I successi dell'Inter hanno spesso una conseguenza: rivelano chi non capisce di calcio. Ed è successo ancora dopo il 3-0 limpido del Maradona. Limpido, esatto, mica come le vittorie di "corto muso" o come quelle di chi gioca a volley in area avversaria. Limpido il 3-0 ai campioni d'Italia come erano stati limpidi il 4-0 alla Fiorentina, il 5-1 al Milan e pure il 2-1 all'Atalanta e l'1-0 alla Roma. Limpidi, anzi limpidissimi, al di là del punteggio finale. Ma non è per tutti. 

E allora si preferisce spostare l'attenzione sul contatto Lautaro-Lobotka (è lo slovacco a ostruire volontariamente l'incedere dell'argentino prima che il Toro gli frani addosso) o sulla strusciatina di Acerbi su Osimhen (che salta in aria come avesse pestato una mina). Tutto piuttosto ridicolo. La realtà è ben altra e racconta di una squadra in grado di soffrire il giusto in trasferta sul terreno di chi ha lo scudetto sul petto (e che aveva ritrovato giocatori ed entusiasmo) e poi di andare a colpire con gioco, idee, ricerca, qualità, tecnica. Nulla di casuale, nulla di estemporaneo.

Invece bisogna ascoltare giudizi fuori dal mondo. "Porta stregata" e "Sommer migliore in campo" come se il Napoli avesse bombardato la porta nerazzurra e l'Inter fosse riuscita a vincerla quasi per caso, sfangandola. Sommer ha fatto una grandissima parata, quella du Kvaratskhelia dopo il teatro di Osimhen. Una e una soltanto, perché quella su Elmas a inizio partita era una buona parata ma nulla di impossibile e perché poi lo svizzero era dovuto intervenire solo su un un tiro cross ancora di Elmas. Altro che "porta stregata". I prodromi di quanto accaduto nel secondo tempo si erano già materializzati nei primi 45 minuti, almeno per chi sa vedere oltre il proprio naso e i propri pregiudizi.

L'Inter vince e stravince. E rivela chi di calcio non capisce.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 05 dicembre 2023 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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