"Buona, a tratti buonissima la partita contro la Salernitana soprattutto sotto l'aspetto della padronanza del gioco con un risultato mai in discussione. Hanno ragione i ragazzi ed è credibile che si siano parlati, e' sotto gli occhi di tutti che ora si aiutano molto di più e mettono tutti lo stesso grande vigore nella partita. Certo, fanno bene a risultato acquisito a risparmiarsi un po', anche se chi ha pagato il biglietto in una partita con questo andamento preferirebbe vedere giocare di più, e tentare di più la via del gol. Grande Lautaro che non poteva essere quello dell'inizio di campionato, grandissimi Chalanoglu e Barella, giocatori di levatura internazionale. Mi e' capitato pero', a fine partita, girando un po' sui social, di leggere una certa disapprovazione riguardo la gestione dei giocatori da parte di Inzaghi, e devo dire che mi trovo assolutamente d'accordo. Si fa tanto parlare da parte di tutti, in primo luogo degli allenatori, dello stress di questa prima parte di campionato che, intramezzata dalle partite di coppa, porta le squadre a giocare ogni tre giorni,ma, mentre da altre parti c'è una grande alternanza di giocatori, in casa Inter in pratica giocano gli stessi 13/14 giocatori da agosto (non considerando i cambi di 5 minuti).Trovo questa tattica molto ma molto discutibile e per più di un motivo. Il primo: Oggi la squadra titolare e' praticamente quella di quattro giorni fa con l'eccezione del solo Acerbi. In pratica, l'unico che fa rifiatare e' un ventitreenne che tra l'altro si sta ritrovando ora dopo un periodo un po' così, e dopo aver fatto una partita super in coppa. Secondo: non si cambia il 34enne Mkitaryan che, a parte il salvataggio si e' poi fatto scappare l'avversario che ha fornito l'assist per il gol del pareggio, e ha poi "corso molto" e poco altro. Terzo: Non metti in campo Asslani dopo l'episodio di Barcellona, anzi gli fai fare 15 minuti al posto di Mkitarian che anche oggi ha "corso molto" , magari era pure stanco... Quarto: Non metti Gosens, nazionale della Germania, n.d.r., che sotto gli occhi di tutti sta dando finalmente segnali molto importanti, e che, per il tipo di giocatore che e', ha caratteristiche molto simili a quelle di Perisic, ela cosa non mi sembra negativa. Ora io mi domando: Inzaghi ha veramente così poca fiducia in questi due giocatori da spremere come limoni gli altri e ritenerli tanto più scarsi da lasciargli 15 minuti? Peggio: sono così più scarsi da mandare loro messaggi assolutamente negativi e scoraggianti a uno, Gosens,che dopo Barcellona aveva bisogno come l'aria della titolarità per ovvi motivi psicologici, e all,'altro,Asslani, che dopo l'errore ne aveva bisogno ancora di più. Se un allenatore non considera questi aspetti, o non ne ha gli strumenti, o veramente li considera soltanto riserve utili solo a dare qualche minuto di riposo ai titolari. Ma io vorrei capire: se a livello tecnico decide tutto l'allenatore, e nessuno può interferire, giustamente, presumo che anche in fase di acquisti debba avere voce in capitolo. E quindi? Li hai voluti e ora li tratti così? Tutte le squadre, anche quelle di alta classifica, gli ultimi 15 minuti li lasciano giocare a ragazzi della primavera; ieri l,'Atalanta, prima in classifica,alla fine di una partita IN BILICO, aveva un campo tre ragazzi sotto i venti anni ai primi minuti in serie A, all'Inter si centellinano pochi miseri minuti per un ventenne, bravissimo, e già con esperienza di un intero campionato da titolare, boh... I risultati gli danno ragione, e va bene così (!?)ma l'infortunio di Brozovic non credo possa poi rescindere dal super lavoro di questa fase, la speranza quindi e' che l'eccesso di impegni non ne procuri altri, perché in quel caso, oltre al danno, avremmo a che fare con la mancanza di abitudine ai ritmi partita e l'affiatamento con i compagni dei subentranti. Perché alla fine per alcuni l'esperienza, come quella che comincia per R e finisce per U, non serve proprio a niente".

