Il vincitore dell'ultima Parigi-Roubaix Sonny Colbrelli, al termine della prima tappa del Giro di Catalogna, un paio di settimane fa, aveva subito un collasso appena passata la linea d'arrivo. Sulla base dei risultati della valutazione clinica, d’accordo con lo staff medico del team, Colbrelli, giovedì scorso, s'è sottoposto ad un intervento di successo per l’impianto di defibrillatore sottocutaneo (ICD). Il ritorno all’agonismo per il resistente velocista di Desenzano del Garda, con le norme che ci sono adesso in Italia, è impossibile, poiché il caso ricalca quello di Eriksen. Lo spiega il dottor Corrado, direttore dell’Unità operativa delle cardiomiopatie genetiche e cardiologia dello sport all’Università di Padova, e uno dei massimi esperti mondiali nello studio della fibrillazione ventricolare da cardiomiopatia aritmogena, nell'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport e ripresa da Calcio e Finanza. 

Tornare in gruppo? "Negli Usa, e in molti Paesi europei, si sta facendo strada il concetto, basato sulla crescente evidenza scientifica, che il defibrillatore sia protettivo contro le aritmie pericolose anche per la vita dell’atleta e che si possa praticare attività agonistica anche con il dispositivo impiantato. Colbrelli è un campione internazionale il cui futuro sportivo va proiettato in un’Europa senza frontiere. Sarebbe giusto ragionare in questi termini. Eriksen è tornato a giocare a calcio, con il defibrillatore – conclude Corrado -. Nessuno può sentenziare che la carriera di Colbrelli sia finita, ma la cosa più importante è aver riguadagnato la salute e la serenità. Certo, in Italia ci sono delle norme che hanno impedito a Eriksen di continuare a giocare nell’Inter. Sonny ha bisogno più di tutto di un periodo di tranquillità. La vita è la cosa più importante". Parole ovviamente sacrosante. Ma in Italia, Colbrelli, nel caso in cui il dispositivo non venisse rimosso, non riceverebbe l’idoneità per proseguire sua carriera agonistica. 

Sezione: Curiosità & Gossip / Data: Dom 03 aprile 2022 alle 15:58
Autore: Niccolò Anfosso
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