Contro l’Empoli, ultima gara del 2018 e del girone di andata di questo campionato, l’Inter cerca altri punti importanti, al termine di una settimana intensa. Nei nerazzurri, rientra tra i convocati Nainggolan, che si siede in panchina. A centrocampo, Vecino sostituisce lo squalificato Brozovic, con Borja Valero regista. Tridente offensivo Politano-Icardi-Keita, terzino destro Vrsaljko. Iachini, privo di Krunic e Di Lorenzo, conferma il 3-5-2: Untersee e Pasqual sugli esterni, Caputo e La Gumina davanti.
PRIMO TEMPO - Ritmi bassi e molta attenzione, con le due squadre molto corte e compatte, danno il via a una gara molto tattica, equilibrata. Caputo e La Gumina "osservano" il possesso di uno dei due centrali difensivi nerazzurri e il movimento a smarcarsi di Borja Valero, Traore e Acquah escono sui terzini, complicando ulteriormente un giro palla lento e prevedibile. E quando la sfera arriva a disposizione del numero 20 interista, le due mezzali in maglia azzurra duellano con Joao Mario e Vecino, presi in prima battuta da Bennacer, bravo a muoversi orizzontalmente davanti la propria area di rigore. Il regista algerino è l’uomo chiave anche in fase di possesso, velocizzando con precise verticalizzazioni e cambi di gioco la manovra empolese, attiva soprattutto sull’out mancino, dove Traore e Pasqual dialogano bene, e dove Politano parte alto per affiancare Icardi nella prima pressione (assieme a Joao Mario). Iachini è costretto al primo cambio dopo appena 24’, con Zajc che prende il posto dell’infortunato La Gumina. Per provare a smuovere l’equilibrio del match, aumenta la partecipazione al gioco di Icardi, bravo a staccarsi dal trio difensivo avversario e a supportare il lavoro della trequarti. Veseli e Rasmussen, ai lati di Silvestre, rimangono però molto attenti e pronti ad aggredire gli accentramenti di Politano e Keita, così come gli inserimenti di Vecino e Joao Mario, dando poco spazio a una manovra, quella degli uomini di Spalletti, seppur in leggere crescita, ancora priva di sbocchi decisivi. Antonelli sostituisce Pasqual (secondo cambio obbligato per Iachini) a pochi minuti dal termine della prima frazione, scampoli di gara in cui gli ospiti provano ad alzare il ritmo, a prendere definitivamente il controllo della gara. Skriniar e De Vrij difendono con successo in avanti; Asamoah, propositivo e vincente negli 1vs1 nello stretto, si rivela l’arma più pericolosa del primo tempo nerazzurro. Ma il lavoro quantitativo di Traore e Acquah, in continuo raddoppio a esterni e difensori, unito all’ottimo tempismo della linea difensiva, brava a mettere costantemente in fuorigioco i giocatori in maglia grigia, manda le squadre negli spogliatoi sull’inevitabile punteggio a reti inviolate.
SECONDO TEMPO - Una chance a testa, nei primissimi istanti, rende fin da subito evidente la sensazione di assistere a un’altra partita. L’Inter, dopo il pericolo scampato, prende in mano le redini del gioco, aumentando i giri del possesso palla, indirizzato a liberare Politano e Keita nell’1vs1 rispettivamente contro Antonelli e Untersee. L’esterno senegalese, supportato dalla spinta di Asamoah e dalla qualità di Joao Mario, con Acquah meno presente in fase di raddoppio, trova spunti interessanti. L’Empoli si salva creando densità negli ultimi metri, provando poi a ripartire, ma - per qualche pallone perso in uscita - finendo per allungarsi. E l’ingresso di Nainggolan per Vecino aumenta gli strappi nerazzurri per vie centrali, costringendo i padroni di casa a correre all’indietro. Con il belga a muoversi tra le linee, Joao Mario si affianca a Borja Valero nella prima fase di costruzione, per poi unirsi a Icardi e compagni nella ricerca dell’ultima giocata a ridosso dell’area di rigore. Continuano gli spunti di Keita, così come i traversoni e i piazzati di Politano con il mancino a rientrare, quest’ultimi quasi sempre sventati dalle uscite di Provedel. Per l’ultimo quarto di gara, per l’assalto decisivo, Spalletti inserisce Lautaro al posto di Borja Valero, affidandosi alla regia di Joao Mario, affiancato da Nainggolan in mezzo al campo. L’ingresso di Martinez porta ulteriore qualità e imprevedibilità all’attacco ospite, e precede - di qualche minuto - il gol del vantaggio, arrivato grazie alla conclusione chirurgica di Keita sul cross di Vrsaljko, durante lo sviluppo di un calcio d’angolo. Iachini corre subito ai ripari: dentro Mchedlidze per l’acciaccato Antonelli e passaggio al 4-3-1-2 (Veseli terzino sinistro e Zajc trequartista). I padroni di casa reagiscono con coraggio e qualità, trascinati da Bennacer in regia, da Traore sul centro-sinistra e dal lavoro di Zajc tra le linee, nel tentativo di sfruttare la superiorità numerica nel confronto con la mediana nerazzurra, dove Joao Mario è chiamato agli straordinari e Nainggolan al doppio compito di aggressione e rincorse. Skriniar e De Vrij dominano nella propria trequarti, e di occasioni pulite dalle parti di Handanovic non c’è traccia. L’ultima scelta di Spalletti, per il rush finale, è D’Ambrosio e il passaggio alla difesa a 3: esce Keita; Politano e Lautaro si muovono dietro a Icardi, Asamoah e Vrsaljko giocano a tutta fascia. L’Empoli è sbilanciato, l’Inter, senza rinunciare ad aggredire in avanti, riconquista palloni importanti, non riuscendo tuttavia a trasformarli nel gol del raddoppio, della tranquillità. Ma la vittoria arriva ugualmente, e la Beneamata chiude il girone di andata a 39 punti, il 2018 con 3 punti importanti, tornando a sorridere anche in trasferta. Ora la pausa, il mercato, la Coppa Italia. Prima di rituffarsi sul campionato e affacciarsi all’Europa League, per una seconda parte di stagione in cui crescere ancora.
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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