Lo scorso 18 gennaio il derby si è colorato di nerazzurro, l'lnter lo ha dominato e ha alzato al cielo la Supercoppa italiana. Tutto bello, bandiere al vento. Ma il sapore non è stato lo stesso di sempre. Quella particolare emozione che precede, accompagna e chiude un appuntamento del genere non poreva essere la stessa, perchè si giocava a Rijad. Con tutto il rispetto per la suggestiva capitale dell'Arabia Saudita, il derby di Milano è derby di Milano a tutto tondo solo se si gioca a San Siro. Con i suoi riti, i suoi colori, la sua gente. Ma il calcio che insegue soldi come se non ci fosse un domani, non lascia più spazio al purismo, bisogna purtroppo arrendersi. Domani però si tornerà alla sani abitudini, alla città che si spacca in due per una partita che non potrà mai essere “normale”, anche se, in caso di vittoria, regala tre punti come le altre.
“Certe notti Milano ha colori meravigliosi” recitava una scenografia della Curva Nord prima dell'andata dello storico derby di Champions League del 2003. Il nero e l'azzurro: i colori del cielo e della notte, mix di eleganza che domani sera dominerà la stracittadina visto che, per calendario, sarà l'F.C. Internazionale a giocare in casa. Nel Tempio sono attesi 75 mila spettatori, cinque milioni e mezzo di incasso, il secondo più alto in serie A per il club nerazzurro. Veniamo al campo. Visti gli ultimi risultati delle due squadre, la formazione di Simone Inzaghi parte nettamente favorita. Quindi, secondo la vulgata che accompagna i derby, magari sarà il Milan a festeggiare. Ognuno è autorizzato agli scongiuri del caso. L'Inter sta bene, è più forte dei rossoneri, lo ha dimostrato a Riad, lo ha confermato martedì scorso quando ha battuto meritatamente l'Atalanta nei quarti di finale di Coppa Italia. Il Milan, campione d'Italia in carica, è sparito al minuto 87 della sfida di San Siro con la Roma, quando i giallorossi riuscirono nel finale di gara a pareggiare una partita già persa.
Da quella sera il Diavolo imbarca acqua senza intravvedere una logica via d'uscita. La Beneamata ha quindi la grande occasione per dare il colpo di grazia alla rivale di sempre. Inzaghi ha possibilità di scelta, anche Brozovic e Handanovic sono tornati a lavorare in gruppo e domani sera si accomoderanno in panchina. In difesa il mister dovrà decidere se schierare o meno Skriniar, ex idolo del Meazza nerazzurro dopo il triste epilogo del mancato rinnovo di contratto che lo porterà, a giugno, a emigrare a Parigi dove lo attendono tanti soldi, stelle come Messi, Mbappè, Neymar, ma non certo l'amore che il popolo nerazzurro gli ha riservato da quando, sette anni fa, è sbarcato a Milano. La Curva chiede di non fischiare il giocatore, per il bene dell'Inter. Che lui possa giocare sino a fine stagione con il massimo impegno, non credo ci siano dubbi. Ma è anche indubbio che la mente del forte difensore slovacco non possa essere così serena come un derby impone. Staremo a vedere.
In attacco la logica chiederebbe la conferma della coppia formata dal grande Edin Dzeko e lo staripante Lautaro Martinez, Campione del Mondo e ora anche capitano dell'Inter. Ma quel Lukaku che, nel secondo tempo della sfida con l'Atalanta ha dato importanti segni di risveglio, potrebbe essere la sopresa della sfida che nella stagione dello scudetto nerazzurro lo ha visto indiscusso protagonista. Romelu scalpita, ha voglia di riprendersi l'Inter. Sta lavorando con grande umiltà. Un gol, magari vincente, domani sera, potrebbe restituirlo definitavemente alla causa. Purtroppo il Napoli è tremendamente lontano, sia per i tredici punti di distacco, sia per come stia giocando la squadra dell'ex Luciano Spalletti. Sembra impossibile ipotizzare un crollo. E poi, statisticamente, quando a metà campionato hai già perso sei gare come è successo ai nerazzurri, appare veramente solo un sogno la possibilità di agganciare la vetta. Ma questa Inter, con la rosa a disposizione, ha il dovere di entrare tra le prime quattro. Un esito diverso significherebbe fallimento oltre che un salasso per le già sofferenti finanze.
È iniziato il conto alla rovescia per la Partita più importante della stagione. A prescindere dalle ragioni di classifica. Si giocherà di sera. Domani mattina, quando suonerà la sveglia, per entrambe le tifoserie inizierà un giornata che sembrerà lunghissima. Ognuno consumerà i suoi riti, ognuno sceglierà con cura anche l'abbigliamento, ricordando sfide passate. Come da tradizione, il derby si giocherà prima sugli spalti, con le due Curve che hanno quasi sempre regalato scenografie mozzafiato da immortalare sul proprio telefonino. E poi i cori, lo sventolio delle bandiere, il tam tam dei tamburi. Ogni volta, una grande emozione. Anche nel cosiddetto calcio moderno, che tratta sempre più i tifosi come clienti e non più come parte integrante di un sentimento. Tant'è. Domani, per una notte, il sentimento conterà e abbraccerà tutto lo stadio.
Alla fine ci sarà gente felice e gente triste, pronta a incassare a scuola e in ufficio gli sfottò di rito. È Inter-Milan, bellezza. Quando, “Certe notti Milano ha colori meravigliosi”.
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