"Resto un estimatore di Sarri ma comincio a pensare che la Juve non sia casa sua. Sono due culture opposte". Questo scrive Mario Sconcerti sul Corriere della Sera a proposito del momento non particolarmente felice dei bianconeri, in affanno in campionato nonostante il primo poso e ko con il Lione nell'andata degli ottavi di Champions League. E adesso c'è il Derby d'Italia. "La Juve ha l’arte della storia, della forza, della politica. Sarri è un uomo diretto, sincero fino allo sgarbo, il suo meglio lo dà quando fa un po’ il fanatico. La Juve è tutta tradizione, Sarri come passato ha solo se stesso - si legge -. Sarri doveva affermare un marchio di gioco che rendesse la Juve riconoscibile e gradita nel mondo. Questo non è successo, così sono rimaste evidenti solo differenze. Quando Bonucci dice che il calcio di Sarri è difficile da imparare trascina dietro alle parole un intero ambiente. E tocca il problema da dentro. Sarri parla una lingua inaccettabile per giocatori che non hanno voglia di rinnovarsi. Non ne vedono le ragioni, hanno sempre avuto successo così come sono. Tutta la sapienza di Sarri diventa in un attimo inutile".

Sezione: Rassegna / Data: Ven 28 febbraio 2020 alle 10:00 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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