Hanno avuto gioco facile il Direttore Costantino ed il fidato Bertocchi nello scrivere peste e corna della prestazione scadente in Roma-Inter dell'arbitro Massa (e del "complice" varista Di Bello). E ci mancherebbe fosse stato il contrario visto che è stato giustamente argomentato di "doppio danno evidente per l'Inter" (Costantino sul mancato rosso a Cristante e sull'improvvida interruzione del contropiede isolato di Frattesi) e di "perle di indecenza" come regalo arbitrale non richiesto (Bertocchi sugli stessi episodi). Ma questa non è una smaccata profusione di piaggeria verso chi espleta egregiamente la funzione giornalistica di cronisti di razza senza se e senza ma, che non guarda in faccia nemmeno ad una vittoria nerazzurra diversamente ricoperta di metallo: non essendo certo il diverso pregio di piombo e platino ad inficiare il "sistema periodico" degli elementi interisti...
È soltanto il "provocatorio" incipit per togliere il velo ad una curiosa evidenza statistica sull'arbitro ligure, di tutt'altro tenore rispetto alle critiche piovutegli addosso. Al punto che, visti certi numeri, verrebbe quasi da scommetterci sopra. Di sicuro ci scappano sempre - a maggior motivo dopo Roma-Inter - delle grasse risate da parte dei tifosi interisti inclini ai confronti coi dirimpettai.
Succede infatti da poco più di una decina d'anni che, nell'immaginario collettivo nerazzurro, il designatore arbitrale di turno - grazie al combinato disposto della particolare identità anagrafica e della toponomastica (che si prestano ad un mero gioco di inversioni) - non abbia dubbi di sorta quando si tratti di mandare l'arbitro Massa di Imperia a dirigere la partita di una delle 2 squadre milanesi. Ossia quale "versione" del fischietto ligure scegliere di volta in volta. Di fatto - e sulla base di riscontri statistici consolidati - qualora ci sia da arbitrare l'Inter, il designatore finora ha (quasi) sempre mandato la versione "originale" del fischietto ligure. Mentre invece - giocando appunto su cognome e luogo di provenienza - se ci sono i rossoneri da dirigere, salta spesso fuori il suo gemello diverso: il fantomatico arbitro Imperia di Massa, tutt'altro che un loro portafortuna! Anzi, nei quartieri rossoneri, costui viene da sempre visto come il fumo negli occhi... Dunque, come si fa a non compiacersi di fronte a numeri così contrapposti? Col Milan, "Imperia di Massa" ha messo in fila, in 23 designazioni, appena 7 vittorie, ben 11 pareggi e 5 sconfitte con una media punti per partita (PPP) di 1,39. Di tutt'altra consistenza le cifre aggiornate con l'Inter: in 28 designazioni, i nerazzurri hanno ottenuto 18 successi, 5 pareggi ed altrettante sconfitte con un coefficiente PPP pari a 2,11: oltre il 50% in più dei rossoneri.
E, per far risaltare ancora meglio la sua prerogativa di talismano nerazzurro, gioverà evidenziare che è proprio coi nerazzurri in trasferta che Massa di Imperia dà il meglio di sé: in (finora) 14 incroci, ben 11 vittorie (con l'ultima di domenica), 2 pareggi ed appena 1 sconfitta per un coefficiente di 2,50 PPP (curiosamente, l'identico suo score con i bianconeri, ma in versione casalinga).
Col fischietto ligure chiamato dunque a dirigere Roma-Inter, non ci poteva essere designazione più beneaugurante per la trasferta dei nerazzurri milanesi. A prescindere poi dagli episodi di campo che lo metterebbero in croce, tranne che per quelli del Corsport e di Tuttosport, novelli "salvavitaBeghelli" arbitrali...