Raita

"Gentile Redazione, spero ne converrete. Succede che parafrasando un giovane Stefano Accorsi - col suo stesso inglese maccheronico in un noto spot pubblicitario degli anni '90 - non si possa dubitare del fatto che avere "TWO SANT IN PARADIS IS MEGL CHE ONE...". E pertanto, argomentandone tra il serio ed il faceto - visto che potranno contare sul supporto appassionato delle 2 più alte cariche dello Stato, ossia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del suo omologo al Senato Ignazio La Russa - i nerazzurri potrebbero avere adesso il vento in poppa per riprendere spediti la loro marcia. Ma mica quella su Roma, per carità: quella è materia solo per certi nostalgici! Giusto invece la corsa verso lo scudetto con annessa conquista della 2a stella: Napoli permettendo, of course. Ebbene - ironizzando di brutto - NON me la vedo proprio la nostrana e sempre controversa CAN di Serie A che "si dimentica di omaggiare", da par suo, la nuova classe politica al comando, stante questo binomio di alte cariche istituzionali accomunate dalla stessa passionaccia nerazzurra. Tanto per esemplificare, d'ora in poi ci si potrebbe dunque preparare alla concessione - più o meno spudorata - di rigori "a nastro" in favore dei nerazzurri, con l'ottenimento di almeno 3 obiettivi a medio e lungo termine. Il primo potrebbe essere l'immediata parificazione stagionale dell'Inter alle altre concorrenti in termini di rigori fruiti, visto che i vice campioni d’Italia sono una delle 7 squadre che non ne hanno ancora beneficiato nelle prime 10 giornate di campionato (scrivo prima della disputa delle 2 gare del lunedì). A differenza dei 3 tiri dal dischetto già decretati a favore dell'Atalanta, dei 2 fischiati per il Napoli, il Milan, le 2 squadre romane e per la Juve. Secondo obiettivo potrebbe risultare quello di oscurare l'inverecondo primato rossonero dei 20 rigori battuti nella stagione dell'ultimo scudetto nerazzurro (2020-21). Elargiti con una tale sistematicità da ricordare la promozione di una sorta di discount rigoristico a beneficio esclusivo dei dirimpettai. Quella del 3x2: ogni 3 giornate disputate, 2 rigori in omaggio! In quel campionato la progressione della sequenza fu (quasi) perfettamente rispettata: 2 rigori concessi entro la 3a giornata, 4 alla 6a, 7 alla 9a (1 in più: forse doveva essere scattato qualche "bonus fedeltà"...), 8 alla 12ma, 10 alla 15ma, 12 alla 18ma e 14 alla 21ma. Controllate pure! Poi i registi occulti di questa promozione senza precedenti, sentendosi sotto osservazione e forse per non sminuire - quanto a ripetitività - il culto della liquefazione del sangue di San Gennaro, hanno ritenuto di fare cosa buona e giusta decidendo di darsi una calmata. Infatti la promozione passò subito dal 3x2 al 3x1: 15 rigori alla 24ma giornata e 16 alla 27ma. Infine, una doverosa pausa di "riflessione" o, meglio, una seduta di autocoscienza e via al gran rush finale con altri 4 rigori concessi nelle ultime 4 giornate. Probabilmente perché pareva brutto - non potendo all'epoca avvicinare la 2a decina di scudetti - impedire ai rossoneri di raggiungere almeno quella dei rigori ricevuti in un singolo campionato: ben 20 in 38 giornate... Praticamente più di 1 a giornate alterne. E ho detto tutto! Tornando invece al terzo ed ultimo obiettivo, occorrerebbe per forza attendere l'intero sviluppo quinquennale della XIX legislatura... Nel senso che per mandare in archivio l'obbrobrioso record dei biancocelesti di Lotito di essere stati in testa alla classifica dei rigori ricevuti per ben 4 volte nelle ultime 6 stagioni (11 rigori, come il Torino, nel 2015-16; 14, al pari della Roma, nel 2016-17; 11 nel 2017-18 e 18 nel 2019-20) bisognerebbe almeno fare l'en plein nerazzurro di primati in questo e nei prossimi 4 campionati... Quanto ad altre tipologie di aiutini più o meno malcelati che potrebbero giungere dalla sfera regolamentare, mi viene in mente, chessó, il mancato richiamo al VAR dell'abitro per falli di gioco gravi di cui si dovesse eventualmente macchiare qualche nerazzurro, restando impunito o solo parzialmente sanzionato. Tanto per rimanere in casa interista - anche se come parte lesa - tirando in ballo un episodio molto grave patito proprio a Barcellona, viene appunto in mente quell'intervento criminale di Dembélé sullo stinco di Darmian. Il quale, a 10 minuti dal termine, avrebbe dovuto comportare - con il conforto delle inconfutabili immagini al VAR - l'immediata conversione in cartellino rosso di quello giallo mostrato invece da Marciniak al giocatore francese. Con l'uomo in più, i nerazzurri si sarebbero di sicuro risparmiati quel finale di "sofferenza", preservando il gol di vantaggio di Lautaro fino alla vittoria finale... Ora, tornando del tutto seri con l'accantonamento dell'ironia - in attesa quindi di un NON AUSPICABILE "far west regolamentare" in salsa nerazzurra - dovrebbe comunque essere un amen passare dal datato slogan "Con Beccalossi e Pasinato vinceremo il campionato" ad almeno una coppia di nuovi claim alternativi. Il primo votato alla semplicità nonché alla massima deferenza, viste le cariche istituzionali coinvolte: "Col supporto dei Presidenti La Russa e Mattarella ai nerazzurri non potrà sfuggire la 2a stella". Il secondo, invece, impregnato da una spruzzata di lirismo (parola grossa!): "Col tifo di Mattarella e di La Russa il campionato dei nerazzurri risulterà più godibile di una poesia di Trilussa". Il tutto suffragato da altri 3 punti stavolta incamerati contro la Salernitana che, facendo il paio con quelli di Reggio Emilia, hanno consentito di cominciare a picconare l'Everest della classifica. Quella vetta - configurata dai 38 punti complessivi di distacco accumulatisi all'indomani della sconfitta interna contro la Roma - si è già abbassata di 9 lunghezze totali in appena 2 giornate (complice anche la concomitanza di alcuni scontri diretti fra le battistrada), attestandosi ora a quota 29. Mancando ancora all'appello il risultato di Sampdoria-Roma, il recupero di punti potrebbe, però, dilatarsi a 11/12 unità qualora i guallorossi dovessero pareggiare o perdere a Genova. E l'Everest da scalare scenderebbe quindi di quota fino a posizionarsi, rispettivamente, a 27/26 punti. Sta rimonta è appena iniziata, ma non s'ha per forza da interrompere...".

