"Simeone riesce sempre a trasmettere alle sue squadre tre principi fondamentali: determinazione, sacrificio, umiltà. Si corre e si lotta tutti insieme, con un obiettivo comune: il risultato". Questo il pensiero di Fabio Capello su Diego Pablo Simeone, l'allenatore del momento. 

Con Simeone è dura per tutti: per Guardiola, per Mourinho, per Ancelotti, ora anche per Luis Enrique. 
"Simeone studia a fondo i rivali e studia il modo migliore per contrapporsi agli avversari. Preoccuparsi di chi hai di fronte è un altro segno di umiltà, e soprattutto di intelligenza".

Chi non ama il cholismo parla di calcio brutto e limitato.
"Non scherziamo. C’è molto lavoro dietro al copione dell’Atletico. La preparazione per i tiri da fermo è meticolosa. Le strategie per attaccare il portatore di palla sono ben studiate. Quando la squadra recupera il pallone sa verticalizzare in modo impressionante. Simeone è intelligente e il suo è un calcio intelligente".

Simeone è l’anti-profeta e Capello non ha mai amato i profeti.
"I cosiddetti profeti non mi hanno mai convinto fino in fondo perché all’inizio danno qualcosa di più, ma poi si fissano sulle loro idee. Il calcio non è una religione: è un serbatoio di idee".

Il guardiolismo volge verso il tramonto?
"Se per guardiolismo intendiamo Guardiola, penso che il tramonto sia lontano. A Manchester lavorerà bene. Troverà un club disposto a investire e a mettergli a disposizione i giocatori che chiederà".

I limiti del guardiolismo?
"Quando gestisce il pallone è difficile per tutti, ma nella fase difensiva si intravede talvolta qualche crepa".

Peggio dei profeti?
"Gli scopiazzatori. Quelli che cercano di imitare chi ha comunque avuto il coraggio e l’intelligenza di tracciare una strada nuova".

 

 

 

Sezione: News / Data: Ven 29 aprile 2016 alle 10:25 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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