All'interno del programma in onda su Inter Channel "Drive Inter", il talento argentino, ex Tigre, Ruben Botta ha parlato lungamente con Nagaja Beccalossi, a bordo della vettura nerazzurra. Ecco l'intervista. 

Che bambino eri? "Ero terribile, mio padre mi sgridava sempre".

Ricordi dell'Argentina? "Tanti, io sono originario di San Juan e mi ricordo sempre di quando giocavo a calcio nel mio quartiere". 

Hai una famiglia numerosa? "Ho 4 fratelli più piccoli di me. Io devo essere da esempio, anche se loro sono molto tranquilli: sono contenti del fatto che io giochi a calcio".

Come è nata la tua passione per il calcio? "Quando avevo 7 anni in Argentina giocavo con un squadretta ma solo a 12 anni ho capito di dover prendere la cosa seriamente. Più avanti sono andato a Buenos Aires e ho cominciato a giocare". 

Qualcuno giocava a calcio nella tua famiglia? "Mio padre che però non era bravo come me, anche se mi ricorda che ha vinto tanto.

Quando hai pensato di diventare giocatore? Ho sempre giocato perché mi piaceva divertirmi e solo dopo ho realizzato che poteva diventare una professione: Mi piaceva giocare senza responsabilità”.

Idolo? "Da bambino mi piaceva Riquelme e ora, da grande, Messi".

Primo gol in carriera? "Nella coppa sudamericana in Argentina, una competizione importante, Ho esultato ballando" 

Ballerai per il primo gol? "Sì, mi piace molto esultare così".

Tempo libero? "Guardo la tv e qualche film italiano, ma capisco poco la lingua".

Perchè hai scelto Como come città in cui vivere? "Perchè é vicino alla Pinetina, è un posto tranquillo e mi piace il lago".

Cucini? "Voglio imparare ma non mi piace quello che cucino e anche i miei amici me lo dicono".

Ti piace viaggiare? "Dipende, se è vacanza sì. Mi piacerebbe andare negli Stati Uniti e in Italia vorrei visitare Roma Venezia". 

Ambientamento? "Venivo da un brutto infortunio: è stato difficile. Era tutto nuovo, non mi potevo allenare. Stavo sempre da solo, non c'erano i miei compagni. Però poi mi sono abituato alla città".

Chi ti ha aiutato di più ad ambientarti? "Walter, Pupi, Diego e tutti gli argentini: non mi aspetttavo mi aiutassero così". 

Ti aspettavi tutto il sostegno da parte dell'Inter durante l'infortunio? "Non sapevo chi avrei trovato qui, ma mi hanno trattato bene. Mi hanno reso felice e dato la forza per far bene". 

Hai sorpreso anche il mister, dovevi andare a Livorno? "E' stata una lunga storia, comunque ho sempre voluto stare qui e mi hanno dato questa possibilità".

Come è stato il tuo esordio? "Ho pensato ai momenti difficili del mio 'infortunio e quando sono sceso in campo con l'Udinese quasi non potevo crederci. E' stato come un sogno che si è realizzato. Ho pensato a tante cose in quel momento, ma poi mi sono detto che era una partita che dovevo giocare come tutte le altre. Non ho avuto nessuna paura: mi dimentico di tutto quando gioco".

L'infortunio ti ha fatto crescere? "Ero ansioso, l'infortunio mi ha insegnato ad aspettare il momento".

Posizione in campo? "Avanti. Sinistra, destra o al centro, ma sempre avanti. Ho giocato in tutte le posizioni, però mi piace stare a destra e poi accentrarmi. Ma va bene ovunque".

Come ti vedi tra qualche anno ? "Io vivo sempre il momento, mi piacerebbe stare qui e continuare, ma penso sempre al presente, non al futuro. Devo essere costante e imparare".. 

Promessa? "Imparo l'italiano nei prossimi 3 mesi". 

Tre parole per descriverti? "Tranquillo, semplice e complicato. Sono un po' strano".

Sezione: Focus / Data: Ven 21 febbraio 2014 alle 19:31
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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