata, immaginazione e realtà. Perché è sempre bello esplorare l'espressione spontanea dei propri sogni e desideri. E' tempo di tracciare il profilo del futuro, che poi, in fin dei conti, s'intreccia e si allaccia con quello del presente. Un ritratto emerso nella qualità del centrocampo, l'implacabilità di Lautaro, la bravura di Sommer in costruzione, le uscite dei difensori che sparigliano le carte delle difese avversarie; tutte identità racchiuse nella diversificazione degli elementi del collettivo in base alla funzione che hanno o al compito che devono svolgere.

RIFORME? MACCHÉ. Piccolo inquadramento sul tema della Lega Serie A di questi giorni. Malagò ha parlato così dell'agenzia dei conti: "Si è passato dall'idea di un'agenzia cooperativa a un'idea di un'authority. Una parola molto chiara sul vocabolario, vorrei vedere come sarà declinata nei tempi e nei modi. Non c'è pregiudizio, dico solo che non si può fare qualcosa se c'è un'opposizione così chiara da parte di un certo mondo, anche a livello internazionale". Trovare un punto d'intesa non sarà affatto semplice, soprattutto considerando che non c'è un parametro valutativo in comune. Chi vivrà, comunque, vedrà.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 18 maggio 2024 alle 00:01
Autore: Niccolò Anfosso
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