Erick Thohir ha parlato chiaro: per la sua Inter  ha in mente un piano pluriennale, basato sul ringiovanimento della rosa e soprattutto sulla programmazione; il che significa che almeno per un paio d'anni si dovrà stringere i denti. Parole che forse non saranno piaciute ai tifosi, i quali vorrebbero l'Inter nuovamente al vertice dopo due anni di vacche magre e che alla parola programmazione associano la parola 'sconfitta'. Ma, come ricorda anche Il Sole 24 Ore, non sempre l'abbinamento è immediato, anzi.

Nel pezzo vengono fatti tre esempi: "Negli anni '60 la Grande Inter, prima di diventare tale, non riusciva a vincere e il Mago Herrera rischiò il posto. Il presidente di allora, Moratti padre, lo voleva cacciare ma incontrò l'ostacolo di Allodi, che seguendo una ferrea logica di programmazione concertata con l'allenatore tenne duro. Nella squadra che non vinceva c'erano parecchi giovani: gente come Mazzola, Facchetti, Burgnich, Corso e Guarneri. Tutti, al momento del primo scudetto, sotto i 26 anni (Mazzola e Facchetti ne avevano 21). Avrebbero dominato Italia, Europa e Mondo, oltre a costituire l'ossatura della Nazionale Italiana per più di un decennio. Ma all'inizio i tifosi erano piuttosto arrabbiati. Il Milan dopo la retrocessione degli anni '80 diede via alle carriere di Baresi e Maldini, ai quali si aggiunsero Tassotti, Costacurta e altri. Anche lì le vittorie non arrivarono subito, e i tifosi sottolinearono gli aspetti negativi. Infine, la Juventus del post Calciopoli che oggi domina in campionato è nata da precisi inserimenti via via più impegnativi".

Insomma, i precedenti sono dalla parte di Thohir e della sua strategia. E i tifosi possono anche avere un maggiore ottimismo per il futuro...

Sezione: Focus / Data: Mer 15 gennaio 2014 alle 11:45
Autore: Christian Liotta
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