Lunga intervista del Corriere dello SportClarence Seedorf, che parla di calcio a 360 gradi: dalla Champions allo scudetto, dalla costruzione dal basso al tiki-taka.

Quando lei e Pep vi sfidavate in campo, si aspettava che diventasse un allenatore capace di “influenzare” così il calcio mondiale? 
"Il Barcellona di Guardiola ha mostrato quel tipo di calcio perché, prima di lui, in panchina ci sono stati tecnici olandesi (Michels, Cruyff, Rijkaard, ndr) che hanno dato un certo tipo di impronta. La stessa che avevamo noi all’Ajax nel 1995 ovvero possesso palla e pressione alta. Il dna olandese è diventato il dna Barcellona. Le squadre che vincono generalmente diventano dei riferimenti e ci si dimentica del passato. Prima di Guardiola, che resta geniale nel trasmettere la sua filosofia ai giocatori, in Olanda si iniziava già a costruire da dietro, con il portiere, senza però esasperare il concetto come succede oggi". 
 
Così si rischiano errori come quelli dei portieri che sbagliano passaggi e concedono gol. 
"È bello costruire da dietro, ma nel calcio bisogna soprattutto fare gol e io credo che la strada più veloce di segnare sia sempre quella ideale. Klopp in questo è molto pragmatico e mi piace: quando c’è troppa pressione, è giusto cercare subito le punte con un lancio. Non bisogna vergognarsi... Anche perché c’è il rischio di pagare un prezzo molto alto se perdi il pallone in certe zone. L’influenza di Guardiola, ovvero quella del palleggio basso a ogni costo, non è stata positiva perché non tutte le squadre possono imitare quel Barcellona. Ciò premesso, non è colpa di Pep se qualcuno lo prova a copiare non avendo Neuer, Pique e Dani Alves. Guardiola porta spettacolo in qualsiasi squadra dove va a lavorare perché sceglie i giocatori che possono migliorare la sua filosofia di gioco. Poi è ovvio che sia più semplice farlo al Bayern o al City". 
 
Chi vincerà la Champions? 
"La finale della Champions è la massima espressione del calcio europeo e si affronteranno due formazioni top: la differenza sarà determinata dagli episodi". 
 
Perché le italiane da anni faticano in Champions? 
"Le responsabilità non sono delle vostre squadre, ma del governo italiano. Perché i club tornino a essere competitivi, bisogna sbloccare il discorso degli stadi, permettere loro di costruire impianti di proprietà senza dover attendere anni per avere le autorizzazioni. I sindaci che continuano a non decidere fanno un danno ai tifosi, alle società e alle proprie città. L’Italia dal punto di vista degli stadi è uno dei pochi Paesi in Europa che non si è modernizzato e, senza gli introiti che un nuovo impianto garantisce, non intendo i biglietti, è un miracolo che le italiane abbiano una presenza importante in Europa". 
 
Capitolo campionato: la stuzzica una Serie A così avvincente? 
"Me l’aspettavo e a inizio stagione avevo detto che sarebbe stato un torneo più competitivo rispetto al passato, con più squadre in corsa per titolo. Credevo che Juventus e Napoli sarebbero restate “attaccate” alle milanesi ancora di più, ma non hanno fatto il massimo. Anche la Roma e la Lazio potevano avere più punti". 
 
Alle ultime tre giornate il Milan si presenta a +2 in classifica e in vantaggio negli scontri diretti. 
"Fin dall’inizio l’Inter è sempre stata indicata come la favorita perché ha la rosa più competitiva ed è campione d’Italia. Ora però il Milan è alla pari dei nerazzurri, in una posizione ottima per vincere lo scudetto dopo tanti anni. Questo duello è positivo per lo spettacolo: in Spagna, Germania e Francia è tutto deciso da settimane, mentre in Italia ci divertiamo ancora". 

Incuriosito dal quarto incrocio stagionale tra Inter e Juventus, nella finale di Coppa Italia? 
"Sarà un match interessante, da vedere, perché si sfidano due grandi squadre che finora hanno dato vita a tre incontri combattuti. L’Inter ne ha vinti due (uno era la finale di Supercoppa, ndr) e mi immagino che la Juve abbia un gran desiderio di rivincita". 

Sezione: Rassegna / Data: Mer 04 maggio 2022 alle 11:16 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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