Intervistato dal quotidiano La Provincia di Como, Beppe Bergomi commenta il niet pronunciato da Cesc Fabregas all'Inter e la conseguente decisione di restare alla guida del Como: "Se mi aspettavo il rifiuto? Francamente no. A un certo punto ho pensato che ci andasse. Non è semplice dire no all’Inter. Fabregas prigioniero del Como?Non so rispondere, bisognerebbe essere all’interno per capire. Non me la sento. Diciamo che se avesse voluto dare la svolta alla trattativa, avrebbe dovuto farlo lui. Alla fine non ha dato la spallata decisiva. Il perché, lo sa solo lui".

Una occasione persa?
"Dipende. Lui è molto bravo, è giovane, e sono sicuro che avrà tante altre chances in carriera. Detto questo, è vero che magari certi treni passano una volta e poi chissà quando. Ma non sarà il suo caso". 

Il Como ha detto no in maniera molto energica. Secondo lei questo potrebbe lasciare degli strascichi tra i club? E in generale è stato un no che è stato anche una sfida al sistema?
"I rapporti nel calcio sono importanti. Tessere la tela dei rapporti è un tema. Ma affascina anche questo Como che va via dritto per dritto, non esita e si batte anche per far rispettare i contratti, che non è male. Certo l’Inter aveva puntato molto su Fabregas, ma alla fine credo che si sia trattato solo di una ipotesi non andata segno. Peraltro poteva arrivare anche un no dal Parma, chissà. Sono stati momenti convulsi. Credo che Chivu però farà bene".

Secondo lei Fabregas correva dei rischi ad allenare l’Inter? Qui è tutelato al 100%, a Milano bastano tre partite un po’così e apriti cielo...
"Non credo. Credo che avrebbe fatto bene perché è molto importante il ruolo della società. Come il Como, anche l’Inter ha un società forte, dopo l’addio di Conte ha aperto il ciclo Inzaghi. Credo che avrebbero tutelato bene anche Fabregas. È un fatto fondamentale: se la società ti protegge è un conto, se non lo fa sei esposto al vento. L’Inter è ok".

Le piace Fabregas?
"Molto è un allenatore innovativo, e si vede che sa quello che vuole. Dà la percezione di essere uno che arriverà in alto".

Una caratteristica che le piace dell’allenatore del Como?
Come plasma i giocatori, come li indirizza sul piano della personalità. Era partito con due punte, ma poi ha cambiato, ha avuto giocatori adatti al suo calcio, ha trasformato Da Cunha in qualcos’altro rispetto a come lo conoscevamo. Un grande lavoro. Piuttosto una cosa mi è spiaciuta nella partita di campionato: mi hanno raccontato di una accesa rivalità tra Inter e Como. I dirigenti nerazzurri sono rimasti sorpresi da questo livore. Mi spiace".

Sezione: News / Data: Lun 16 giugno 2025 alle 22:29
Autore: Christian Liotta
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