"Non da calciatore, ma sono felice di aver avuto un piccolo ruolo nella magica serata di Monaco. È stato davvero un onore". Così Javier Pastore, intervistato dal Corriere dello Sport, ricorda la Champions conquistata dal Psg ai danni dell'Inter,

Credere in quello che propongono gli allenatori è fondamentale, vedi Luis Enrique e i ragazzi del Psg. 
"Esattamente. Luis sa come arrivare alla squadra, i giocatori credono in quello che dice, è una persona magnifica e nessuno ne parla male, dai calciatori a tutti i dipendenti. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, è veramente una persona vera e onesta ed è un grande allenatore perché è vero che i giocatori del Psg hanno talento, ma lui gli ha tirato fuori una forza incredibile". 
 
E l’Inter? L’ha vista dal vivo a Monaco, se l’aspettava così? 
"Non mi aspettavo una finale chiusa con una vittoria del Psg tanto netta. Devo dire che è stata una partita strana, l’Inter ha preso subito gol e da quel momento il Psg ha giocato a modo suo e i nerazzurri non hanno proprio avuto la forza per ribaltare tutto. Per la facilità con cui il Psg ha vinto quasi non sembrava una finale".

Inzaghi poi è volato in Arabia. 
"Scelta personale, si pesano tante cose. Ma mi è dispiaciuto sentir parlare di stagione negativa, l’Inter è stata in corsa per tutto fino alla fine. Da calciatore ne avrei voluti vivere cento di anni così". 
 
Cosa ha provato Javier Pastore in quel momento? 
"Tanti pensieri, tante cose belle. Quando nel 2011 ho firmato a Parigi il presidente mi ha detto che voleva vincere la Champions. Era il suo sogno e sono fiero che ce l’abbia fatta. Sono stato felice per tutti loro, partecipare alla cerimonia mi ha fatto sentire bene e vedere il presidente citare tutti noi che negli anni abbiamo giocato lì è stato meraviglioso. Ma non è stata una sorpresa, lui mi ha sempre scritto: “Grazie per essere venuto per primo da noi”. Io so che persona è". 

Sezione: Copertina / Data: Gio 12 giugno 2025 alle 11:16 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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