Dev'essere successo nottetempo, con la stagione autunnale che sarebbe solo connivente... Avendo esaurito tutte le foglie di fico possibili ed immaginabili per coprire lo scempio nella gestione delle nuove tecnologie a supporto (si fa per dire!) della squadra arbitrale (protocolli prêt à porter, audio Var disponibili non prima di 15 gioni, "immagini non chiarissime" pur col conforto di telecamere angolari piuttosto di quelle, chessó, "ascellari", ecc.), la Lega Calcio deve aver deciso di far chiudere il campionato all'ottava giornata, defalcando brutalmente i restanti ed inutili 30 turni. Dunque, Milan (già) campione - ma che dico - MILAN STELLATO? Parrebbe questo lo status quo, almeno a dar retta all'apertura aberrante della Gazzetta di lunedì 9. Con un sommario altrettanto "naïf", visto che vi si farfuglia di "Come il diavolo ha riscattato lo schiaffo derby". Oddio, il tabellino dei ceffoni dell'ultima stracittadina milanese ne recita, in realtà, ben 5 nerazzurri contro un solo buffetto rossonero. Ah, già: ma quando si tenta di sminuire le vittorie dell'Inter basta transitare dal plurale (5 ceffoni) al metaforico singolare (lo "schiaffo derby") ed il gioco sarebbe fatto: con le altre 4 sberle di stagione ai rossoneri (anzi 7!) passate in cavalleria...

E così, anziché commemorare il 60° anniversario della tragedia del Vajont (9 ottobre 1963), ci si sarebbe ritrovati a celebrare le esequie anticipate di una defunta che non t'aspetti: la Serie A 2023-24. Col rigor mortis che, secondo alcuni osservatori votati al pessimismo più cosmico - siano essi di estrazione finanziaria o para-arbitrale - sarebbe già in corso da tempo. Solo che, nella fattispecie pallonara nostrana, la de cuius lascerebbe tutto il patrimonio - almeno per questa stagione - in mano a degli eredi sempre litigiosi, anche se spesso impelagati in baruffe, di fatto, chiozzotte... Se ne leggono dunque di corbellerie quando, per colpa delle (stramaledette) soste per le nazionali, la stampa sportiva si ritrova a dover allungare il brodo per 2 settimane.

E se le più o meno fantomatiche trattative per il mercato di gennaio non bastano a riempire le pagine dei giornali, bisogna per forza argomentare di qualcos'altro. Tipo su tutto ciò che si sta affastellando sulla nuova versione della Supercoppa Italiana: più che un trofeo da esportazione, lo si sta svilendo a caravanserraglio da circo di periferia. Qualche "scienziato" della Lega (calcio) - pur senza evocare i toni espliciti del Marchese del Grillo... - deve essere partito dal presupposto che in Italia non si potesse essere da meno che in Spagna. Ritenendo quindi che fosse cosa buona e giusta copiare la formula della Final four introdotta dagli iberici già a partire dal 2020. Evidentemente, però, semi-ignaro dei problemi a cascata che ne sarebbero potuti derivare e fin dove gli stessi potessero parare: richiesta - con quasi immediata accettazione - di spostamento delle date del trofeo da parte degli organizzatori arabi (dalla prima alla terza settimana di gennaio 2024); conseguente rimodulazione dei calendari nostrani di campionato e Coppa Italia; rapida escalation militare della situazione geopolitica in Medio Oriente con viaggi in aereo a rischio attentati; minaccia di forfait al 50% del novero delle squadre partecipanti (Napoli e Fiorentina?); estrazione dal cilindro della Lega del cosiddetto coniglio, altrimenti noto come piano B (sotto forma dei surrogati Milan ed Atalanta, se non altro in perfetta aderenza alle loro storiche partecipazioni in cadetteria...); ventilate sanzioni federali - anche in termini di punti - per le 2 società eventualmente rinunciatarie; si dimentica qualcosa?

Se ne configura il solito teatrino grottesco all'italiana che lo stesso Carlo Goldoni - da cui le evocate "baruffe" - avrebbe fatto una fatica immane a mettere in commedia.

Orlando Pan

Sezione: Calci & Parole / Data: Mer 11 ottobre 2023 alle 12:10
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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