Lunga intervista del Corriere dello Sport ad Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ancora euforico per il trionfo in Coppa Italia in finale contro la Juventus.

Tra tre Coppe Italia e una Supercoppa, Aurelio De Laurentiis avrà l’imbarazzo della scelta per indicare la più bella. 
"In genere, si dice che il primo amore non si scorda mai. Ma il trionfo dell’altra sera ha un sapore diverso e speciale. Arriva dopo un periodo dolorosissimo per l’umanità intera, Sud compreso, e rappresenta un passo verso la normalità. Sa di riapertura, pare un sipario che si alza. O meglio ancora, sa di alba: è come se stesse risorgendo il sole". 
 
E per il Napoli, che a un certo punto pareva al tramonto d’un ciclo, sa di resurrezione. Dica la verità: ha mai avuto paura? 
"Mai. Perché sono sempre lucido nelle mie scelte, non agisco mai d’istinto e, anzi, nelle difficoltà, viene fuori la parte razionale e ragionevole di me. Mi assumo sempre le mie responsabilità, ci metto la faccia, l’ho fatto anche quando ho dovuto separarmi da Ancelotti: in tanti pensavano stessi sbagliando, Carlo stesso me lo disse, però evidentemente era necessario quell’intervento". 
 
S’è battuto perché il calcio riapparisse sulla scena. 
"A un certo punto eravamo rimasti io, Gravina, che ha lottato strenuamente, Dal Pino, Lotito e pochi altri. Una minoranza. Come se il calcio fosse nostro. Lo abbiamo difeso perché è di tutti, anche se non tutti l’hanno capito in fretta. Dietro i volti dei giocatori famosi, c’è altro: questo è un gioco meraviglioso, bellissimo, che ha avuto la forza di unire. La Coppa Italia ha rappresentato uno spot e forse, per certi versi, pure un’occasione mancata per riaprire a un numero contenuto di spettatori. Ipotesi che spero venga accolta in fretta, magari anche dal primo luglio, compatibilmente con il miglioramento della situazione generale". 

Lei continua a inseguire la Champions e il quarto posto (almeno). 
"Non è semplice, non è impossibile. La distanza è notevole ma il Napoli che ha vinto la Coppa Italia ha battuto nell’ordine Lazio, Inter e Juventus. Ci proviamo, anche perché il quarto posto cambierebbe pure gli scenari futuri. Non sappiamo quale sarà il contesto economico nel quale andranno inserite eventuali cessioni, né i parametri che la tendenza del mercato imporrà per gli acquisti. Contare sui diritti Champions ti toglie questa ansia da dosso". 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 19 giugno 2020 alle 09:36 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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