Luis Henrique si racconta al Corriere della Sera in una delle sue prime interviste da quando è in nerazzurro. Il brasiliano ricorda le esperienza da calciatore del padre ("Un buon giocatore a livello locale e mi ha fatto sempre respirare il calcio, è stato mio maestro e allenatore dai 3 ai 14 anni").

Proprio il padre disse del neo interista che ha "l'allegria nelle gambe". "C’è sempre e deve continuare a esistere - dice il diretto interessato -: è un dono con cui sono nato. Significa poter realizzare il sogno di bambino. E poterlo fare in una grande squadra come l’Inter mi dà tanta felicità".

Gli inizi in Europa, all'Olympique Marsiglia, non sono stati però facilissimi. "È stato tutto molto rapido, credo di non aver fatto nemmeno 20 partite da professionista col Botafogo quando sono stato venduto. Tutto era nuovo, il tipo di calcio, la lingua. Sono tornato un anno in Brasile, ma poi mi sono affermato: superare le difficoltà è stata una lezione di vita. Sono ritornato dal Brasile, dal prestito al Botafogo, con più esperienza e più fiducia. Lui (De Zerbi, ndr) mi ha dato un appoggio totale che mi fatto crescere molto".

Dal tecnico italiano a Cristian Chivu. "Parliamo molto. E mi chiede di stare alto in attacco, di tentare la giocata individuale. L’Urawa era una squadra molto chiusa e abbiamo fatto fatica: penso che con il River avremo più spazi. Devo migliorare la condizione atletica: ho fatto una pausa a fine campionato. Cosa mi serve per sfondare in Italia? Penso che sia un calcio più tattico di quello francese, che è più fisico. Devo migliorare sotto quell’aspetto". In ogni caso Luis Henrique racconta di vivere questo passaggio in nerazzurro come "un punto di partenza", magari utile per conquistare la nazionale. "Ci sono giocatori forti nella Seleçao. Ma l’Inter può darmi una visibilità diversa: dipende da me dimostrare che ho le qualità. Rivalità con gli argentini del River? La rivalità c’è sempre, ma ho tanti amici argentini e ho imparato a capirli meglio".

In vista dell'ultima gara del girone, Luis Henrique ammette che contro gi giapponesi "la reazione è stata ottima, ma non dobbiamo concedere certi gol. E iniziare subito forte contro il River. Obiettivi? Aiutare l’Inter a vincere e per quel che mi riguarda fare più della stagione passata, che è stata la mia migliore. Le difficoltà di ambientamento in Europa le ho già vissute e superate. E i 24 milioni di cartellino non mi spaventano: so che devo prendermi delle responsabilità. E che si decide tutto sul campo".

A proposito di rivalità, ci sarà quella con Dumfries per un posto e non sarà semplice. "Per nulla, ma proprio per questo so che dovrò alzare il mio livello. Le nostre caratteristiche sono un po’ diverse e dipenderà anche dalle situazioni che si creano".

Sezione: Copertina / Data: Mar 24 giugno 2025 alle 08:56
Autore: FcInterNews Redazione
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