Tre giorni dopo il ko con la Roma l'Inter è chiamata a dare segnali di reazione in Champions nel match 3 del gruppo C contro il Barça. I catalani tornano a San Siro a sfidare il club nerazzurro a dodici anni dal 3-1 nell'andata delle semifinali 2010. In palio per Inzaghi non solo i 3 punti, per questo il tecnico decide di non rinunciare a Lautaro nonostante i fastidi al flessore accusati dall'argentino alla vigilia: nel consueto 3-5-2 delle Beneamata, tra i pali riecco il portiere di coppa Onana, ex canterano dei blaugrana, davanti a lui Skriniar, De Vrij e Bastoni. A centrocampo la linea dei cinque è formata da Darmian, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan e Dimarco. In attacco insieme al Toro chance dal 1' per Correa. Dall'altra parte Xavi può schierare il suo 4-3-3 tipo, grazie anche al recupero di Sergi Roberto sull'ala destra della difesa. Gavi, Busquets e Pedri in cabina di regia, in attacco solito tridente con Dembelé, Lewandowski e Raphinha.

Possesso, corsa e tiki-taka per il Barça che si staglia sin da subito nella metà campo dell'Inter. Marcos Alonso sale sul binario di sinistra mentre Raphinha esce dai blocchi accentrandosi sulla trequarti, dall'altro lato Dembelé sulla linea del fallo laterale offre un appoggio costante all'azione e dà inizio al duello con Dimarco. L'ultimo uomo Christensen gioca oltre il cerchio del centrocampo. La squadra di Inzaghi soffre anche il pressing di quella di Xavi e fatica a creare una proposta offensiva, ma la trama rischia di subire un brusco colpo di scena intorno al 20' quando il Barça abbassa il baricentro e consente ai nerazzurri di guadagnare metri: sul cambio di fronte Dimarco avanza all'altezza delle due punte, Onana è il primo regista, mentre De Vrij ha tempo e spazio di manovra per servire il lancio lungo per Lautaro che però è in fuorigioco di un millimetro, altrimenti sarebbe stato rigore per mani di Eric Garcia. L'Inter si abbassa per non regalare la profondità ai velocisti blaugrana, ma deve fare sempre i conti con la riaggressione di Lewandowski e compagni. Pedri tiene il pallone in cassaforte e fa da raccordo con gli attaccanti, nell'Inter Calhanoglu agisce da play-maker ma il fulcro delle azioni è Dimarco, uomo ovunque quando si catapulta in avanti per crossare e torna in difesa a sbarrare la strada a un vivacissimo Dembelé. L'arma dell'Inter rimane la ripartenza, la chiave è sulle fasce e nel cambio di campo: nel primo dei 3 minuti di recupero Dimarco sventaglia di collo esterno sull'altro lato per Darmian che viene completamente dimenticato da Marcos Alonso, l'ex United può avanzare grazie all'affondo di Barella che gli porta via lo spagnolo, dal cross pallone ribattuto e nuovamente verso Dimarco che offre l'assist a Calhanoglu, mentre Busquets e gli altri mediani vengono colti in affanno e non fanno in tempo a fare da scudo, palla in buca d'angolo del 20 e squadre che vanno all'intervallo sul punteggio di 1-0, nell'estasi generale di San Siro.

Anche la ripresa prende il via sulla falsariga del primo tempo. La squadra di Xavi prova a scardinare la difesa dell'Inter affidandosi come sempre a Dembelé sulla destra, ma la chiusura puntuale di Dimarco e il raddoppio di Mkhitaryan non concedono varchi al francese. Dopo 12 minuti entrambi i tecnici devono giocarsi il primo cambio per i problemi fisici accusati da Correa e Christensen: Dzeko entra in campo al posto del Tucu, Piqué rileva il difensore danese. Nel frattempo Xavi ha deciso di scambiare di fascia Dembelé e Raphina: l'ex Dortmund sfugge subito a Darmian e impegna Onana per il primo grande intervento del match. Al 64' altre due sostituzioni nelle file dei catalani: fuori Marcos Alonso e Raphinha, dentro Balde e Ansu Fati. Con l'ingresso di quest'ultimo, Dembelé ritorna a destra per scatenarsi come in occasione del gol annullato a Gavi per fallo di mano dello stesso 10 neo entrato. A 15 minuti dal termine, triplo cambio con scossa per ricaricare le energie da parte di Inzaghi: in campo Acerbi, Dumfries e Gosens al posto di De Vrij, Darmian e Dimarco. All'84' Xavi si gioca la carta Kessié a centrocampo per Gavi, Inzaghi risponde con Asllani che rileva Calhanoglu. L'ex Milan sale in area affiancandosi a Lewandowski, sul fronte opposto Lautaro continua fino all'ultimo a fare a sportellate con Piqué, ma ormai è un assolo blaugrana mentre l'Inter si stringe nel proteggere il vantaggio, con Dzeko a fare da difensore aggiunto in area. Otto minuti e 30 secondi di sofferenza oltre il 90' e poi il triplice fischio di Vincic a mandare a referto l'1-0 in favore della squadra di Inzaghi. L'Inter supera lo scoglio Barça grazie a una prestazione maiuscola di cuore, grinta e carattere. A fine match sono due tiri in porta per ciascuna squadra, con i catalani che dominano il possesso palla con una quota del 68%: 656 passaggi completati per gli spagnoli contro i 236 dei nerazzurri, numeri che rimangono tali e non portano occasioni gol clamorose né punti. San Siro, per una notte, può tornare a esultare grazie a un'Inter formato Champions che con i 3 punti strappati ai blaugrana sale al secondo posto nel suo girone.

Sezione: Angolo tattico / Data: Mer 05 ottobre 2022 alle 11:02
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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