Orlando

"Buon pomeriggio, fatemi capire il problema è/era Inzaghi, i calciatori, la società? Si legge che adesso l'Inter abbia ripreso a giocare benino perché i calciatori si sono parlati. Quindi il colpevole non era solo Inzaghi che tutto un tratto diventa deficiente. Si dice sempre alla fine in campo entrano i giocatori. Ma davanti un pseudo ammutinamento ,perché di questo si tratta, la società cosa fa o meglio cosa dovrebbe fare? Sappiamo tutti che l'allenatore non è esente da colpe con scelte cervellotiche ecc. Mi ricordo che l'anno scorso, non cera vita senza Brozovic , cera una arrendevolezza di chi sapeva gia di non potercela fare anzi di non di provare nemmeno a farcela. Questo è demerito di un allenatore che non trova soluzione alcuna. Ci è voluto un infortunio e no una intuizione. Comunque, la porcheria comportamentale dei giocatori dell'Inter era palese. Situazione che si ripete sempre e sempre a discapito del solo allenatore di turno. All'Inter, anche negli anni passati ,e con testimonianze dei vari calciatori, c e sempre stata una certa anarchia e permissivismo. Se i calciatori sono veri uomini come Zanetti, Cambiasso, Samuel ecc allora le cose cambiano altrimenti fanno il cazzo che vogliono....vedi ICARDI e signora per dirne uno,ma la lista è lunghissima".

