Due punti persi. In casa, contro il Torino, l'Inter deve vincere. Sempre. Troppe volte, in questa stagione e nelle scorse, abbiamo assistito a partite del genere. Una squadra incapace di imporre il proprio gioco a San Siro, un avversario che in contropiede e non solo crea tanti, troppi pericoli. Il Torino ha fatto soffrire l'Inter, tremendamente. Tante occasioni, due gol e il terzo che poteva arrivare nel recupero. Era la sesta partita nel 2013, tra campionato e coppa Italia: due vittorie (una ai tempi supplementari), due pareggi e due sconfitte. Troppo poco per chi vuole puntare alla Champions. Il Milan è partito male, la Roma ha tante difficoltà, la Fiorentina si è spenta: l'Inter si ritrova in corsa, a meno tre dal terzo posto della Lazio. Ma non si può più sbagliare.
L'Inter è l'Inter, deve ricordarselo. Stramaccioni si è adattato al Torino, ma non è bastato. Se anche Zanetti, anche ieri tra i migliori, dice che è un 'punto guadagnato per come si era messa la partita', vuol dire che c'è qualcosa che non va. L'Inter deve essere una grande squadra, lottare per gli obiettivi che le competono. Il terzo posto era ed è l'obiettivo minimo, ma non sarà affatto facile. C'è la grande paura di non farcela, di arrivare ancora in Europa League. Sarebbe un disastro economico e non solo, il progetto rischierebbe seriamente di fallire. E poi ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità. Il terzo posto è necessario, fondamentale. Per i soldi della Champions e per il prestigio, l'Inter dovrà lottare duramente da qui fino alla fine.
Il progetto: uno dei punti più discussi e dibattuti. L'Inter ha davvero un progetto? Vendere Coutinho fa parte di un progetto? L'Inter non è più la grande squadra che era, deve tornare a esserlo. Le cessioni di Coutinho e Sneijder sono fatti significativi. Ora tocca all'Inter, serve una svolta sotto tutti i punti di vista. A partire dal mercato: l'Inter per ora ha preso Rocchi, che non gioca neanche con Milito fuori. Stramaccioni per vincere ha messo Alvarez per Cassano, Livaja e Rocchi sono rimasti in panchina. Deve far riflettere: il vero vice-Milito alla fine è Cambiasso. In realtà all'Inter servirebbe anche un difensore centrale. Chivu ancora fuori, dopo il gol su punizione: non dà più garanzie. Così come serve chiarezza sulle condizioni di Milito e Samuel, che ormai non giocano da quasi un mese. Se da qui a giugno non saranno in buone condizioni, serviranno dei sostituti all'altezza che al momento non ci sono. Ma gli infortuni non sono alibi. Peserà l'assenza di Mudingayi, in mezzo la coperta è corta (Duncan in prestito al Livorno). L'acquisto di Mudingayi (che quando ha giocato ha fatto bene) è stato un errore: troppi infortuni, ora ha praticamente finito la stagione. Ma l'errore di valutazione è a monte, in estate. Non tanto nei nomi acquistati nel mercato, ma per le dinamiche. Stramaccioni voleva giocare con il 4-2-3-1: non si compra un regista perché servono due mediani, si punta su Sneijder e l'obiettivo è Lucas. Il brasiliano sfuma e va al Psg, Sneijder dopo pochi mesi è un separato in casa. L'Inter compra quello che trova sul mercato (Cassano, con una buona operazione), ma passa al 4-3-2-1 (o 4-3-1-2). Dura poco, perché dopo un mese si passa alla difesa a 3. Un nuovo modulo, ma con un mercato fatto con altri obiettivi. E allora adesso manca un regista, ma non solo: anche un esterno destro (per Jonathan), più un difensore (per Chivu o Silvestre) e un attaccante per cui ormai è troppo tardi (Rocchi non basta). Il progetto va rivisto, aggiustato.
La situazione non è affatto buona: l'Inter non riesce a chiudere gli acquisti di Bellomo e Schelotto, due trattative che continuano da settimane. Icardi era più di un'ipotesi per il futuro, ora dopo il poker al Pescara il prezzo si è impennato: sarà molto più difficile arrivare a Maurito. Ora c'è il bivio Paulinho. Se parte Coutinho e non arriva il centrocampista del Corinthians, sarà un fallimento. Se arriverà e non si rivelerà all'altezza, sarà una sconfitta soprattutto per Stramaccioni. Le alternative per il centrocampo sono Nainggolan (valido, ma anche lui costa) e Biglia, che non vale assolutamente i sacrifici di Coutinho e Sneijder. Ci sono quattro giorni alla fine del mercato, ci possono ancora essere sorprese. Serve chiarezza, anche all'interno: Stramaccioni vuole Paulinho, Branca è pronto a partire per il Brasile ma Moratti non ha ancora dato l'ok. Non si può perdere tempo, non più. Ci ancora pochi giorni per dare una svolta, alla stagione e al progetto, ma soprattutto per evitare il fallimento anticipato. Non è tutto da buttare, ma continuando così si brucerà anche quello che c'è di buono. Tutto e il contrario di tutto, saranno quattro giorni da pazza Inter. Per tornare l'Inter, quella vera.
Autore: Guglielmo Cannavale / Twitter: @guglicannavale
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