In ogni caso, la calata dell'Inter nell'Olimpico giallorosso era già nata con i migliori auspici anche per via del fatto che molti titolari come Sommer, Pavard, Acerbi, Darmian e Mkhitaryan - durante la 2a pausa stagionale per le nazionali - erano rimasti ad allenarsi ad Appiano. Stavolta per "gentile" concessione/dimenticanza/autoesclusione/omissione di alcuni Ct europei. Per non dire poi di 2 titolari aggiunti come Bisseck e Carlos Augusto e soprattutto dell'atteso recupero del vice-capitano Nicolò Barella. Col centrocampista sardo finito in "officina", alla fine del derby, per una distrazione al retto femorale della coscia dx dopo "appena" 4 anni dall'ultimo tagliando effettuato presso la casa madre nerazzurra. L'ultimo infortunio di natura muscolare di NB23 risaliva infatti al luglio del 2020. Una irrisoria frequenza di "manutenzione" che - se trasferita a qualsiasi tipo di veicolo a motore - quanto meno ridurrebbe ad ancora più grama esistenza svariati operatori del settore Automotive e sul lastrico le industrie del comparto omologo, indotto compreso. Con buona pace di Stellantis e di Tavares, inteso come CEO del gruppo italo-francese e non come l'omonimo connazionale terzino sx della Lazio. Molta meno "compiacenza", invece, sul fronte sindacale dei lavoratori, non a caso già da tempo sul piede di guerra... Va da sé che si tratti davvero di una durata "motoristica" d'altri tempi quella del centrocampista isolano che vanta una "tempra" - non nel senso di macchina, per fortuna... - davvero fuori dal comune. Prova ne sia una certa sua 'efficacia e produttività' anche sotto le lenzuola con ben 3 figlie ed 1 figlio avuti dalla consorte Federica, quasi sempre con cadenza biennale (2017-2019-2021-2024) ed alla non veneranda età di 27 anni. In pratica, un unicum pallonaro nostrano che dovrebbe temere solo pochi confronti fra gli eventuali "fecondator de Siviglia" presenti nei 5 tornei top continentali. Alla faccia del denunciato calo nostrano della natalità ... Della serie: date allora a Nicolò - a fine carriera, s'intende - il Ministero per la Famiglia (la Natalità e le Pari Opportunità) e ve lo sistemerà lui il problema delle poche nascite. Con pochi, ma efficaci provvedimenti mirati...
Ché, tornando all'oggi, Nicolò Barella si sarà anche "distratto" un attimo, ma gli altri nerazzurri no! Ecco perché ora non sarebbe affatto utopistico pronosticare 2 manite di vittorie dell'Inter in mezzo fra la prima sosta di settembre per le nazionali e la terza che cadrà il mese prossimo. Detto che i primi 4 successi (contro Udinese, Stella Rossa, Torino e Roma) sono già stati messi a referto, prevederne altri 6 (su 6 gare) in questa "otto-novembrata" 2024 non risponderebbe solo a mere logiche tifose, ma anche a ponderate analisi di organici, situazioni e calendari, sia nostrani che europei. Tant'è che ipotizzare, ad esempio, altre 2 vittorie sui campi esterni - dopo l'Olimpico - degli svizzeri dello Young Boys e dei pur rognosi toscani dell'Empoli non parrebbe azzardo sconsiderato. Infatti, appena battuti i giallorossi, gli elvetici pur non essendo più, da sabato scorso, fanalino di coda nel loro campionato, conservano però quello status nella classifica unica della nuova Champions League. Inoltre hanno appena promosso ad interim in panchina il tecnico della loro Under 21 dopo l'esonero di Rahmen. Mentre, invece, l'allenatore degli empolesi D'Aversa s'era reso "simpatico", proprio in settimana, non facendosi scrupolo di confidare - pur dichiarandosi amico di Inzaghi - "di fare il tifo per Antonio Conte". Della serie, come sono soliti dire i cittadini di Sterzing (Vipiteno), preclari tirolesi del Sud: "Eccone n'artro, dopo Spalletti, che sta a straparlá"...
Ah, poi ci sarebbe giusto quell'impiccio delle residue 4 gare da disputarsi a San Siro al primi di novembre, di cui le ultime 3 consecutive ed in appena 8 giorni. Che dire: se non fosse per il (temibile) fanalino di coda Venezia, le altre sfidanti - nell'ordine: Juve, Arsenal e Napoli - si potrebbero derubricare a "quisquilie" del calendario...
Un po' di spavalderia - ogni tanto e nonostante gli infortuni pesanti - male non fa. D'altronde, da campioni in carica, sono gli altri che dovrebbero temere i nerazzurri del "demone" di Piacenza. O no?
Orlando Pan
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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