Johnny

"Egregi Sig.ri piccoli azionisti dell’Inter di Milano, sebbene, messi insieme, siate soltanto lo 0,40% dell’azionariato, soltanto voi rappresentate l’autenticità per l’appartenenza alla città di Milano o per il legame indissolubile con la stessa, per la passione e per il senso d’appartenenza, fortemente radicato in voi, e pertanto siete l’anello di congiunzione, il cordone ombelicale tra la società e la vasta comunità dei tifosi, anche se è divenuto più profondo e largo il solco tra la proprietà cinese e gli stessi tifosi che hanno manifestato il dissenso contro la politica di ridimensionamento che non si addice alla storia ed al blasone dell’Inter. Le continue voci sul cambio di proprietà, con conseguente incertezza sul futuro societario, infondono nei tifosi malumore, inquietudine e preoccupazione, come se non bastassero i dubbi e le perplessità a causa della progressiva riduzione degli investimenti per il rafforzamento dell’organico e della conseguente inversione di rotta con la logica della plusvalenza perseguita con il sacrificio dei migliori elementi della squadra (le cessioni di Hakimi e soprattutto di Lukaku, non sostituito da un centravanti altrettanto prolifico, nell’estate 2021 hanno avuto ripercussioni negative sulla squadra che pertanto non è riuscita a confermarsi campione d’Italia). Nell’attesa della cessione che, per la complessità dell’operazione finanziaria e per l’alta valutazione dell’Inter, potrebbe richiedere tempi lunghi, con la speranza e l’auspicio che grandi gruppi imprenditoriali locali e nazionali si coalizzino e, in unità d’intenti, formino una cordata, la più partecipata possibile, per rilevare la società ed assumerne la guida, bisogna comunque andare avanti e ciò, però, presuppone chiarezza sulla gestione e soprattutto volontà nel garantire competitività alla squadra nel presente e nel medio termine! A tal fine, in occasione dell’assemblea degli azionisti del 28 ottobre, sarebbe opportuno che voi tutti, avendone l’autorevolezza, faceste opera di persuasione e sensibilizzazione affinché il presidente Zhang prenda nella dovuta considerazione l’azionariato popolare, proposto dal tifoso appassionato Prof. Carlo Cottarelli, e pertanto apra al contributo dei tifosi! Non c’è alcuna ragione logica che possa giustificare il diniego e la chiusura totale, da parte della proprietà cinese, all’azionariato popolare che, mediante il coinvolgimento diretto dei tifosi (miliardi di gocce d’acqua che, messe assieme, formerebbero un oceano!) quali azionisti, assicurerebbe alle casse della società una consistente iniezione di capitale stabile sul quale non graverebbero gli interessi che invece le società di calcio devono corrispondere, assieme alla restituzione del prestito oneroso, agli enti di credito erogatori del prestito. La convinta e larghissima adesione alla raccolta dei fondi, sulla quale si basa il progetto dell’azionariato popolare, garantirebbe un consistente afflusso di capitale, una linfa vitale, tale da impedire il sacrificio di qualche campione sull’altare della plusvalenza, ridurre l’esposizione debitoria e mettere a disposizione del direttore Marotta una maggiore disponibilità di risorse da destinare al rafforzamento dell’organico ed in parte al suo rinnovamento dato che più elementi sono ultratrentenni. La via maestra da intraprendere, per il bene dell’Inter, è l’azionariato popolare perché sarebbe un fondamentale strumento di supporto, sia nel caso in cui la proprietà cinese avesse bisogno soltanto di un socio di minoranza sia nel caso dell’avvento di una nuova proprietà, per una società ambiziosa e per una squadra che, dopo anni di risultati al di sotto delle aspettative e di delusioni, di recente ha conquistato il primato in ambito nazionale (scudetto 2021), deve stazionare stabilmente nelle posizioni di vertice e che può puntare alla conquista della Champions! Insomma, l’azionariato popolare, in quanto alimentato dalla passione e dal senso d’appartenenza, è indispensabile per la solidità finanziaria e la stabilità societaria nel lungo periodo! L’impennata nella sottoscrizione degli abbonamenti per la nuova stagione (quasi 40 mila tessere vendute) è un atto tangibile di amore e fedeltà da parte dei tifosi e con l’azionariato popolare il contributo dei tifosi verrebbe non solo da tutta Italia ma anche da qualsiasi parte del mondo! Che resti al comando il gruppo Suning o che allo stesso subentri un altro gruppo imprenditoriale straniero come azionista di maggioranza, è fondamentale che nella compagine societaria ci sia comunque una forte anima italiana (costituita da voi piccoli azionisti e dalle decine di migliaia di tifosi dell’azionariato popolare) con significative quote di minoranza (35-45%) e che incida nelle scelte e partecipi alla gestione della società con una propria autorevole rappresentanza nel consiglio di amministrazione! Per ricucire lo strappo, allo stato insanabile, e rinsaldare il legame tra la proprietà e la comunità dei tifosi si rende necessaria una consistente iniezione di italianità nell’azionariato societario! Fino al novembre 2013, a distinguere la Beneamata sono stati il legame, la condivisione e la comune appartenenza tra il patron ed i tifosi, come d’altronde l’immortale Angelo Moratti rimarcò in un’intervista negli anni ‘60: “Io vengo dal mondo dei tifosi, so cosa vogliono i tifosi, almeno credo di sapere cosa vogliono i tifosi ed ho cercato di accontentarli accontentando me stesso”! Un concetto, chiaro quanto inequivocabile, che resta scalfito nel cuore e nella memoria dei tifosi e che estrinseca l’essenza dell’essere interista! ".

Michele

Sezione: Visti da Voi / Data: Mar 18 ottobre 2022 alle 20:45
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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