Con tutta evidenza, giugno è un mese davvero propizio per gli sbarchi. Lo racconta soprattutto la storia di un conflitto bellico che fu e del quale ci si augura, spassionatamente, di conservare "solo" il lascito libertario... Ma anche quella dell'Inter non poteva certo non rimanerne coinvolta, pur con un sostanziale distinguo. Infatti nell'odierna fattispecie nerazzurra si è consumato il mero insediamento di un CdA nominato dall'assemblea dei nuovi soci a stelle e strisce, peraltro con 2 giorni d'anticipo rispetto allo storico D-Day degli alleati del 6 giugno 1944... Quindi non c'è stato affatto bisogno di sottrarre spiagge o territori al controllo di un fantomatico nemico invasore. Giusto perché le uniche "armi" schierate in campo sono e saranno quelle della finanza.
Ed infatti i nuovi proprietari americani dell'Inter - gli avveduti californiani del fondo Oaktree, armati solo di "pacifiche" intenzioni - sono idealmente planati all'aeroporto di Milano Malpensa, mica sbarcati a Milano Marittima... Dunque nessuna Omaha o Utah beach da conquistare o località più prossime alla costa da liberare per prime come, all'epoca, la francese Caen. Anzi, per lo specifico club calcistico di quella cittadina della Normandia, gli americani si erano già attivati con congruo anticipo, avendo rilevato nel 2020 il pacchetto di maggioranza dell'allora indebitata società transalpina appena retrocessa dalla Ligue 1. Con i francesi, il fondo statunitense si è però "limitato" ad un corposo risanamento finanziario - sacrificandone le ambizioni sportive - fino ad annunciare la cessione del Caen (con i conti in ordine) alla fine di questa stagione. Con modalità ben differenti si è invece palesato lo sbarco di Oaktree in Lombardia per acquisire da oggi (martedì 4 giugno) la piena operatività della macchina nerazzurra, perché quel fondo "sa bene che il marchio Inter è un asset che lega il suo valore anche e soprattutto alla sua competitività sportiva" (cit.).
Pertanto nessuna riorganizzazione aziendale di memoria transalpina - ottenuta tramite sanguinosi tagli al personale - e men che meno sessioni di calciomercato votate alla sola messa in vendita dei giocatori piu quotati per recuperare liquidità di cassa. Conferma in blocco del management nerazzurro e continuità aziendale attraverso la sostenibilità finanziaria completano il manifesto programmatico della nuova proprietà statunitense. Quindi tutta questa diffidenza latente sugli americani - che quasi pareggia il diffuso scetticismo rossonero per il loro nuovo tecnico Fonseca... - lascia davvero il tempo che trova. Per quanto anche nella narrazione di uno dei più chiacchierati subentri societari non potessero mancare degli "antipatici" retaggi della precedente gestione: tipo la rognosa faccenda del rinnovo di contratto di Lautaro Martinez. La forbice tra domanda ed offerta pareva essere molto ampia, a tal punto da non sapere - solo fino a qualche giorno fa - se la proprietà americana fosse più vicina al taglio del nastro (del rinnovo) oppure a quello del cordone ombelicale (fra l'Inter e Lautaro)...
Al riguardo, ciò che aveva fatto forse più specie era stato quella sorta di "folklore astronomico" alimentato la settimana scorsa da almeno un paio di giornalisti sportivi. Probabilmente ancora "impregnati" - con diversa densità - dalla polvere della doppia stella nerazzurra, costoro parevano proprio essersi dati di gomito per generare delle fantasiose metafore tra il pianeta Inter, l'entourage di Lautaro e vari corpi celesti. Ecco allora che sul nodo Martinez - ed in particolare sull'improvvida logorrea del suo procuratore Camaño - i 2 giornalisti in questione si erano spesi in richiami assortiti alla Via Lattea: chi aveva fatto degli accostamenti con Urano (Trevisani) e chi invece aveva tirato in ballo Plutone (Biasin). Per fortuna che il "buon" Lautaro è sceso a più miti consigli sul rinnovo del suo contratto, azzerando al contempo certi riferimenti cosmici degli stessi giornalisti, tali da averli fatti apparire lontani anni luce dalle reali aspettative di un'utenza nerazzurra comunque frastornata da questo "caso" di mercato. Certo un aggiornamento in materia astronomica, ad almeno uno di loro, male non farebbe. Giusto per "scoprire" che Plutone non è più, da tempo, ascrivibile al novero degli (ora) 8 pianeti del Sistema Solare, in quanto declassato a "pianeta nano" sin dal 2006.
Mentre, invece, Beppe Marotta - altro frutto delle nomine odierne dell'assemblea dei soci - è stato elevato a nuovo presidente della società nerazzurra. Dopo che quella carica era stata ricoperta negli ultimi anni da figure straniere - prima da Thohir e poi da Zhang - fa un certo effetto rilevare che da oggi si potrà parlare ancora di più di ITALInter: non più solo per la predominanza peninsulare nel gruppo squadra e per tutti i dirigenti, ma anche per la carica più prestigiosa dell'organigramma societario. E chi meglio di Marotta avrebbe potuto rappresentare l'Inter ai massimi livelli istituzionali? Ora mancherebbe solo la proprietà italiana... Ma, tempo al tempo. Giusto al riguardo, Massimo Moratti - pur tra il serio ed il faceto - non si sarebbe proprio buttato via. D'altronde mica potrà continuare in eterno a far spazientire la sua gentile consorte... Un suo recente virgolettato parrebbe illuminante: "Mia moglie mi chiede tutte le sere se ho ricomprato l’Inter. E io devo trovare sempre una scusa nuova per giustificarmi". Un'insospettabile autoironia che non può che far bene al cuore di (quasi) tutti gli interisti.
P.S.: Non so Voi della Redazione, ma è davvero uno spasso veder i dirimpettai baloccarsi per INTERposta persona... "Il milanista Jannik Sinner è il nuovo numero uno al mondo: primo italiano della storia" ha titolato, gaudioso, poco fa il sito rivale Milan news. Della serie: chi si accontenta gode.
Orlando Pan
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